Home Economia Crefis – Osservatorio materie prime e settore suinicolo (dicembre 2021-gennaio 2022)

Crefis – Osservatorio materie prime e settore suinicolo (dicembre 2021-gennaio 2022)

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foto pixabay

L’analisi dell’andamento dei mercati curata da Crefis, Centro di Ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica S.C. Su crefis.it sono disponibili gratuitamente, previa registrazione, altre informazioni aggiornate con cadenza settimanale o mensile, in funzione della disponibilità.

MATERIE PRIME: L’ANDAMENTO DEI MERCATI

Negli ultimi due mesi, dicembre 2021 e gennaio 2022, mentre i prezzi del mais sono andati stabilizzandosi, almeno sul mercato nazionale, quelli della soia non sembrano aver trovato ancora un punto di equilibrio stabile o una tendenza chiara. Le quotazioni del mais nazionale sul mercato di Milano sono cresciute solo dello 0,3% nel mese di dicembre rispetto a novembre, ma nel mese di gennaio sono diminuite del -0,2%. Si può quindi parlare di una sostanziale stabilizzazione, sia per il prodotto con caratteristiche che per quello Contratto 103. È molto interessante, invece, sottolineare il calo dei prezzi del prodotto di importazione, sia comunitario che non comunitario. Nel primo caso, dopo un lieve incremento a dicembre (+0,4% rispetto a novembre), a gennaio si è registrata una riduzione pari a -1,5%, che ha riportato il prezzo a 290,3€/t. Per il prodotto non comunitario la riduzione è iniziata già a dicembre (-0,8%) ed è proseguita, amplificandosi, a gennaio: -1,7% rispetto a dicembre. Il prezzo è così sceso a 288,3€/t. Sul mercato nazionale, quindi, si è assistito, soprattutto negli ultimi mesi, ad un progressivo riavvicinamento tra le quotazioni del prodotto nazionale, sostanzialmente stabili, e quelle del prodotto di importazione in tendenziale diminuzione (fig. 1).

Un altro aspetto interessante è quello del progressivo avvicinamento delle quotazioni del prodotto di importazione di origine non comunitaria sulla piazza di Milano con il prezzo internazionale negli USA. Come si evidenzia bene nella figura 2, mentre le quotazioni USA sono in aumento (+6,0% a dicembre su novembre e +2,1% a gennaio su dicembre), quelle del prodotto importato in Italia sono in diminuzione. È evidente che la riduzione di questa “forbice” tra i prezzi è probabilmente dovuta alla riduzione degli oneri di trasporto, seguente a una progressiva riduzione delle criticità a livello di logistica globale. Per la soia la situazione è diversa. Come è noto agli operatori, la quotazione del prodotto nazionale ha subito sbalzi fortissimi sia nella primavera dello scorso anno che in autunno, come si evince anche dalla figura 2. Negli ultimi mesi sembra che tali valori, del tutto indifferenti all’andamento delle quotazioni del prodotto importato in Italia e del mercato internazionale, stiano riavvicinandosi a quelli del prodotto importato, come peraltro ci si aspetterebbe. Le quotazioni del prodotto di origine estera, dopo aver toccato un picco nell’aprile 2021 e dopo essere scese, successivamente fino a ottobre, sono risalite nuovamente fino al mese di gennaio 2022. Si tratta di capire ora cosa potrà succedere fino a primavera quando usciranno le previsioni di semina dell’emisfero nord, quindi principalmente degli Stati Uniti. Sempre che non si verifichino altri shock dal lato della domanda.

L’ANDAMENTO DEI MERCATI SUINICOLI

Il prezzo dei suini pesanti da macello del circuito tutelato è cresciuto fino al mese di dicembre 2021 (+7,1% rispetto a novembre), seguendo un andamento stagionale abbastanza tipico: la quotazione media mensile è stata pari a 1,645 euro/kg di peso vivo. Nel successivo mese di gennaio 2022, come sempre succede in questa parte dell’anno, l’evoluzione è stata negativa (-4,4% rispetto a dicembre) anche se le quotazioni sono rimaste comunque a livelli significativi: il dato medio mensile è stato pari a 1,573 €/kg. In entrambi i mesi le quotazioni medie sono sensibilmente superiori a quelle corrispondenti dell’anno precedente: +35,5% dicembre 2021 su dicembre 2020, +26,5% gennaio 2022 su gennaio 2021.

Le quotazioni hanno tenuto, sostanzialmente, distanziandosi in misura significativa rispetto a quelle degli altri Paesi europei, segno di una tonicità del mercato nazionale migliore rispetto a quella del mercato europeo. Questa condizione è confermata anche dal buon andamento dei prezzi delle cosce fresche per crudo tipico che sono aumentate sia a dicembre che a gennaio, rispetto ai mesi precedenti (fig. 2). È soprattutto questo dato che è riuscito a sostenere la quotazione del suino pesante tipico in questi mesi.

Ma la quotazione delle cosce fresche, a sua volta, è frutto della significativa ripresa delle quotazioni del Parma stagionato (fig. 4), ancora in crescita rispetto ai mesi precedenti. Le quotazioni medie mensili del Parma stagionato pesante, infatti, sono aumentate del 18% a dicembre 2021 rispetto al dicembre 2020, e del 18,5% a gennaio 2022 rispetto a gennaio 2021.

Per analizzare meglio la situazione economica della filiera, come è noto, non è sufficiente analizzare i prezzi dei prodotti finiti. L’indice Crefis di redditività dell’allevamento a ciclo chiuso (tab. 2), infatti, è aumentato a dicembre rispetto al mese precedente, ma è diminuito a gennaio (fig. 5). E ciò è frutto delle interazioni tra l’andamento dei prezzi del suino pesante da macello del circuito tutelato e, dal lato dei costi di produzione, dall’evoluzione dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione. Per maggiori dettagli si veda la newsletter mensile di Crefis, disponibile gratuitamente sul sito (www.crefis.it).

di Gabriele Canali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Direttore di Crefis

Foto: Pixabay