Chicago – Minneapolis: sono queste le due tappe della magnifica esperienza del Gruppo Giovani di Assalzoo negli Stati Uniti, esperienza che ha coronato un progetto ricercato ma rinviato da tempo.
L’occasione ci è stata offerta dalla Ussec (United States Soybean Export Council) e dal Soy Global Trade Exchange, conferenza internazionale che ogni anno l’associazione statunitense degli esportatori e stakeholders di soia organizza nel Midwest con l’obiettivo di promuovere il proprio prodotto alle principali organizzazioni ed operatori internazionali dei settori del feed e del food.
La conferenza si è svolta a Minneapolis dal 9 al 11 settembre con un serrato programma di conference e meeting, distribuiti per argomenti e sessioni, tenuti da autorevoli relatori che tra Crop Report & Grain Demand, Global Trends, World Economy e International Trade, Sustainability e Feed Nutritional Value hanno dato un’ampia veduta di offerta e domanda a livello mondiale e di come la produzione e l’organizzazione statunitense si evolve per rispondere e affrontare al meglio le richieste del mercato globale.
Ussecc ha avuto il merito di creare un’occasione d’incontro e di confronto tra operatori provenienti da tutte le parti del mondo, ai quali non è mancata, nei vari spazi e ambiti della conferenza, tra meeting, lunch e cene di gala, la possibilità di allacciare rapporti e cogliere opportunità.
Approfittando della presenza, a poca distanza di Minneaoplis, del Cargill Animal Nutrion Campus, principale centro di ricerca della Cargill sulla nutrizione animale, grazie all’interessamento della Cargill Italia e del dott. Silvio Ferrari, noi del gruppo Assalzoo, giovani e senior presenti alla conferenza, abbiamo potuto visitare il centro e conoscere l’organizzazione e i principali filoni di ricerca su cui è impegnata la struttura: un’interessante approfondimento sulla visione che una delle principali multinazionali del nostro settore ha del futuro dell’industria e del settore.
Altra incursione nel mondo produttivo statunitense è stata la farm visit organizzata da Ussec il giorno dopo la conclusione della conferenza, presso alcune aziende dello stato del Minnesota.
è stato un modo piacevole di dare uno sguardo dentro la produzione agricola americana, efficiente e ben organizzata, imponente nelle dimensioni e nella capacità produttiva e, soprattutto, consapevole del proprio valore. Anche in questo caso, impeccabile l’organizzazione delle visite e degli spostamenti.
Questo è quanto si svolto a Minneapolis, parte centrale e scopo principale del viaggio, ma prima della conferenza, felice preambolo dei lavori del Global Trade Exchange è stata la permanenza a Chicago.
Nella grande city dell’Illinois l’organizzazione di Ussecc ha previsto la visita al Chicago board of trade, vero tempio degli scambi commerciali internazionali, austero e dinamico allo stesso tempo. Entrando dentro la struttura, accompagnati da un decano tra gli operatori, guarda caso italo-americano, abbiamo osservato i mitici luoghi dove frenetici operatori mimavano le trattative con gesti dal significato preciso che il nostro cicerone ha spiegato in una simpatica dimostrazione, coinvolgendo pure il nostro gruppo. Oggi tutto questo si è evoluto verso forme più moderne e veloci di comunicazioni, dal minore “impatto visivo” ma determinanti come prima e per questo piene di fascino. Il Cbot resta il punto di riferimento per ogni operatore del settore.
Ma un’autentica scoperta, pezzo forte del viaggio intero, è stata la meravigliosa città di Chicago che, complice una temperatura da piena estate, tra gita in battello e passeggiate nel downtown dai grattacieli di diversa e ricercata architettura, si è rivelata in tutta la sua discreta e affascinante bellezza.
Mi sento di definire l’intero viaggio un’esperienza davvero unica e un vero e proprio collante per il gruppo giovani che ha dimostrato ancora una volta di saper cogliere queste occasioni non solo per arricchire la propria formazione professionale, attraverso l’approfondimento e l’apertura verso nuove conoscenze ma di saperle vivere anche nella loro parte ludica per stringere rapporti più sinceri, confrontarsi, mettersi in gioco e ascoltare. Un valore aggiunto è stata proprio la composizione del gruppo italiano presente alla conferenza, composto sia dai giovani dell’associazione che da imprenditori di ben radicata esperienza, associati Assalzoo, che ringrazio per l’apertura e la condivisione nelle piacevoli e intense conversazioni avute per tutto il viaggio, tra conferenze e serate.
