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Etichettatura, Italia decisa nel suo no al Nutriscore. Le posizioni nell’Ue

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Si riapre il confronto tra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione europea sull’etichettatura degli alimenti. L’occasione l’ha offerta la riunione informale dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue a Coblenza, in Germania, lo scorso 31 agosto – 1 settembre. La posizione di Roma è nota ed è stata ribadita dalla ministra delle Politiche agricole Bellanova. La contrarietà all’etichetta a semaforo che sembra attirare i maggiori consensi, il Nutriscore francese, è netta. 

L’incontro informale Agrifish era stato convocato dalla ministra tedesca Julia Klöckner. Al centro della riunione la ripartenza del settore nella fase post-Covid e il benessere animale, con la proposta di un’etichettatura armonizzata, avanzata da Klöckner, che ha raccolto un generale supporto. 

Per l’Italia l’evento è stato il pretesto per condurre degli incontri bilaterali con alcuni Paesi europei. La ministra Bellanova ha infatti dialogato – sempre sul tema dell’etichettatura fronte-pacco degli alimenti – i suoi omologhi di Cipro, Portogallo e Slovenia. Nei mesi precedenti gli interlocutori erano stati invece Spagna, Romania, Repubblica ceca e Grecia. A giugno, alla vigilia del semestre europeo sotto la presidenza tedesca, Bellanova aveva incontrato la stessa Klöckner illustrando ancora una volta il no dell’Italia al Nutriscore. Anche la Germania è tra i Paesi orientati all’adozione dell’etichettatura a colori: risale a marzo l’invio alla Commissione di un progetto di regolamento nazionale su questo sistema.

Un appuntamento importante è in agenda sempre a settembre (il 20 e 21) e vedrà riunito il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue. In vista di quell’evento l’Italia ha cercato appunto di perorare la sua causa presso i governi degli altri Paesi europei. La sua è una posizione marginale che gode di un solido appoggio tra le organizzazioni di settore italiane, da Federalimentare a Confagricoltura, e che può vantare tra i suoi sostenitori anche l’organizzazione sindacale europea Copa-Cogeca. In gioco – sostiene chi avversa il Nutriscore – c’è la difesa della Dieta mediterranea e dei prodotti di eccellenza del Made in Italy agroalimentare. 

“La tutela dei prodotti importanti per le diete tradizionali, come ad esempio l’olio di oliva, pilastro della Dieta mediterranea, non può essere messa in discussione”, ha ricordato a margine dell’Agrifish di Coblenza la ministra Bellanova. “Una etichettatura armonizzata a livello europeo deve puntare a fornire gli strumenti adatti a incoraggiare e sostenere scelte informate da parte dei consumatori, piuttosto che indirizzarli verso alcuni prodotti puntando sulla semplicistica e riduttiva soluzione del colore”.

Il richiamo all’etichettatura nella Farm to Fork

L’etichettatura francese prevede una scala cromatica, con cinque colori, dal verde al rosso, e cinque lettere abbinate, dalla A alla E, che indicano il grado di salubrità di un prodotto dal punto di vista nutrizionale. Determinante è la presenza di sostanze come le fibre o il sodio, di macronutrienti come i grassi saturi e gli zuccheri oppure di ingredienti come frutta, verdura e legumi.

Tra i sostenitori di questo tipo di etichetta ci sono diversi Paesi Ue: oltre la Francia, il Belgio, l’Olanda e la Spagna. In altri Paesi, come Portogallo e Austria, è stata adottata spontaneamente da alcune aziende. Il fronte opposto è molto più sguarnito. C’è l’Italia, appunto, e Stati come la Grecia e la Romania sarebbero inclini a dire no al Nutriscore.

All’etichettatura a colori l’Italia ha risposto con quella ‘a batteria’, il Nutrinform, che inserisce invece l’alimento etichettato nel contesto più generale della dieta alimentare confrontando l’apporto dei nutrienti e delle calorie al fabbisogno individuale. 

In altri Paesi, infine, sono in uso ulteriori tipologie di etichettatura, come il Keyhole della Svezia adottato anche da Danimarca e Lituania (ma anche fuori dai confini Ue, in Norvegia e Islanda): un simbolo verde presente su prodotti dal buon valore nutrizionale. In Finlandia, invece, per nove macro-categorie di prodotti si può usare un logo concesso dalla Finnish Heart and Diabetes Associations, mentre in Slovenia e Croazia possono essere apposti dei loghi su prodotti con determinate caratteristiche nutrizionali.

Di etichettatura nutrizionale fronte-pacco si è tornati a discutere in maniera vivace dopo la pubblicazione della strategia Farm to Fork. La Commissione infatti si farà carico di proporne una “obbligatoria e armonizzata”.

Foto: Pixabay