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Estranea a CoVid e perno del sistema alimentare: 70 firmatari per la lettera a sostegno della zootecnia

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C’è anche Fefac tra i quasi settanta firmatari della lettera aperta che ribadisce il ruolo e il valore della zootecnia. Un ruolo centrale per la sicurezza alimentare, come dimostrato nel corso dell’emergenza per il nuovo coronavirus. La lettera è anche una nuova occasione per ricordare all’opinione pubblica che la zootecnia e gli animali da allevamento non hanno alcun coinvolgimento con l’insorgenza di CoVid-19 e la sua diffusione a livello globale.

I sottoscrittori della lettera sono organizzazioni e privati in rappresentanza del settore agricolo e della produzione, ma anche veterinari e ricercatori di tutto il mondo. Tra i firmatari il presidente della Federazione internazionale dell’Industria mangimistica Daniel Bercovici, il presidente della Federazione dei Produttori europei di mangimi Alexander Döring, il presidente di Copa-Cogeca Pekka Personen e Patricia Turner, presidente dell’Associazione mondiale di Veterinaria.

Un costante monitoraggio del rischio infettivo

Dopo l’emergenza dell’infezione da Sars-CoV-2 la comunità scientifica si è messa al lavoro per studiare la nuova patologia. L’origine è ancora incerta ma la ricerca – si legge nella lettera – continua a confermare che la zootecnia è estranea alla sua diffusione e che la produzione zootecnica è sicura. Le prove emerse indicano un percorso di trasmissione del virus dagli animali selvatici all’uomo e si sommano alla mole di ricerca sull’origine delle malattie zoonotiche in questo tipo di animali. 

Nonostante queste evidenze, da diverse parti si sono levate delle voci su una presunta correlazione tra gli allevamenti e la pandemia. Una visione che i firmatari della lettera respingono fermamente, ricordando invece l’insegnamento che la zootecnia può offrire in termini di prevenzione e gestione delle zoonosi. Grazie alle autorità sanitarie, le malattie negli allevamenti sono costantemente monitorate per scongiurare il rischio di epidemie. Con le moderne pratiche di allevamento e le innovazioni sul fronte della diagnostica veterinaria, inoltre, diversi Paesi sono in grado di gestire con successo molte malattie zoonotiche, a cominciare dalla salmonellosi.

Questo bagaglio di competenze, in materia di igiene e biosicurezza, ad esempio, può essere sfruttato per mettere a punto dei sistemi di allerta più efficaci nel monitoraggio del rischio infettivo nella fauna selvatica, sottolineano i firmatari.

Fornire assistenza alla filiera nella sua attività

La sanità e la sicurezza alimentare sono due facce della stessa medaglia. Solo con allevamenti in cui si garantisce il benessere e la salute degli animali si possono ottenere produzioni sicure, prodotti sani per la popolazione mondiale. E l’emergenza CoVid-19 l’ha dimostrato. La zootecnia ha assicurato elevati standard di sicurezza alimentare per la produzione di latte, carne, uova, pesce. Cibo sano, nutriente e accessibile con cui si è scongiurato il rischio di una potenziale crisi alimentare globale. 

Forte dell’impegno profuso in fase di emergenza internazionale e dell’esperienza maturata nel campo della sicurezza alimentare, i firmatari si rivolgono alle autorità, alle organizzazioni intergovernative e non governative, chiedendo di supportare l’attività della zootecnia. È importante che si riaffermi la sicurezza della produzione zootecnica, ricordando ai consumatori gli standard rispettati e il ruolo dei veterinari e della mangimistica; si respinga la disinformazione in merito alla pandemia; si prosegua il dialogo con tutta la filiera agro-alimentare-zootecnica per capire come poter aiutare i suoi attori nella loro attività.

Foto: © Pavel Losevsky – Fotolia