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Guerra in Ucraina: sale il prezzo del grano, giù i listini del mais

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I prezzi dei seminativi rilevati in Italia sulle principali piazze di contrattazione e aggiornati ad aprile 2022 hanno registrato ulteriori rincari su base mensile, ad eccezione del mais per il quale si rileva un lieve ripiegamento dei listini. Lo evidenzia l’Ismea nella terza nota di aggiornamento sull’evoluzione dell’impatto della guerra sui mercati dei cereali e della soia.

Lo scenario internazionale

A partire dalla seconda metà del 2020, lo scenario internazionale dei mercati è stato caratterizzato da un incremento dei prezzi delle principali commodity energetiche e agricole, riconducibili a un insieme di fattori di natura congiunturale, strutturale e speculativa. Infatti, la improvvisa e intensa ripresa della domanda mondiale della prima fase post pandemica ha determinato problemi organizzativi e logistici dei principali scali mondiali, il conseguente rallentamento delle catene di fornitura globali, gli aumenti vertiginosi dei costi di trasporto e dei noli dei container.

A questi fattori di tensione, si sono aggiunti un significativo incremento dei prezzi delle materie prime energetiche, l’aumento delle richieste di alcune materie prime agricole, le limitazioni all’export intraprese dalla Russia nel 2021 allo scopo di contenere l’aumento dei prezzi alimentari sul mercato interno ma con l’effetto di ridurre i volumi esportati.

La guerra in atto tra Russia e Ucraina si è inserita in tale contesto, determinando un’ulteriore pressione sui mercati internazionali, soprattutto in riferimento a frumento tenero, mais e orzo per i quali i due Paesi detengono un ruolo importante a livello mondiale in termini di produzione e di export.

Prezzi in Italia

I prezzi rilevati in Italia aggiornati ad aprile 2022 hanno evidenziato ulteriori rincari su base mensile. Fa eccezione soltanto il mais che evidenzia un lieve ripiegamento dei listini. In particolare, il prezzo del frumento duro conferma una sostanziale stabilizzazione dei listini, dopo i record dello scorso novembre e gennaio. Ad aprile il prezzo è stato pari a 503,66 euro/t (+84,2% rispetto aprile 2020, +86,5% su aprile 2021 e +1,4% sul mese precedente). Per tale prodotto la guerra in Ucraina non ha alcuna connessione diretta. La produzione ed esportazione mondiale sono influenzate dal Canada, che nel 2021 ha perso il 60% dei propri raccolti.

Per il frumento tenero, i prezzi sono rimasti molto sensibili agli sviluppi nella regione del Mar Nero. Il prezzo medio nazionale nel mese di aprile ha raggiunto 398,95 euro/t: +70,9% tendenziale e +2,1% sul mese precedente. Dall’inizio della guerra, alla Borsa merci di Chicago le quotazioni a termine del frumento tenero hanno evidenziato incrementi consistenti.

La contrazione mensile del prezzo della granella di mais non è attualmente indicativa di una inversione della tendenza del mercato. Permangono le preoccupazioni sulla mancanza del mais ucraino. Lo scorso aprile il prezzo della granella di mais ha evidenziato infatti una leggera flessione mensile attestandosi a 371,94 euro/t (+59,5 su aprile 2021 e -2,6% su marzo 2022). Dall’inizio del conflitto, alla Borsa merci di Chicago le quotazioni a termine del mais hanno mostrato oscillazioni giornaliere evidenti ma con una costante tendenza all’aumento dei prezzi.

In costante aumento risulta anche il prezzo dell’orzo. Ad aprile 2022, il prodotto ha raggiunto il record di 362,64 euro/t, un valore più elevato dell’89,3% rispetto ad aprile 2021 e del 3,7% rispetto a marzo. Con riferimento ai prodotti proteici a destinazione mangimistico-zootecnica, prosegue anche ad aprile l’incremento del prezzo della soia, che raggiunge il record oltrepassando 700 euro/t.

Costi di produzione e importazioni in Italia

Dal lato dei costi di produzione, nel corso del 2021 e nei primi mesi del 2022 l’Indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti per le coltivazioni dei cereali ha mostrato un marcato rialzo in ragione degli aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche oltre che dei fertilizzanti. L’incremento dei prezzi ha segnato a marzo 2022 un +31,6% tendenziale, dovuto soprattutto ai listini di prodotti energetici e concimi, rispettivamente +64,7% e +48,5% rispetto al valore registrato nello stesso mese del 2021.

Sul fronte delle importazioni nazionali, le indicazioni ad oggi disponibili sono riferite allo scorso mese di gennaio. Dopo il calo annuo del 26% circa dei volumi importati di frumento duro nel 2021, a gennaio 2022 la tendenza flessiva si è confermata, con le richieste all’estero scese a 148 mila tonnellate (-48% tendenziale). Si sono ridotte le provenienze dal Canada (-86% a 28 mila tonnellate), compensate dagli arrivi dalla Grecia che con più di 29 mila tonnellate (3 mila tonnellate a gennaio 2021) è stato il primo fornitore.

Al contrario, a gennaio 2022 è aumentato, rispetto allo stesso mese del 2021, l’import di frumento tenero (+22,2% a 373 mila tonnellate), grazie a maggiori forniture provenienti da Ungheria (12,1% a 95 mila tonnellate), Croazia (+85,3% a 15 mila tonnellate) e soprattutto USA che ha inviato sul mercato nazionale più di 32 mila tonnellate contro 600 tonnellate di gennaio 2021. Sono aumentate anche le richieste all’estero del mais (+18% a 542 mila tonnellate), soddisfatte nella misura del 40% dall’Ucraina dalla quale sono pervenute 215 mila tonnellate contro poco più di 50 mila tonnellate di gennaio 2021.

Foto: ©mozZz_Fotolia