Ringrazio inoltre la Ussecc per l’ospitalità e l’impeccabile organizzazione e soprattutto Lola Herrera, riferimento Ussecc per l’Europa, per la simpatia e l’efficace coordinamento durante il viaggio, la Cargill e il dott. Ferrari per la disponibilità e l’Assalzoo per l’organizzazione e il coordinamento dall’Italia.
Un ringraziamento particolare a tutti i componenti del Gruppo che hanno reso memorabile questa esperienza.
Il modo migliore per condividere tutto questo ci è sembrato quello di chiedere un ricordo e un pensiero su quanto vissuto a ogni partecipante e riportiamo di seguito quanto ci è pervenuto:
Steven Giuntini – Il viaggio in America rimarrà per sempre impresso nei miei ricordi! Il nostro gruppo giovani si è unito in un qualcosa che va sicuramente oltre il rapporto professionale e questa, secondo me, è la cosa più bella che ci ha regalato quest’esperienza!
Come dimenticarsi poi la visita al Chicago Mercantile Excange, un vero e proprio tempio per chi fa questo lavoro!!!
Poi il tour di Chicago, la visita alla Farm Cargill, le magliette MinneSOYta, le serate insieme… Tutte cose di cui mi ricorderò sempre ed averle condivise con un gruppo così affiatato è stato veramente bello!
Cristian Giardini – Scambi di informazioni con operatori Europei del mercato dei cereali, incontri con fornitori di servizi di import/export e shipping statunitensi, e tanti, tanti argomenti discussi dal palco con relatori preparati e audience internazionale, questo è quello che abbiamo vissuto noi della delegazione italiana prendendo parte al convegno organizzato benissimo dalla Ussec. Inoltre bellissime accomodation, formative attività di campo e numerosi business contact. Esperienza da consigliare!
Benedetta Mayer – Passati ormai alcuni mesi dal rientro dall’America, i ricordi e le sensazioni di questa meravigliosa esperienza sono ancora molto forti e influenzati da una pluralità di aspetti. Sono partita con grandi aspettative per come era stato strutturato e pianificato questo viaggio, ero molto incuriosita da ciò che avremmo visto al di fuori dei giorni del convegno, nelle visite e dalla possibilità di confrontarci con colleghi di tutto il mondo.
Ero spaventata dall’idea di allontanarmi per la prima volta dalla mia famiglia per dieci giorni e per i ritmi intensi dell’organizzazione del viaggio.
Sin dall’arrivo a Chicago, sono stata piacevolmente colpita dal clima confidenziale e disteso che da subito si è creato anche con i nuovi componenti del gruppo Giovani, che sono andati ad integrarsi splendidamente con un gruppo già affiatato.
All’arrivo a Chicago è stato chiaro da subito il desiderio di riuscire ad ottimizzare al meglio i due giorni a disposizione per riuscire ad esplorare questa meravigliosa città che la maggior parte del nostro gruppo non aveva mai visitato in precedenza; siamo stati molto fortunati perché ci siamo trovati immediatamente d’accordo sugli itinerari da seguire.
Il centro storico, il Loop, è stato una scoperta entusiasmante! Architettura all’avanguardia ed arte pubblica si mischiano con entusiasmo e anche se non abbiamo visitato i musei cittadini, abbiamo potuto fruire delle numerose installazioni di cui ogni piazzetta è dotata. Design moderno ed edifici svettanti ci hanno sovrastato e eravamo sempre con lo sguardo verso il cielo.
Grazie ad un giro panoramico in battello su e giù per il lago Michigan ci siamo dati una visione completa della città e dell’energia che ha messo nella ricostruzione dopo l’incendio che l’ha devastata nel 1871.
Il clima caldo ma ventilato (Windy City) ci ha consentito di poter vivere al meglio la metropoli attraverso il bike sharing che ci ha fatto sentire come dei compagni di classe in una gita scolastica. La visita alla Borsa di Chicago è stato l’apice del soggiorno nella città, soprattutto grazie alla descrizione meticolosa di un operatore che ci ha accompagnato delle varie piattaforme di contrattazione e il corso sul Risk management ha ripreso e chiarito argomenti un po’ ostici per chi non è un addetto ai lavori.
La seconda parte del viaggio a Minneapolis ha rispettato le aspettative! Abbiamo avuto modo di confrontarci e vivere fianco a fianco ai nostri colleghi provenienti da tutto il mondo, ci siamo fatti un’idea e abbiamo dato un peso a come certe tematiche vengono vissute all’estero piuttosto che nel nostro paese.
