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Fefac, Farm to Fork e Biodiversità: valutare con cura l’impatto delle misure specifiche

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La visione complessiva delle due strategie europee a difesa di sostenibilità e biodiversità in agricoltura è condivisibile, ma gli interventi legislativi specifici con cui concretizzarla devono essere valutati attentamente. Fefac, la Federazione dei Produttori europei di mangimi, accoglie le comunicazioni della Commissione europea sulla Strategia sulla Biodiversità e su Farm to Fork, ma sottolinea il rischio che il perseguimento di obiettivi confliggenti possa avere l’effetto opposto e indebolire la produzione alimentare europea.

Fefac si fa portavoce di un settore della filiera agroalimentare che incarna un principio come quello dell’economia circolare e che persegue valori come la tutela dell’ambiente e la sostenibilità. La visione è comune a quella dell’Ue impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici e nell’uso più efficiente delle risorse disponibili. Fefac condivide poi l’analisi della Commissione sul ruolo centrale della Pac come strumento politico per assicurare a tutti cibo accessibile, sicuro e sostenibile. Tuttavia – sottolinea l’organizzazione – nessun sistema alimentare può essere sostenibile senza la zootecnia. 

Gli animali da allevamento hanno infatti un ruolo essenziale nella trasformazione di ingredienti dallo scarso valore nutritivo in alimenti ad alto valore come latte, carne e uova. Inoltre dagli allevamenti arrivano fertilizzanti organici riutilizzabili all’interno di un sistema di economia circolare. 

Obiettivi relativi a produzione domestica di proteine vegetali

Tuttavia Fefac non manca di sottolineare gli aspetti più critici di questa nuova strategia dell’Ue. In particolare di alcuni suoi orientamenti politici che definiscono obiettivi contrastanti che possono avere un effetto contrario a quanto desiderato e quindi ridurre la capacità produttiva dell’Ue. Ecco perché è importante eseguire una valutazione d’impatto prima di definire qualsiasi misura legislativa specifica, sottolinea Fefac, per assicurare coerenza politica a livello europeo e nazionale soprattutto riguardo gli obiettivi dell’Ue di aumentare la produzione domestica e la competitività delle proteine vegetali. 

L’invito è ribadito da Nick Major, presidente di Fefac, che ricorda la necessità di “evitare qualsiasi conseguenza inintenzionale negando l’accesso a tecnologie verificate agli agricoltori senza fornire adeguate ed efficaci alternative”.

Negli ultimi anni Fefac, prima della svolta verde dello European Green Deal e delle strategie dell’Ue, ha già sviluppato strumenti per i suoi membri e per gli allevatori per una zootecnia più sostenibile. Nel 2018 ha adottato una metodologia basata sull’Analisi del ciclo di vita per misurare la performance ambientale dei mangimi validata dai 28 Paesi membri Ue e dal Dipartimento della Commissione Ue responsabile per l’ambiente. Le linee guida di Fefac sulla soia hanno dato un importante contributo per agevolare la trasformazione della filiera in Ue ed è in fase preparatoria un nuovo modulo sulla fornitura della soia che contribuisca alla deforestazione.

Foto: © branex_Fotolia