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Tavolo nazionale latte: l’aumento del costo delle materie prime preoccupa gli allevatori

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L’aumento dei prezzi dei mangimi, l’eccessiva dipendenza dal mercato estero per l’approvvigionamento, l’impennata dei costi di trasporto e il pericolo degli effetti negativi dei provvedimenti sul clima. E’ quanto è emerso al tavolo nazionale sul latte convocato dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli nei giorni scorsi. Gli allevatori, assediati dai rincari delle materie prime, non vedono compensato da un proporzionale aumento del prezzo del latte alla stalla, ma anche l’industria è in difficoltà per la crescita dei fattori di produzione.

I temi al centro del tavolo nazionale sul latte

L’Italia, dove l’agroalimentare è un settore portante dell’economia, è dipendente per il 60% del suo fabbisogno dalle importazioni di materie prime vegetali. Anche per le produzione zootecniche non va meglio: si importa dall’estero oltre il 50% di carne bovina, il 40% di quella suina, il 75% di pesce. Infine, per il latte vi è ancora una quota di importazione significativa, sebbene si stia assottigliando dalla fine del regime delle quote.

I prezzi delle materie prime per mangimi sono in forte aumento ormai da un anno, con una media di circa +30% nel biennio 2020/2021. Inevitabile, pertanto, le ripercussioni sul costo dell’alimentazione animale. Le criticità che riguardano le materie prime sono legate al loro approvvigionamento, tenuto conto del costante forte calo della produzione nazionale che obbliga l’industria mangimistica a ricorrere sempre di più al mercato estero. Una dipendenza ritenuta dal settore “eccessiva”. Del resto, implica il dover sottostare agli umori del mercato internazionale sia per quanto riguarda il livello dei prezzi e sia per quanto riguarda la disponibilità delle materie prime reperibili sui mercati.

A questo si aggiunge il forte aumento dei costi di trasporto, più che raddoppiati, che gravano ulteriormente sul costo complessivo delle materie prime di importazione. E per ultimo, ma non d’importanza, ci sono le nuove strategie europee per il cambiamento climatico che potrebbero avere effetti negativi sulla produzione locale.

Coldiretti: “Serve accordo di filiera salvastalle”

“In un momento di grande incertezza serve un accordo di filiera dalle aziende agricole all’industria fino alla grande distribuzione per salvare le stalle con una adeguata remunerazione del latte agli allevatori senza pesare sui consumatori”, afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini in occasione del tavolo nazionale sul latte. “Un obiettivo che deve essere accompagnato da una adeguata campagna pubblica di sensibilizzazione sul consumo di latte e derivati”.

Confagricoltura: “Il futuro passa dall’interprofessione”

“Tra l’aumento dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame, la penalizzazione mediatica dei prodotti lattiero caseari e degli allevamenti zootecnici specializzati, è essenziale, per i nostri imprenditori, una riforma delle politiche per il settore, che parta da un’equa determinazione della catena del valore e dal dialogo con gli attori della filiera”, ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’apertura del tavolo latte convocato al ministero delle Politiche agricole.

“Negli ultimi cinque anni il livello di approvvigionamento nazionale è cresciuto di circa il 20% e abbiamo quasi raggiunto l’autosufficienza (98,7% per il Clal). Questo, però, sta determinando nuove dinamiche e nuove sfide per il sistema produttivo. Da un lato il crollo delle importazioni di latte sfuso dall’estero, con la sola Germania, che segna un -26%, dall’altro il calo dei livelli di autosufficienza di materie prime per l’alimentazione del bestiame che, con la riduzione degli stock mondiali, ha causato il vertiginoso aumento dei prezzi (mais +48% rispetto al 2020, orzo +36,5%, sorgo +34,7%, soia +35%)”, ricorda Confagricoltura.

“Il maggiore coordinamento all’interno della filiera, oltre a valorizzare il prodotto e studiare modelli contrattuali di mutuo vantaggio, servirà per avviare campagne mediatiche ed informative per contrastare i pregiudizi sui prodotti del settore. Per garantire il fabbisogno per l’alimentazione del nostro patrimonio bovino ci vuole un piano per favorire l’aumento della produzione nazionale di materie prime vegetali”.

Copagri: “Con aumenti materie prime e effetti pandemia costi di produzione a +2,4 cent/litro”

“Gli aumenti dei prezzi delle principali materie prime utilizzate per l’alimentazione delle vacche da latte, fatto registrare negli ultimi mesi, ha impattato in maniera significativa sui costi per la produzione di latte bovino e sulla redditività degli allevatori, messa a dura prova anche dalle note ripercussioni dell’ondata pandemica; in termini numerici, stiamo parlando di un aumento di costi che, sulla base di nostre analisi, solo nel 2021 ammonta a ben 2,4 centesimi al litro, senza tenere conto degli imminenti rincari che arriveranno sul versante energetico”, sottolinea in un comunicato il presidente della Copagri, Franco Verrascina.

“In cifre, tale ulteriore aggravio in termini di costi di produzione si traduce in una perdita media sul comparto nazionale che, con riferimento alla produzione lattiera del 2020 e alle imprese oggetto dell’analisi, ammonta per l’anno in corso a quasi 250 milioni di euro”.

Alleanze Cooperative: “Trovare equilibrio filiera e puntare su azioni di sistema”

“Ci troviamo di fronte ad una congiuntura economica particolarmente gravosa. L’offerta è in continua crescita da diversi anni, con un prezzo del latte alla stalla che resta tuttavia fermo ai valori di venti anni fa e incoerente rispetto all’andamento del mercato internazionale”, è la posizione espressa da Giovanni Guarnieri, coordinatore settore lattiero-caseario di Alleanza cooperative agroalimentari. “Di contro, la domanda interna è in continuo calo, soprattutto rispetto ai consumi di latte alimentare, caratterizzati da un trend al ribasso. Domanda e offerta seguono quindi tendenze non solo di segno opposto, ma che sono destinate purtroppo a durare ancora a lungo e che stanno delineando quello che a tutti gli effetti è ormai un problema di natura strutturale”.

Foto: ©Art_Allianz_Fotolia