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Confagricoltura, nell’anno del centenario l’occasione di un Piano strategico per l’agroalimentare italiano

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Il 28 settembre 2020 Confagricoltura ha festeggiato i cento anni dalla sua nascita. Un anniversario che cade in una delle fasi più critiche per l’economia italiana. Una data da festeggiare, pertanto, con lo sguardo rivolto al futuro più che al passato, per accogliere le sfide che la pandemia di coronavirus ha posto al settore primario. Convinto della necessità di incrementare produttività e competitività dell’intero comparto agricolo, per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti la ripresa post pandemica può essere l’occasione giusta per ripartire e soprattutto “per rilanciare un Piano strategico per lo sviluppo del sistema agroalimentare italiano, per aumentare la produzione agricola e l’occupazione anche grazie a un rapporto più integrato fra tutte le parti della filiera”.

Aumentare la produzione agricola significa anche provare a diventare autosufficienti: “Produciamo il 75% di quello che consumiamo – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – e un balzo del 25% della produzione è nelle nostre possibilità”.

Dialogo con gli altri interessi della filiera

Tra presente e passato, il periodo più acuto dell’emergenza sanitaria, quello dei tre mesi di lockdown è stato paragonato al Dopoguerra. Come allora, a fronte della crescente domanda dei consumatori, anche nei mesi scorsi l’agricoltura italiana ha incrementato i propri sforzi per “continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”, ha sottolineato Giansanti. La sicurezza alimentare è stata così garantita e il riconoscimento agli sforzi delle imprese e dei lavoratori è stato rimarcato da più parti.

Sono più di 300 mila le imprese associate a Confagricoltura, l’associazione datoriale di settore più antica d’Italia, presente in ogni regione e articolata in una rete di federazioni di categoria e di prodotti. Attorno a esse ruota il lavoro di 520 milioni di lavoratori assunti e da esse deriva un valore aggiunto di 27 miliardi di euro. 

La sua attività di rappresentanza è stata caratterizzata dal dialogo con le istituzioni e i rappresentanti degli altri interessi della filiera agroalimentare, in quest’ultimo caso “per cogliere le aspettative dei consumatori finali”, come ha detto il presidente nel suo intervento. Confagricoltura, solo per fare un esempio, è uno dei firmatari dell’Accordo quadro mais da granella di filiera italiana certificata voluto da Assalzoo. 

Innovazione e sostegno alla ricerca

Il futuro del settore agricolo europeo avrà il marchio della sostenibilità e dell’innovazione. La Commissione europea ha esposto la sua visione nel Green Deal e nelle strategie Farm to Fork e sulla Biodiversità che puntano a realizzare un’economia verde e un settore agroalimentare altrettanto sostenibile. “Saremo centrali nelle politiche di sostenibilità ambientale e nella definizione di un’economia circolare”, ha detto Giansanti. 

Questa e tante altre sfide attendono il sistema primario italiano ma per affrontarle al meglio le imprese dovranno essere messe nelle condizioni per farlo. Un supporto significativo arriverà dall’Unione europea con le risorse del Recovery Fund che andranno a finanziare il Piano nazionale di Resilienza e Rilancio. Secondo la ministra delle Politiche agricole alimentari forestali Teresa Bellanova, presente alla cerimonia del centenario, la Strategia nazionale per il Sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura dovrà “essere, proprio per l’esatta coincidenza tra filiera agroalimentare e interesse nazionale, uno degli snodi strategici” del piano. Le sue priorità sono la “competitività del sistema alimentare, le produzioni da fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni, la lotta alle conseguenze dei cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico.

Il supporto alle imprese su più fronti è necessario per poter incrementare la produttività e la competitività del settore primario, anche sul piano internazionale. L’Italia è forte di un export da 44 miliardi di euro di valore, “per la prima volta sopra il 10% dell’export totale in valore”, come rimarcato da Giansanti. Ma può crescere ancora. E per questo servono sostegno e investimenti pubblici, miglioramento delle infrastrutture, digitalizzazione – proprio nel solco del transizione richiesta dall’Ue per l’intera economia dei Paesi membri. Inoltre “è indispensabile ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità”, ha concluso il presidente di Confagricoltura.