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Indice prezzi Fao, aumenti anche ad ottobre: +3,2%. Scorte di cereali in diminuzione

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indice dei prezzi pixabay

Nuovi rincari all’orizzonte, l’Indice FAO dei prezzi alimentari ha registrato a ottobre una media di 133,2 punti. Si tratta del 3,2% in più rispetto a settembre, in aumento per il terzo mese consecutivo. I prezzi alimentari mondiali raggiungono un nuovo picco da luglio 2011. La produzione mondiale di cereali è pronta a raggiungere il massimo storico e le scorte sono destinate a diminuire.

Il barometro mondiale dei prezzi alimentari ha raggiunto un nuovo picco secondo quanto riportato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

Il prezzo della carne e dei prodotti lattiero-caseari

L’Indice FAO dei prezzi della carne è sceso dello 0,7% dal suo valore rivisto a settembre, segnando il terzo calo mensile. Le quotazioni internazionali delle carni suine sono diminuite in Cina, mentre la carne bovina ha registrato un forte calo delle forniture dal Brasile. Al contrario, i prezzi del pollame e della carne ovina sono aumentati, spinti dall’elevata domanda globale e dalle scarse prospettive di espansione della produzione.

L’indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è aumentato di 2,6% da settembre. L’andamento è stato influenzato dalla domanda globale di importazioni, generalmente più solida, di burro, latte scremato in polvere e latte intero in polvere, causato dagli sforzi degli acquirenti per assicurarsi le scorte. Al contrario, i prezzi del formaggio sono rimasti sostanzialmente stabili, poiché le forniture dai principali Paesi produttori sono state adeguate a soddisfare la domanda di importazione globale.

Il prezzo dei cereali e degli oli vegetali

L’Indice FAO dei prezzi dei cereali in ottobre è aumentato del 3,2% rispetto al mese precedente. I prezzi mondiali del grano sono invece in aumento del 5% a causa di minori disponibilità globali. In particolare, si è assistito ad una riduzione dei raccolti nei principali esportatori, tra cui Canada, Federazione Russa e Stati Uniti d’America. Anche i prezzi internazionali di tutti gli altri principali cereali sono aumentati di mese in mese.

L’indice dei prezzi dell’olio vegetale è aumentato del 9,6% ad ottobre, raggiungendo il massimo storico. L’aumento è stato trainato dalle quotazioni in rialzo dei prezzi per gli oli di palma, soia, girasole e colza. I prezzi dell’olio di palma sono aumentati per il quarto mese consecutivo in ottobre, in gran parte sostenuti dalle persistenti preoccupazioni per la produzione debole in Malesia, causata della continua carenza di manodopera migrante.

L’Indice FAO dei prezzi dello zucchero è sceso dell’1,8% da settembre, segnando il primo calo dopo sei aumenti mensili consecutivi. Il calo è stato principalmente il risultato della limitata domanda globale di importazioni e delle prospettive di grandi forniture esportabili da India e Thailandia, nonché di un indebolimento del Real brasiliano rispetto al dollaro USA.

Produzione record di cereali nel 2021

Nonostante una produzione mondiale di cereali da record prevista per il 2021, le scorte globali si stanno dirigendo verso una contrazione nel 2021/22. A dirlo sono le nuove previsioni del Bollettino della domanda e dell’offerta di cereali della FAO.

La previsione per la produzione mondiale di cereali nel 2021 è ora fissata a 2 793 milioni di tonnellate. Il calo di 6,7 milioni di tonnellate rispetto al precedente rapporto di ottobre è dovuto ai tagli alle stime della produzione di grano in Iran, Turchia e Stati Uniti.

Al contrario, la produzione mondiale di cereali secondari è stata rivista al rialzo. Una revisione al rialzo della produzione di mais è stata guidata da rendimenti migliori del previsto in Brasile e India e da migliori prospettive in diversi paesi dell’Africa occidentale. Rispetto allo scorso anno, si prevede che la produzione cerealicola mondiale aumenterà e raggiungerà un nuovo livello record.

Previsto a 2 812 milioni di tonnellate l’utilizzo totale mondiale dei cereali nel 2021/22. L’aumento stimato è intorno all’1,7% rispetto al livello stimato per il 2020/21. Le cause sono un maggiore consumo globale di grano, in aumento di pari passo con la popolazione mondiale, mentre si prevedono anche maggiori usi alimentari e industriali del mais.

Le scorte sono destinate a diminuire

Le scorte mondiali di cereali entro la fine della stagione nel 2022 diminuiranno dello 0,8% al di sotto dei livelli di apertura, a 819 milioni di tonnellate. Di conseguenza, si prevede che il rapporto tra scorte e consumi mondiali di cereali diminuirà leggermente, dal 29,4% nel 2020/21 al 28,5% nel 2021/22. Tuttavia, si tratta di un livello complessivamente confortevole.

A seguito di una revisione al rialzo questo mese sul commercio globale di grano e riso più forte del previsto, si prevede che il commercio mondiale di cereali si espanderà e raggiungerà un nuovo record nel 2021/22 a 478 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,3% rispetto ai livelli 2020 /21.

Foto: Pixabay