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Digitalizzazione, sostenibilità e contratti di filiera. Le priorità per il futuro della mangimistica

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I prossimi saranno mesi cruciali per il settore agro-alimentare-zootecnico italiano. Ad aprile il
Governo ha presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; per
la fine dell’anno in corso, invece, dovrà inviare, sempre a Bruxelles, il Piano Strategico Nazionale
(PSN) della PAC-post 2020
che sarà messo a punto anche con l’ausilio del Tavolo di partenariato
appena insediato al ministero delle Politiche agricole. Il PSN sarà un documento fondamentale per
gli interventi futuri nel settore primario e orienterà l’intervento pubblico al fine di utilizzare le
risorse finanziarie della PAC, ma anche quelle che proverranno dal PNRR, per raggiungere gli
obiettivi che l’Unione europea ha definito. La sfida comune a queste politiche, la più ambiziosa, è
riuscire a coniugare sostenibilità e sviluppo, integrando politiche ambientali ed economiche. Una sintesi che l’industria mangimistica valorizza da tempo e che è pronta a migliorare ulteriormente per dare il proprio contributo a incrementare le performance di sostenibilità della zootecnia italiana e
delle produzioni alimentari di origine animale. Per questa ragione Assalzoo ha messo nero su
bianco questa sua disponibilità in una lettera inviata al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari
e Forestali, Stefano Patuanelli, individuando le priorità su cui basare lo sviluppo della mangimistica
nazionale.

Sul fronte della prevenzione degli sprechi e della migliore gestione delle risorse, va evidenziato
che ogni anno l’industria italiana dei mangimi impiega circa 9 milioni tra coprodotti e residui
dell’industria alimentare. Una testimonianza di come, già oggi, attraverso la mangimistica la filiera
zootecnica sia capace di generare valore tutelando l’ambiente e riducendo gli sprechi. Si tratta di un
punto di partenza virtuoso che può essere ulteriormente incrementato proprio mettendo al centro del
piano di rilancio il sistema mangimistico. Le diverse unità produttive necessitano, infatti, di
un’operazione di rinnovamento per adeguare gli impianti agli standard più severi che verranno
imposti, non solo in termini di sicurezza e tracciabilità delle produzioni ma per elevare il grado di
efficienza complessiva, per renderli ancora meno impattanti sull’ambiente e per partecipare ancora
più attivamente al contrasto dei cambiamenti climatici.

La digitalizzazione è un’altra strada da percorrere
per poter disporre di impianti più moderni,
efficienti e per favorire la realizzazione di attività ad elevato grado di sostenibilità. La transizione
digitale permetterà di implementare la produzione di “mangimi di precisione” con cui migliorare
qualità e sicurezza nutrizionali ma soprattutto ridurre sprechi ed emissioni inquinanti, proseguendo
su un percorso già avviato dall’industria mangimistica in favore della zootecnica. Questa
transizione sarà ancora più efficace se si incentiverà l’attività di ricerca mobilitando anche risorse
pubbliche a supporto dello sforzo che il settore privato sostiene. La sperimentazione sui mangimi di
precisione è nei fatti già in corso ma ciò non basta per rendere questa tecnologia accessibile a tutti
gli allevamenti. Il raggio d’azione degli interventi a supporto di Ricerca & Sviluppo dovrebbe
essere il più ampio possibile a ogni livello, anche legislativo, per superare gli ostacoli che ancora
impediscono di sfruttare a pieno le più recenti scoperte scientifiche come, ad esempio, nel caso
delle nuove biotecnologie di editing genetico.

Il contributo dell’innovazione è fondamentale per far sì che il settore primario diventi sempre più
verde e più competitivo, ma anche per colmare anche quel gap produttivo che costringe l’Italia a
dipendere dalle importazioni di materie prime e prodotti agroalimentari. Questa è un’urgenza che
Assalzoo sente da vicino in quanto interlocutore del settore agricolo e trasformatore di commodities
come cereali e semi oleosi di cui il Paese è fortemente deficitario. Proprio questa urgenza ha spinto
l’Associazione a promuovere l’Accordo quadro per il granturco da granella di filiera italiana certificata, intorno al quale si sono compattati tutti gli operatori interessati della filiera. I contratti di
filiera saranno di certo uno strumento utile per meglio integrare la catena del valore, per migliorarne
l’organizzazione e incrementare l’efficienza produttiva. Ma anche in questo caso il settore privato
non può contare solo sulle proprie risorse: occorre, pertanto, avviare un’interlocuzione continua con
il fronte pubblico per sostenere al meglio le realtà di filiera che insieme vogliono fare sistema.

In questa ottica la mangimistica può rappresentare una componente della filiera in grado di fare da stimolo per il rilancio dell’agro-zootecnia italiana; ma per raggiungere un maggior livello di prosperità è necessario dar vita a un progetto più organico con cui rivitalizzare questo settore chiave
della nostra economia. Assalzoo ha proposto l’adozione di un Piano zootecnico nazionale. Il
progetto è pensato per favorire un tipo di produzione sostenibile, nel rispetto del benessere animale,
favorendo la produzione locale di materie prime agricole, di prodotti dell’allevamento nazionale e
lo sviluppo delle aree rurali, soprattutto in quelle più svantaggiate del nostro Paese. Con un solo
obiettivo finale in agenda: aumentare l’offerta di prodotti 100% italiani, a fronte di una domanda
crescente, e sostenere il Made in Italy su tutti i mercati, nazionali e internazionali, nell’ottica del più
elevato livello di sostenibilità.

Articolo di Marcello Veronesi


Foto: fonte Pixabay