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Fitosanitari e alimenti, residui sopra i limiti in meno dell’1% dei campioni

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Poche irregolarità nei campioni di alimenti analizzati alla ricerca di fitosanitari. Solo nello 0,8% dei casi si è trattato di una quantità di residui superiore al limite di legge. Il dato è emerso dal documento Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti – risultati in Italia per l’anno 2018 del ministero della Salute. I controlli ufficiali sono stati effettuati principalmente dalle autorità sanitarie locali, secondo le disposizioni del ministero, nell’ambito delle attività di sanità pubblica e per la protezione dei consumatori. Negli anni questa attività si è fatta sempre più scrupolosa, come indica l’aumento di oltre il doppio dei campioni eseguiti dal 2009, pari a 5573, al 2018.

Tra gli alimenti analizzati anche i cereali, con la rilevazione di otto casi di irregolarità.

Controlli sui prodotti importati

I campioni analizzati complessivamente sono stati 12.083, un numero maggiore del dato minimo previsto dalla normativa in vigore e anche superiore al dato del 2017, quando erano stati 11.497. Di questi solo 96 hanno presentato residui superiori ai limiti massimi consentiti. Una percentuale dello 0,8%, sotto la media europea del 2,5%, e leggermente più bassa del dato dell’anno precedente (0,9%), in grado quindi di assicurare un adeguato livello di produzione al consumatore. Generalmente è risultato privo di residui il 63% dei campioni analizzati mentre nel 36% la quantità era comunque al di sotto della soglia permessa.

I campionamenti sono stati effettuati in diversi punti della filiera e anche all’import. Altri prelievi hanno riguardato gli alimenti più consumati in Europa nell’ambito del programma europeo. Il punto in cui sono stati prelevati più campioni è stato la distribuzione (quasi 8 mila), a seguire le frontiere, con poco meno di 1300 campioni prelevati sui prodotti arrivati in Italia. I prodotti nazionali sottoposti a campionamento sono stati 9654, quelli provenienti dai Paesi Ue 412, quelli da Paesi terzi 1677 e quelli di origine sconosciuta 295. 

Sono diversi i prodotti analizzati, dai freschi come frutta, verdura e cereali, a quelli trasformati come vino e olio, ma anche baby food, alimenti di origine animale e trasformati di altri prodotti, dai cereali alla frutta.

Cereali

I 1.492 campioni di cereali – in aumento rispetto ai 1.457 del 2017 – sono stati prelevati su grani, farine e riso brillato. In particolare su frumento in grani o farine (la categoria più analizzata), riso bruno, bianco o farina, orzo, miglio, cereali o altri cereali, mais, sia granella che farine, avena in grani o farine, grano saraceno e altri pseudocereali in grani o farine, segale in grani o farine.

Oltre il 77% dei campioni è risultato del tutto privo di residui, il 22,4% con residui nei limiti di legge. Le irregolarità, in aumento dalle due dell’anno precedente, sono state otto e hanno riguardato la presenza di un insetticida, un insetticida-acaricida e un fungicida. Sei erano relative a prodotti provenienti dal territorio nazionale (due di frumento presso un produttore e presso un grossista; uno di riso, uno di riso decorticato, uno di farina integrale di frumento, uno di farina di frumento, tutti presso un dettagliante) e due da Paesi Terzi (un riso e un riso decorticato provenienti dal Pakistan)

Nella categoria degli altri prodotti – che include anche quelli di origine animale – il numero dei campioni è diminuito da 2272 del 2017 a 1970 del 2018, con irregolarità anche in calo da 18 (0,8%) a 9 (0,5%). Tra le carni trasformate su 25 campioni 24 non presentavano residui; 481 su 483 fra le altre carni. 100% di regolarità  circa la presenza di fitosanit\ari nei campioni di latte e pesce, 95,7% per il latte trasformato e 97,8% nelle uova.

Foto: Pixabay