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Sicurezza alimentare, in Italia oltre mezzo milione di ispezioni su tutta la filiera

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Nel corso dell’anno il Sistema sanitario nazionale è impegnato anche sul fronte della sicurezza alimentare, una questione di salute e sanità pubblica veterinaria. In occasione della Giornata mondiale dedicata proprio a questo tema, lo scorso 7 giugno, il ministero ha fornito un quadro della sua attività finalizzata a scongiurare rischi per i consumatori. Questi derivano dalla produzione e dal commercio di alimenti e bevande senza rispettare le normative in materia nazionali e comunitarie. Le malattie a trasmissione alimentare, infatti, rappresentano un grave rischio per la salute in particolare delle fasce di popolazione più vulnerabili: nel mondo sono 600 milioni di persone colpite ogni anno. 

Analisi anche su materiali a contatto con alimenti

Nel 2018 l’attività del Controllo ufficiale sugli alimenti si è articolata in circa 510 mila ispezioni negli stabilimenti di produzione, trasformazione, deposito, trasporto, vendita al consumatore finale e somministrazione. Le attività produttive più ispezionate sono stati i centri di depurazione dei molluschi vivi bivalvi (il 99% degli stabilimenti è stato ispezionato).

Con riferimento alle attività analitiche di controllo ufficiale coordinate dal ministero, sono stati prelevati 50.481 campioni su alimenti e bevande. La percentuale più alta è relativa agli alimenti di origine animale: 46%. A seguire, con il 26%, gli altri prodotti alimentari e gli alimenti di origine vegetale con il 18% e, per finire, le bevande col 10%. Le analisi sono state 129.504, eseguite anche allo scopo di individuare eventuali residui di prodotti fitosanitari, come pesticidi e antiparassitari, e di farmaci e anabolizzanti in allevamento e nella fase di prima trasformazione.

Nelle matrici alimentari le irregolarità sono state l’1,14%. Hanno riguardato prevalentemente i prodotti di origine animale con non-conformità di tipo microbiologico, in particolare la presenza di batteri patogeni. La maggior parte delle ricerche analitiche per elementi chimici ha interessato la presenza di metalli pesanti come mercurio, cadmio, piombo e delle 21.518 analisi le irregolarità sono state lo 0,27%.

Nel novero dei prodotti controllati rientrano anche i cosiddetti Moca, ovvero i materiali destinati a entrare in contatto con gli alimenti, quindi i materiali usati in casa per conservare e cuocere i cibi ma anche quelli utilizzati dall’industria alimentare. Nel 2018 i campioni prelevati nell’ambito delle attività analitiche di controllo ufficiale coordinate dal ministero sono stati 914. Su questi sono state eseguite 2.727 analisi (in media tre a campione) ed è emersa una sola non-conformità.

Lo scorso anno 373 segnalazioni al sistema di allerta europeo

L’attività di vigilanza ha riguardato anche i prodotti importati in Italia: circa 146 mila partite di alimenti di origine vegetale e animale sono state controllate all’importazione nel 2018. Inoltre, nell’ambito del Sistema di allerta rapido europeo, nel 2019 le autorità competenti hanno trasmesso dall’Italia 373 notifiche di rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi ad alimenti e mangimi.

L’efficacia del sistema dei controlli ufficiali per la sicurezza alimentare è garantita da una serie di audit del ministero della Salute sulle Regioni e delle Regioni sulle Asl. Nel 2019 sono stati effettuati 151 audit in tutto e hanno rilevato che i sistemi di controllo lungo la filiera sono caratterizzati da istruzioni puntuali, da una programmazione adeguata, dalla disponibilità di procedure documentate, dalla presenza di personale qualificato e da un’idonea comunicazione.

In Italia i controlli e la vigilanza sugli alimenti sono affidati anche ai Carabinieri per la tutela della salute, i Nas, attivi nel contrasto a frodi, contraffazioni e sofisticazione nel settore dell’alimentazione. Nel 2018 i controlli sono stati 51.194, di cui 31.479 nei settori d’interesse del Piano Nazionale Integrato. In quest’ultimo ambito sono state riscontrate più irregolarità nel comparto della ristorazione (44%), delle farine, pane e pasta (39%) e del latte e derivati (35%), con un andamento in linea con gli anni precedenti.

Foto: Pixabay