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Fefac, una priorità la lotta alla deforestazione nella produzione di materie prime

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soia

L’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi è solo il primo passo, l’avvio di un percorso su cui poter misurare dei progressi. Per il presidente di Fefac, Asbjørn Børsting, l’approvazione di questo documento è un traguardo importante per la mangimistica europea che mantiene comunque davanti a sé molte altre sfide da affrontare. Massima priorità all’approvvigionamento di materie prime responsabile, dal quale non derivi alcun rischio di deforestazione. Il riferimento è alla soia, come sottolineato ancora una volta in conferenza stampa da Børsting. “Stiamo lavorando duramente per aggiornare le Linee guida sull’Approvvigionamento della soia per facilitare una soluzione di mercato con cui raggiungere gli obiettivi”.

Nel corso del XXIX congresso della federazione (24-25 settembre) che ha visto la presentazione ufficiale della Carta per la Sostenibilità, il tema del raggiungimento di una catena di valore a deforestazione-zero è emerso con forza. Fefac è stata invitata da alcuni interlocutori, come ad esempio Preben Sunke di Danish Crown, ad assumere ulteriori impegni. 

Anche il rappresentante della Commissione europea Michael Scannell ha indicato quella dell’acquisizione di materie prime come una delle questioni aperte: “Qualcosa a cui ci si può dedicare da subito è la compatibilità delle importazioni con i nostri obiettivi sulla deforestazione. I nostri consumatori, la società civile devono avere la garanzia che queste importazioni non indeboliscano i nostri obiettivi generali sulla mitigazione del cambiamento climatico”.

Su questi aspetti, proprio di recente, Fefac si è già pronunciata. Assieme a Coceral e Fediol ha invitato l’Unione europea a definire nuove azioni per combattere la deforestazione, oltre allo stop alle importazioni di materie prime prodotte in modo non responsabile. 

La questione rimanda anche a quella del fabbisogno e della produzione domestica di proteine in Europa. Per Børsting è necessario rendere competitiva l’Ue su questo fronte, Ue che ora è costretta a importare. Davanti ai giornalisti, collegati da remoto, il presidente di Fefac ha parlato così di nuove fonti di proteine, come gli insetti, e dell’importanza delle ultime tecnologie come il genome editing, che dovrebbero poter essere utilizzate per evitare una perdita di competitività rispetto ai Paesi esportatori che invece possono utilizzarle.

Sostenibilità e sicurezza alimentare

Al congresso ha inviato un messaggio la commissaria Ue per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides. Kyriakides ha sottolineato l’unità di intenti della visione di Fefac con quella europea esposta nella strategia Farm to Fork: abbattere l’impronta ambientale, utilizzare le risorse in maniera più efficiente e migliorare le condizioni di salute e della nutrizione degli animali allevati, con meno antibiotici e nuovi prodotti. La Commissione – ha detto la sua esponente – vuole agevolare l’ingresso sul mercato di ingredienti per mangimi più sostenibili.

Nel suo intervento la commissaria ha parlato di reputazione (“la nostra visione del futuro è trovare soluzioni sostenibili con cui continuare a costruire la reputazione della mangimistica europea”). Il termine è ritornato in conferenza stampa, quando Phillippe Weiler, responsabile della sostenibilità di Lidl Belgio e Lussemburgo ha detto che in termini di reputazione c’è un gap da colmare agli occhi dei consumatori sollevando la questione della comunicazione. È importante saper trasmettere ciò che il settore fa in termini di sostenibilità ai consumatori, e il packaging è una delle soluzioni più a portata di mano per i produttori, ha ricordato Weiler.

Il segretario generale di Copa-Cogeca Pekka Pesonen ha infine evidenziato il problema della sostenibilità economica e dei costi che deriveranno dalla transizione green della zootecnia europea, impegnata nel garantire livelli adeguati di cibo e quindi la sicurezza alimentare di milioni di consumatori.

Foto: Pixabay