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Cereali e semi oleosi, sostenibilità garantita con lo standard CSQA

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Premessa

Il mondo agricolo e quello della cooperazione agricola stanno percorrendo la strada delle filiere tracciate e sostenibili e la interpretano come un’opportunità di crescita e di valorizzazione di produzioni qualitativamente superiori a quelle dei concorrenti. Gli obiettivi sono differenziare le produzioni italiane conferendo un maggiore valore aggiunto e produrre valore da distribuire lungo l’intera filiera.

Lo standard ‘Cereali e semi oleosi sostenibili’ di Csqa (Dtp 112), che ha ottenuto il riconoscimento internazionale superando positivamente il benchmarking con le Linee Guida Fefac, si applica a cereali e semi oleosi fino ai relativi derivati e alle produzioni trasformate ottenute con le materie prime sostenibili. Si tratta di uno standard volontario e certificabile capace di rappresentare una visione e un approccio riconosciuti e accettati dalle principali aziende del settore del mercato nazionale e internazionale.

Lo standard è nato da un processo di condivisione fra i vari stakeholder con l’obiettivo di definire delle tecniche di coltivazione e trasformazione volte a produrre cereali e semi oleosi (e loro derivati) al meglio delle pratiche conosciute, al fine di garantire un prodotto sostenibile secondo i tre pilastri fondamentali della sostenibilità:

– ambientale: capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali

– economico: capacità di generare reddito e lavoro

– sociale: capacità di garantire condizioni di benessere umano (i diritti umani, le pratiche di lavoro, le pratiche operative leali, tutela dei consumatori, coinvolgimento e sviluppo della comunità)

Csqa ha certificato in Pianura Padana complessivamente oltre 20.000 aziende agricole, più di 50stabilimenti di essiccazione e le principali industrie del settore.

Quali sono gli indicatori di sostenibilità presi in considerazione?

Lo standard prevede requisiti specifici, verificabili in modo oggettivo, per ciascuna dimensione della sostenibilità mentre per la dimensione ambientale sono stati previsti anche indicatori quali la carbon footprint e la water footprint (opzionale).

La coltivazione di cereali e semi oleosi impatta a vario livello sull’ambiente, sulla collettività, sui lavoratori (salute e sicurezza), sulla sussistenza delle aziende agricole e degli operatori di filiera tutti.

Campo di applicazione

Questo standard si applica a tutti i tipi di semi di cereali e semi oleosi e loro derivati/coprodotti purché provenienti da semi non geneticamente modificati. Si applica altresì alla filiera cerealicola e dei semi oleosi a partire dalla fase agricola (e termina dove cessa la responsabilità del capofiliera); ai prodotti destinati all’alimentazione animale (feed) e ai prodotti destinati all’alimentazione umana (food) realizzati a partire da produzioni agricole sostenibili.

Può essere applicato da raggruppamenti di aziende (di produzione, trasformazione e di intermediazione) organizzate in filiera con un soggetto capofila (capofiliera) che si assume la responsabilità, verso l’Organismo di Certificazione e verso i clienti, della conformità del prodotto ai parametri previsti dallo standard.

Vantaggi dello standard

– permette di definire un approccio univoco, armonizzato, condiviso alla sostenibilità

– nasce sulla base di reali esigenze e opportunità di mercato

– è il frutto del lavoro condiviso dei diversi operatori della filiera che hanno operato per un obiettivo comune

– permette da un lato di valorizzare prodotti fino ad oggi indistinti e dall’altro di avviare i processi di innovazione, organizzazione delle filiere agroalimentari, gestione sostenibile delle risorse naturali in linea con la nuova Pac.

Per maggiori informazioni:

https://www.csqa.it/CSQA/Norme/Valorizzazione-dei-Prodotti/Cereali-e-semi-oleosi-sostenibili-DTP-112

Lea Pallaroni