Il mercato delle polizze agricole raggiunge un nuovo record: 8,9 miliardi di euro i valori assicurati nel 2021, con un incremento del 5% rispetto alla precedente annualità. Lo rivela Ismea nell’edizione 2022 del consueto “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura”. Nel 2021, nonostante il contesto dell’emergenza pandemica, il mercato assicurativo agricolo agevolato ha mostrato una buona capacità di adattamento a livello di «sistema», affrontando efficacemente le restrizioni e le difficoltà logistiche e operative.
In questo contesto il sistema della contribuzione pubblica, grazie anche alle azioni intraprese per lo snellimento burocratico e per la riduzione del carico amministrativo in capo ai beneficiari, ha proseguito il percorso di efficientamento che, nel comparto delle colture vegetali, ha portato il rapporto tra pagamenti e risorse impegnate al 95%. Contestualmente, si è riscontrata una significativa riduzione dei tempi medi di erogazione del sostegno in favore degli agricoltori, con il numero dei giorni intercorrenti tra la data di presentazione della domanda di sostegno e quella di concessione del contributo sceso a 21, a fronte dei quasi 200 del 2017.
La geografia delle polizze
Nel 2021 cresce il numero della aziende assicurate e i valori assicurati nelle regioni del Sud Italia, rispettivamente dello 0,7% e del 10,1%. Una dinamica in parziale controtendenza con quella delle regioni settentrionali, dove a fronte di una crescita dei valori assicurati (+5,5%) si è riscontrata una leggera diminuzione (-0,2%) del numero di aziende.
Nel Centro Italia gli andamenti sono apparsi negativi sia in relazione ai valori (-12%) sia al numero di aziende assicurate (-9,9%). A livello di portafoglio prodotti si evidenzia l’elevata concentrazione delle polizze agevolate su colture e filiere caratterizzate da una forte propensione all’esportazione, con una prevalenza di contratti sulle uve da vino, seguite da mele, riso, pomodoro da industria, pere e actinidia, prodotti che nel complesso rappresentano il 60% dei valori assicurati totali.
Questa elevata incidenza limitata a poche colture denota l’importanza e la selettività dello strumento assicurativo a tutela e garanzia di rafforzamento del «made in Italy» agroalimentare, che nel 2021 ha conseguito il record di oltre 50 miliardi di euro di esportazioni.
Il 2021 è stato anche l’anno del consolidamento dei fondi di mutualità e per la stabilizzazione del reddito. Al riguardo, è stata conclusa l’attività istruttoria relativa a cinque fondi di mutualità e ad altrettanti fondi IST, nei settori latte, mele e ortofrutta, mentre è stato avviato l’iter istruttorio per il riconoscimento di tre nuovi fondi IST nei settori latte, riso e barbabietola da zucchero. Inoltre, il Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2022 ha previsto l’abbassamento della soglia di danno dei fondi di mutualizzazione dal 30% al 20%.
Vincoli strutturali e criticità del sistema
Il numero di aziende assicurate resta relativamente contenuto: circa 74.000 unità a fronte di più di 770.000 aziende agricole beneficiarie di pagamenti della PAC (il valore assicurato copre tuttavia oltre il 20% del valore della produzione agricola relativa alle sole coltivazioni vegetali). La concentrazione territoriale e la limitatezza della base assicurata, in abbinamento all’evoluzione sfavorevole dei tassi di sinistrosità per il comparto agricolo, trovano un inevitabile riflesso in politiche assuntive sempre più selettive – soprattutto riguardo alle avversità catastrofali – e nell’aumento progressivo dei tassi (tariffe assicurative) praticati dalle compagnie.
Dall’analisi dei dati 2021 emerge un incremento dei costi medi assicurativi, in termini reali (al netto cioè dell’inflazione) del 2,5% (+4,4% nominale) rispetto al 2020. I premi, in valore assoluto, hanno raggiunto un picco di 610,8 milioni di euro, corrispondente a una tariffa media nazionale che per la prima volta ha superato la soglia del 9%.
Un fenomeno, quest’ultimo, che desta particolare preoccupazione se letto congiuntamente alle tendenze del mercato riassicurativo – caratterizzato dal progressivo abbandono del “ramo” agricolo da parte di diversi player, specie con riferimento ai rischi catastrofali – e al peggioramento del quadro meteoclimatico. Nel 2021 la siccità ha limitato le produzioni in diversi ambiti territoriali (in particolare in Toscana, Umbria, Marche, Emilia-Romagna e Puglia), in un’annata pregiudicata, relativamente ad alcune colture, anche da fenomeni di gelo tardivo verificatisi nel periodo compreso tra fine marzo e metà aprile.
Il Fondo Mutualistico Nazionale Catastrofale AgriCAT
Al fine di potenziare gli strumenti di gestione del rischio in agricoltura è stata avviata, nel 2022, la sperimentazione di un Fondo Mutualistico Nazionale Catastrofale denominato AgriCAT, per la copertura integrativa dei danni alle produzioni agricole causati da gelo e brina, siccità e alluvione, istituito con la Legge n. 234 del 30 dicembre 2021. Lo strumento, che si rivolge all’intera platea delle aziende agricole italiane, punta al riequilibrio settoriale e territoriale nella distribuzione delle coperture e dei risarcimenti nonché alla riduzione dell’esposizione al rischio rispetto agli eventi a più alta intensità di danno.
Nel Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2022 (PGRA), adottato dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Fondo mutualistico nazionale si inserisce in un nuovo approccio di gestione del rischio basato sull’interazione tra strumenti complementari. A un primo livello, costituito dal Fondo AgriCAT (copertura obbligatoria che funge da “condizionalità” di ingresso nel sistema di gestione del rischio, con l’obiettivo di coprire almeno il 50% del valore dei danni catastrofali medi nazionali), si aggiunge un secondo livello (facoltativo), rappresentato dalle polizze agevolate in combinazione con i fondi di mutualità e IST e con la riassicurazione, e un terzo livello incentrato sulle misure di prevenzione e mitigazione dei rischi, sul risk assessment e sugli interventi ex-post.
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