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De Castro: “Etichettatura fronte-pacco non deve coprire i prodotti Dop, Igp e Stg”

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All’evento online per illustrare l’ultimo rapporto di Ismea e Fondazione Qualivita, lo scorso 11 dicembre, ha preso la parola, a conclusione dei lavori, l’onorevole Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo socialdemocratico in commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Ue.

Nel suo intervento ha indicato la necessità di governare in maniera più efficace l’immissione dei prodotti Ig nel mercato. Quali strategie potrebbero meglio sostenere il loro valore?

La gestione e l’immissione sui mercati di prodotti a Indicazione geografica rappresenta da sempre lo snodo per la valorizzazione dell’offerta. E qui parliamo di un settore di primaria importanza e in crescita, che in base ai dati dell’ultimo rapporto Ismea-Qualivita registra in attività 180mila operatori e 285 Consorzi di tutela riconosciuti, per un giro d’affari alla produzione di quasi 17 miliardi di euro, +4,2% in un anno, di cui 9,5 miliardi realizzati all’export (+5,1%), pari a oltre il 20% dell’export agroalimentare nazionale. Ora, anche alla luce del momento delicato che stiamo attraversando, con i danni provocati dalla pandemia da Covid-19, una riforma della Pac da completare, il Next Generation Eu per lo sviluppo rurale e le nuove opportunità per i consorzi, il governo e la gestione dell’offerta diventano ancor più un elemento centrale di crescita. Soprattutto in un’ottica di svolta green, che non dovrà penalizzare la produzione agroalimentare europea, ma avvenire facendo leva su competenze già acquisite e su un equilibrato mix di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

L’Italia sta portando avanti la battaglia sull’etichettatura fronte-pacco. Perché è cruciale per il Made in Italy e in che modo potrebbe evolversi il confronto in Europa?

La posizione del sistema Italia sul sistema di etichettatura nutrizionale degli alimenti è ormai nota da tempo. E si basa sul principio che un meccanismo di classificazione dei prodotti con i colori rosso, arancione e verde è semplicemente sbagliato e fuorviante. La Commissione europea ha riferito che presenterà nella primavera 2022 una proposta per armonizzare gli attuali sistemi di etichettatura adottati da diversi Paesi membri, tra cui l’Italia che ha chiesto e ottenuto di adottare su base volontaria il ‘Nutrinform battery’. Questo sistema, rappresentato graficamente da una batteria, costituisce secondo noi una valida alternativa al sistema a semaforo e ha l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni nutrizionali chiare, semplici, ma allo stesso tempo complete per una corretta composizione di una dieta giornaliera; una dieta basata su un corretto fabbisogno quotidiano di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione di cibo. Chiaro che ora ci aspetta un periodo di riflessione e di lavoro, anche al Parlamento Ue, basato su un confronto tra gli Stati membri che sia finalizzato a trovare una soluzione giuridica equilibrata nell’interesse di tutti i cittadini e consumatori europei. La posta in gioco è particolarmente alta, perché, oltre ai legittimi interessi economici di multinazionali alimentari e grandi catene della distribuzione, c’è l’altrettanto legittimo diritto dei consumatori di essere informati correttamente, in modo trasparente, su ciò che acquistano e portano a tavola. Per questo al Parlamento europeo continueremo a dare battaglia per contrastare sistemi di etichettatura a semaforo dei prodotti agroalimentari che, come sosteniamo da tempo, condizionano e non informano su basi scientifiche le scelte dei consumatori. Intanto, le scorse settimane, in una dichiarazione messa a verbale al Consiglio Agricoltura, Italia, Grecia e Repubblica Ceca, appoggiate da Cipro, hanno ribadito la loro posizione contraria al Nutriscore, auspicando si arrivi a un’etichetta nutrizionale unica e armonizzata a livello Ue, volontaria, che non copra i prodotti Dop, Igp e Stg e senza l’uso di colori, basata su porzioni riferite ai consumi reali e non “generici”, come i 100 grammi o i 100 millilitri. Principi che ci auguriamo la Commissione consideri fondamentali per la messa a punto di uno schema di etichettatura Ue fronte-pacco.

La Commissione Ue ha prorogato gli aiuti di Stato per il settore primario. Da cosa dipenderà la definizione delle nuove norme in materia a partire dal 1° gennaio 2023?

Sì, prima di Natale la Commissione europea ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 le regole per gli aiuti di Stato in agricoltura e pesca. Una proroga che nello specifico riguarda gli orientamenti Ue per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali, i regolamenti di esenzione per categoria applicabili agli aiuti di Stato nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell’acquacoltura, nonché il regolamento sugli aiuti de minimis per la pesca e l’acquacoltura. Le norme dovevano scadere il 31 dicembre 2020 e ora sono in fase di revisione da parte della Commissione. Quelle nuove dipenderanno dai risultati dei processi di riforma della Politica agricola comune (Pac) e della Politica comune della pesca (Pcp), che in base al regolamento Transitorio entreranno in vigore l’1 gennaio 2023. Intanto, visto il prolungarsi degli effetti della pandemia sull’economia, la Commissione ha anche aggiornato le norme per consentire la concessione di aiuti di Stato a imprese ‘in difficoltà’; per definizione, non solo quelle che erano già in sofferenza al 31 dicembre 2019, ma anche quelle entrate in difficoltà tra l’1 gennaio 2020 e il 30 giugno 2021.