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Coronavirus, Oie e Wva: Fondamentale garantire i servizi veterinari

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I servizi veterinari devono essere assicurati come servizi essenziali nella gestione dell’emergenza coronavirus. L’Oie, l’Organizzazione mondiale per la Salute animale, e la Wva, l’Associazione veterinaria mondiale, hanno ricordato il ruolo cruciale svolto dai professionisti del settore per la salute pubblica. Grazie alla loro opera, infatti, è possibile tutelare la salute e il benessere degli animali, da compagnia e da reddito, e quindi contribuire alla sicurezza alimentare e alla continuità dell’approvvigionamento per le popolazioni interessate dalla pandemia di CoVid-19.

In molti Stati – ricordano le due organizzazioni – sono state assunte delle misure restrittive che hanno sospeso quelle attività ritenute non essenziali. Tra queste non possono essere incluse quelle veterinarie: le attività specifiche dei servizi veterinari sono infatti essenziali. Grazie al corpo veterinario si prevengono e si gestiscono le malattie infettive che colpiscono gli animali comprese quelle che possono trasmettersi all’uomo. 

Pertanto – operando sempre in condizioni di sicurezza per prevenire i contagi – i veterinari devono poter proseguire con l’esecuzione delle misure di profilassi, ad esempio le vaccinazioni contro malattie rilevanti per la salute e l’economia pubblica. Devono poter garantire l’ingresso nella filiera alimentare degli animali in salute e dei prodotti da essi ricavati. Devono poter gestire le situazioni di emergenza e assicurare che i servizi ispettivi e regolatori possano sovrintendere all’integrità della salute pubblica. Inoltre è opportuno che l’attività di ricerca prioritaria possa proseguire.

L’emergenza CoVid-19 in Italia

In Italia, sin dai primi provvedimenti sulla gestione dell’emergenza sanitaria, l’attività veterinaria è stata annoverata come necessaria. Nelle disposizioni attuative del dl del 23 febbraio, valido inizialmente per la zona rossa tra Lombardia e Veneto, si disponeva la sospensione delle attività lavorative escluse quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità “ivi compresa l’attività veterinaria”. Nel dpcm dell’11 marzo, invece, si è garantita la continuità delle attività del settore zootecnico compresa la filiera che fornisce i servizi necessari. 

Lo stesso regime di esenzione per i servizi veterinari è stato previsto nel dpcm del 22 marzo sulla chiusura delle attività produttive non essenziali o strategiche. Come ricorda infine l’Anmvi, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, al momento, su tutto il territorio nazionale, è consentito uscire di casa per le cure veterinarie e per le necessità fisiologiche degli animali da compagnia.

Foto: Pixabay