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Acquacoltura, dal ministero dell’Agricoltura un nuovo progetto per la sostenibilità

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La sostenibilità è valore, un’equazione che ora riguarda più da vicino anche l’acquacoltura. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha lanciato infatti il Sistema di qualità nazionale acquacoltura sostenibile con l’obiettivo di promuovere la qualità e la tracciabilità dei prodotti ittici da allevamento sostenibile. Il Progetto Qualità è un sistema di certificazione e qualificazione e fa seguito al decreto ministeriale dello scorso 4 febbraio. Dell’iniziativa ha parlato la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova nel corso di una visita al Centro agroalimentare di Roma, il principale mercato all’ingrosso in Italia.

Il progetto si qualifica come un servizio al consumatore, “che ha il diritto e il dovere di conoscere la qualità del prodotto ittico nazionale e i suoi standard di sicurezza alimentare”, ha sottolineato la ministra. “E proprio per accompagnare questo sforzo – continua – si inquadra l’istituzione di un Regime di qualità nazionale che definisce un sistema di certificazione e qualificazione del prodotto di acquacoltura sostenibile, e ne promuove il valore aggiunto”. 

Al decreto dello scorso febbraio è infatti allegato un disciplinare che definisce i requisiti richiesti alle imprese di acquacoltura per aderire al Regime di Qualità nazionale zootecnica. Sono requisiti relativi a tutte le fasi di allevamento fino all’immissione in commercio. Se le aziende rispettano questi requisiti forniscono prodotti più qualificati, migliori dal punto di vista qualitativo e ottenuti da processi produttivi sostenibili con la garanzia del benessere animale. Oltre all’aggiunta di valore nella filiera il disciplinare punta anche ad ampliare gli sbocchi di mercato. 

Il disciplinare si applica sia ai pesci che ai molluschi. Tra i requisiti ci sono, ad esempio, l’obbligo di etichettatura di origine, quello di rispettare i parametri ambientali negli impianti a terra, di aggiornare il registro di allevamento con controlli giornalieri delle risorse allevate o di adottare delle misure per minimizzare lo spreco di mangimi. È poi raccomandato l’uso di energia da fonti rinnovabili.

Livello record per l’acquacoltura mondiale

L’iniziativa del ministero, coerente con il Piano strategico nazionale per l’acquacoltura per la pianificazione delle attività nel periodo 2014-2020, è il risultato del lavoro del ministero stesso, delle Regioni, delle associazioni di settore e della comunità scientifica. 

L’acquacoltura è ormai una realtà consolidata del settore agroalimentare italiano e nelle intenzioni del ministero, con il Progetto Qualità, si cercherà di far esprimere ulteriormente le potenzialità del comparto. In Italia, secondo i dati di Api, l’Associazione dei Piscicoltori italiani, la produzione dell’acquacoltura è pari a 62.300 tonnellate per un valore di 300.700 euro. Ma la crescita del settore è un fenomeno di portata mondiale. Secondo la Fao, sempre con riferimento al 2018, l’acquacoltura ha prodotto 82,1 milioni di tonnellate di pesce, un livello record. Oltre la metà del pesce destinato al consumo umano proviene ormai dagli allevamenti ittici.

Foto: Pixabay