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Oicb, il Pnrr sulle sorti della zootecnia. Innovativa e green, un’immagine da rilanciare

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Le carte da giocare per rilanciare il settore sono contenute in sei programmi specifici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato 6,8 miliardi di euro per l’agricoltura e l’agroalimentare italiano, zootecnia compresa. Un monte ingente di risorse finanziarie destinate allo sviluppo della logistica, alla transizione energetica – tra pannelli fotovoltaici e rinnovabili – al miglioramento del sistema irriguo, ai contratti di filiera, alla meccanizzazione. L’auspicio è che queste risorse risollevino un intero settore gravemente colpito dalle conseguenze della pandemia e che possano farlo in tempi ragionevoli e con strumenti facili da utilizzare. Le istanze della zootecnia da carne sono emerse risolute nel secondo appuntamento organizzato da Oicb-Organizzazione interprofessionale della carne bovina dedicato ai contenuti del Pnrr. A Bari, lo scorso 6 ottobre, i rappresentanti di un comparto da 30 miliardi di euro hanno dialogato con i rappresentanti del Ministero delle Politiche agricole sottolineando le criticità che la filiera sta affrontando.

Al pari di tutto il sistema industriale, alla zootecnia è richiesta l’adozione di un nuovo modello produttivo, con una maggiore componente digitale e più compatibile con la tutela dell’ambiente. Le parole d’ordine le ha ricordate il consigliere del Mipaaf Elio Catania: “Innovazione, dei processi produttivi, delle tecnologie e degli impianti, dei profili professionali e anche culturale, e sostenibilità, nelle sue tre dimensioni: ambientale, economica e sociale”. Gli strumenti, gli investimenti per questo cambio epocale li fornirà il Pnrr. Tra i fondi di cui potrà beneficiare anche la zootecnia ci sono 500 milioni per il rifacimento del parco mezzi, 1,5 miliardi per i parchi agrisolari – “il fotovoltaico da montare sui tetti per eliminare l’amianto e per la coibentazione degli stabilimenti con cui migliorare il benessere animale e ridurre i costi dell’energia”, ha sottolineato Francesco Saverio Abate, capo dipartimento del ministero. E ancora circa 800 milioni per la logistica e lo stoccaggio – “per favorire la differenziazione delle materie prime ed evitare sprechi”, ha aggiunto l’esperto – e le risorse destinate ai contratti di filiera. La zootecnia ha potuto attingere alle risorse del quarto bando del 2017 e nei prossimi mesi dovrebbe essere pronto un quinto bando. Nell’ambito del Pnrr, i contratti di filiera e di distretto potranno contare su 1,2 miliardi di euro, a valere del fondo complementare al Piano, con l’obiettivo di “rafforzare la filiera e di farla diventare più competitiva”, chiudendo con la stagione delle “risorse a pioggia”, secondo gli auspici di Catania.

Le aspettative sul Pnrr sono elevate. Per il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti potrà essere una “compensazione” alla nuova Pac, duramente criticata perché priva di visione e strategia e incapace di concentrarsi sullo sviluppo dell’attività di impresa. Pertanto il Piano potrebbe intervenire con “politiche di investimento e risorse per la transizione energetica con cui la zootecnia può contribuire alla produzione di energia verde”. Il giudizio non lusinghiero sulla nuova Politica agricola è condiviso anche da Matteo Boso, presidente di Oicb. Per Boso la prospettiva data dalla Pac non è rosea e si delinea in un momento storico particolarmente difficile per gli allevatori, “sconfortati da un aumento esagerato dei costi di produzione”.

Il presidente di Copagri Franco Verrascina ha affondato il colpo: “Oltre ai costi delle materie prime ci sono quelli dell’energia e dei trasporti per cui gli allevatori stanno producendo in perdita”. Per Verrascina tra le maggiori questioni da affrontare c’è quella della redditività e della dimensione economica della produzione: “Dobbiamo continuare a produrre qualità, ma anche metterci la quantità. E poi basta parlare di sostenibilità solo in termini ambientali e sociali. Prima di tutto è economica. Senza giusto reddito non c’è futuro né sostenibilità su cui investire”. La necessità di una “giusta remunerazione per gli allevatori” è stata messa in luce anche da Gian Paolo Angelotti, presidente di Fiesa-Confesercenti.

Sulla questione ambientale si è concentrato il presidente di Cia-Agricoltori Dino Scanavino che ha rilevato la miopia di chi associa il tema del benessere ambientale a quello dell’impatto dei liquami sull’ambiente. “Sulla qualità di vita e le emissioni di metano il sistema zootecnico italiano è in fase avanzata, mentre c’è un problema di eccessiva pressione delle sostanze organiche azotate su una ristretta area del Paese, per cui va spostata laddove non c’è”, avverte Scanavino.

Consolidare la filiera intorno alle opportunità fornite dal Pnrr, come vuole fare Oicb, può essere anche l’occasione per avviare finalmente un nuovo dialogo con i consumatori su benessere animale, processi produttivi, sostenibilità, circolarità. Un valore, quest’ultimo, rimarcato in particolare da Paolo Valugani di Assograssi che si è soffermato sull’utilità dei sottoprodotti della lavorazione della carne bovina. Il problema della comunicazione è certamente tra i più scottanti. Per Boso il comparto non è stato in grado di comunicare adeguatamente i risultati conseguiti sul fronte della riduzione delle emissioni. Per Catania, invece, comunicare meglio può essere il viatico per un rapporto migliore con la grande distribuzione (“raccontiamo meglio il prodotto e sarà la stessa GDO a selezionare i prodotti di qualità”).

TABELLA

Le risorse del PNRR per l’agricoltura e l’agroalimentare
(fonte: Mipaaf)
mio eur
Sviluppo della logistica800
Parco Agrisolare1.500
Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo500
Sviluppo del biogas e del biometano1.920
Resilienza dell’agrosistema irriguo*880
Contratti di filiera e di distretto**1.200
Totale6.800
* di cui 360 progetti già in corso con fondi nazionali
** a valere del “Fondo complementare” al PNRR

Nella foto, da sinistra, Carlo Siciliani, presidente di Uniceb; Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani; Elio Catania, consigliere del Mipaaf; Matteo Boso, presidente di Oicb; Elena Benedetti, direttore di Eurocarni, moderatrice dell’incontro.