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Agroalimentare, Fao lancia la Food Coalition, il piano italiano anti-pandemia

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E’ arrivato dalla Conferenza regionale della Fao per l’Europa e l’Asia centrale il lancio della Food Coalition, il piano contro le conseguenze della pandemia messo a punto dal governo italiano. Il programma sarà guidato dalla Fao stessa. L’annuncio l’ha dato proprio Qu Dongyu, il direttore generale dell’Agenzia delle Nazioni unite, che ha ricevuto i ringraziamenti della ministra delle Politiche agricole alimentari forestali Teresa Bellanova. Bellanovaha parlato di un’iniziativa con cui “mobilitare risorse ed esperienze e alla quale invito tutti i presenti ad aderire”. L’inaugurazione formale del piano è dello scorso 5 novembre.

L’iniiziativa ha l’obiettivo di evitare che la crisi sanitaria diventi una catastrofe alimentare. Uno scopo verso cui giungere mediante azioni globali non solo per assicurare l’accesso al cibo su scala globale ma per aumentare la resilienza del settore e la transizione verso un modello sostenibile. Il piano si servirà anche di una piattaforma per favorire il dialogo tra settore pubblico, privato, comunità scientifica, organizzazioni degli agricoltori, e per definire soluzioni specifiche per ogni Paese.

Garantire migliore gestione risorse e accesso al mercato

Bellanova ha preso parte alla 32ma sessione della Conferenza regionale della Fao, organizzata dall’Uzbekistan, insieme ad altri trenta fra ministri e viceministri, rappresentanti da 51 Paesi e di organizzazioni internazionali, società civile e settore privato. Diversi i temi affrontati nella riunione, incentrata in generale sulla sostenibilità dei sistemi agroalimentari e le diete sane

La pandemia di coronavirus ha reso evidenti le fragilità di cui soffre il settore ma ha anche rimesso al centro del dibattito il ruolo che svolge. Da questo dipende la sicurezza alimentare, per cui è necessario proteggere l’agroalimentare in tutto il mondo, renderlo più forte. Un impegno che riguarda, sotto diversi aspetti, sia i Paesi più sviluppati che quelli in via di sviluppo. 

Secondo il direttore generale della Fao Qu Dong-yu sono diverse le sfide che il settore primario deve affrontare, la “pressione sulle risorse naturali, la degradazione del suolo, la carenza di acqua, l’aumento del divario tra aree rurali e urbane, le disuguaglianze di genere e la presenza di sacche di fame e povertà in molte aree rurali”. Tuttavia – ha sottolineato il vertice della Fao – i Paesi hanno ora a disposizione tanti strumenti, che comprendono anche quelli offerti dal digitale, per poter sostenere il settore, per facilitare l’accesso al mercato, ridurre lo spreco e la perdita di cibo, migliorare la gestione delle risorse naturali, rendere più efficiente la filiera. 

Contro la pandemia la Fao ha lanciato il Programma Response and Recovery che “punta a mitigare l’impatto immediato e a rafforzare la resilienza nel lungo-termine del sistema agroalimentare e dei mezzi di sostentamento”

Tutelare le produzioni locali

Nel suo intervento la ministra Bellanova ha parlato di sostenibilità e delle sue diverse declinazioni: “È necessario che il confronto sulla sostenibilità della filiera alimentare contempli, insieme alle problematiche ambientali, anche la dimensione sociale, ovvero le condizioni di vita di chi produce cibo, come garanzia di qualità, attenzione al territorio e mezzo per soddisfare un diritto primario dei cittadini”. La tutela delle produzioni locali è un esempio di come si può proteggere il settore agroalimentare nell’interesse di produttori e consumatori: “Dobbiamo informare sull’origine dei prodotti e riflettere su come accorciare le filiere, senza tentazioni protezionistiche. A questo si aggiunge la necessità di promuovere la diversificazione della produzione agricola, ben evidenziata dal documento predisposto dalla Fao”.

Nel caso italiano le produzioni locali sono parte integrante della Dieta mediterranea, un regime alimentare riconosciuto universalmente come salutare, la cui promozione può contribuire alla diffusione di diete sane, altro aspetto affrontato nel corso della conferenza Fao. “Auspico che la promozione di stili alimentari sani possa essere oggetto di sempre maggiore collaborazione tra i nostri Paesi, anche attraverso un approccio multidisciplinare che privilegi l’informazione corretta rivolta al consumatore per scelte consapevoli. È quanto intendiamo fare in Italia, anche con il nuovo schema di etichettatura fronte-pacco”, ha aggiunto Bellanova.

Foto: Pixabay