Il convegno è stato veramente interessante e il coordinamento di Lola, anche durante le visite esterne ci ha fatto sentire coccolati. Il coordinamento di un gruppo così numeroso è stato ineccepibile, non ha lasciato nulla al caso.
La compagine italiana si è distinta da subito per il carisma dei suoi membri, attraverso un grande lavoro di diplomazia con un anglo-catanese impeccabile il nostro presidente è riuscito ad intessere stretti rapporti con tutte le delegazioni. Grande feeling si è da subito evidenziato con i portoghesi e i francesi, le nostre radici latine e il nostro desiderio di andare oltre la formalità nei rapporti ha reso il gruppo veramente coeso con un gran voglia di mettere a disposizione la propria esperienza con generosità ed entusiasmo.
Daniele Grigi – Credo doveroso dividere (ma solo per obbligo di racconto) il viaggio in due grandi contenuti che poi uniti formano un’esperienza unica nel suo complesso. L’emisfero lavorativo con l’organizzazione dei convegni, le visite guidate alle piantagioni, l’intrecciamento con altri colleghi/operatori del settore, provenienti da altri 50 paesi, che è stata sicuramente fenomenale dal modo in cui si è organizzato il tutto e dai contenuti importanti che si sono espressi. Capire o almeno percepire che oggi più di ieri, e domani più di oggi il mercato è di tanti ma non di tutti, che dobbiamo rivedere l’atteggiamento commerciale e produttivo verso altri obbiettivi sopratutto nella fase finale del processo agroalimentare credo che sia chiaro a tutti. Percepire il cambiamento nelle parole di chi documentava e raffrontare quello che è il Nostro piccolo paese Italia con altre realtà è stato formativo, volendo essere scolastico nella valutazione darei un 8 pieno al valore formativo che mi ha lasciato il viaggio.
La seconda parte di contenuti è quella umana, che non deve essere tralasciata, perché figlia di un cambiamento epocale anche questa. Il viaggio, le riflessioni, le serate e tutto quello che è stato il contesto non lavorativo, ludico del viaggio è un piacevolissimo ricordo. Si parla sempre più di fare sistema, di creare reti d’impresa e nel gruppo giovani Assalzoo (con l’innesto anche di qualche Senior) ho trovato questo spirito nuovo, di colleghi con i quali interfacciarsi nei momenti lavorativi e divertirsi. Lo scopo dell’associazione credo che debba essere anche e soprattutto questo, unire personalità diverse e contrastanti con un unico scopo: quello di far crescere e sviluppare un settore. Per parità di valutazione e volendo attribuire anche qui una valutazione scolastica all’esperienza umana darei un 9.
Direi quindi grazie Ussec e speriamo che il prossimo anno ci inviti nuovamente.
Massimo Zanini – Chiunque lavori in questo settore, ha sentito parlare della Borsa di Chicago fin dal primo giorno di attività. Il Cbot rappresenta, infatti, un riferimento quotidiano per tutti gli imprenditori. Ma quanti ci hanno effettivamente messo piede? Noi siamo tra i pochi fortunati. E posso assicurare che si tratta di un’esperienza che lascia il segno. Visitare il Cbot suscita una certa emozione, se non altro perché crea la sensazione di trovarsi in un film.
Anche in quest’occasione, ho constatato che entrare in un campo di soia offre un’idea della dimensione dell’America. Poter osservare i mezzi agricoli impiegati, la capacità di stoccaggio e la dimestichezza che gli operatori hanno con gli strumenti finanziari a copertura del rischio permette, infatti, di coglierne la grandezza!
Io, ahimè, non faccio parte del Gruppo giovani, ma ho avuto modo di osservarli. Sono giovani, e si vede… Si vede perché tutti parlano l’inglese e hanno una mente aperta. Sono curiosi di apprendere nuove informazioni (ed eventi come questi sono assolutamente in grado di soddisfare questo desiderio). Le loro opinioni su come vada affrontato il futuro non sono sempre uguali, ma risultano caratterizzate da un grande entusiasmo.
Si vede che sono giovani, perché hanno ritmi che mettono alla prova chi ha solo qualche anno più di loro! Infine, voglio sottolineare che si tratta di un bel gruppo, unito, aperto e trasparente. Sono tutte ottime premesse per il cambio generazionale della mangimistica italiana.
Alessandro Leone