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FAO al G20: per avere alimenti sani abbiamo bisogno di un ambiente sano

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FAO

Invertire la perdita di biodiversità e il degrado del suolo può fruttare 1 400 miliardi di dollari all’anno. E’ quanto ha affermato dal Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), QU Dongyu, rivolgendosi ai Ministri dell’Ambiente del G20. La FAO ha chiesto ai venti Paesi di raddoppiare gli sforzi comuni, accrescere gli investimenti e intensificare la collaborazione al fine di avere impatti incisivi sul pianeta.

“Oggi l’umanità deve fare i conti con la triplice crisi planetaria della perdita di biodiversità, del clima e dell’impatto della pandemia,” ha ricordato il Direttore Generale. “Per avere un’alimentazione sana c’è bisogno di un ambiente sano,” ha sottolineato Qu nel considerare la sfida globale di dover far fronte a una crescente domanda di cibo e di altri prodotti agricoli riducendo al tempo stesso le emissioni di gas a effetto serra e conservando la biodiversità, gestendo in maniera sostenibile le risorse naturali, compresa l’acqua, e proteggendo e ripristinando gli ecosistemi.

Perché dobbiamo proteggere l’ecosistema

Qu ha mosso numerose motivazioni a sostegno di un uso più efficiente delle risorse idriche e di una loro gestione sostenibile per ovviare alla scarsità di tali risorse e migliorare la qualità di acqua e cibo. Le vite di oltre un miliardo di persone sono fortemente limitate dalla scarsità o dalla carenza d’acqua; quasi un miliardo di ettari di terre coltivate non irrigate e pascoli a secco è gravemente compromesso da ricorrenti periodi di siccità, mentre oltre il 60% delle colture irrigue è soggetto a un livello di emergenza idrica da elevato a molto elevato.

Tali criticità correlate alle risorse idriche potrebbero essere risolte, a detta di Qu, con l’innovazione digitale, con meccanismi di governance più efficienti e con nuovi investimenti. Il Direttore Generale della FAO ha anche sottolineato la necessità di moltiplicare gli approcci più favorevoli alla biodiversità, anche potenziando gli investimenti in azioni correlate. “Gli attuali livelli di investimento sono del tutto inadeguati,” ha ammonito il Direttore Generale della FAO.

Tuttavia, se riuscissimo a finanziare interamente l’obiettivo di ripristinare il suolo degradato, entro il 2030 potremmo riuscire ad arrestare la deforestazione, ha aggiunto Qu. I benefici che otterremmo sarebbero significativi. Per esempio, se si potesse innescare un cambio di rotta della deforestazione, si farebbero passi avanti nella lotta ai cambiamenti climatici e si ridurrebbe il rischio di futuri salti di specie. Invertire la perdita di biodiversità e il degrado del suolo può fruttare 1 400 miliardi di dollari all’anno.

“Occorre ridestinare i sussidi agricoli che hanno effetti nocivi sul clima e la biodiversità. Dobbiamo investire in Ricerca e sviluppo nel lungo termine per creare le innovazioni e le tecnologie necessarie a produrre di più generando meno emissioni e senza eccedere i limiti ambientali,” ha ammonito Qu.

Il settore agricolo

I settori agricoli offrono soluzioni nodali alle crisi della biodiversità e del clima. Per promuovere tali soluzioni, Qu ha anche auspicato la creazione, da parte delle istituzioni e tramite le politiche e il necessario sostegno finanziario, di un ambiente favorevole per i piccoli produttori, le famiglie di agricoltori e le popolazioni indigene, che sono i custodi autentici delle nostre risorse naturali sul territorio.

Il Direttore Generale ha precisato che la FAO ha lavorato muovendo dalla necessità di trasformare i sistemi agroalimentari rendendoli più efficienti, resilienti, inclusivi e sostenibili, e ciò allo scopo di conseguire i “quattro pilastri di miglioramento”, con cui la FAO intende perseguire una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno.

La FAO per la natura

Mettendo in atto le proprie raccomandazioni, la FAO sta introducendo e intensificando approcci e interventi favorevoli per la biodiversità nei settori dell’alimentazione e dell’agricoltura, dall’elaborazione di politiche alla promozione del dialogo per attuare progetti fino al sostegno ai Paesi che sono orientati verso i medesimi obiettivi.

Coadiuvata dai suoi Membri e partner, la FAO sta contribuendo al Quadro globale per la biodiversità post-2020, che sarà adottato in occasione della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, la quale sostiene l’uso sostenibile, la conservazione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Nell’ambito delle attività organizzate durante il Decennio delle Nazioni Unite sul ripristino degli ecosistemi, la FAO si dedicherà in particolare a ripristinare gli ecosistemi per migliorare la sicurezza alimentare, trasformare i sistemi agroalimentari, contrastare i cambiamenti climatici e preservare la biodiversità.

Foto: ©FAO