Home Attualità Riforma Indicazioni Geografiche, De Castro: “In etichetta oltre al logo IG anche...

Riforma Indicazioni Geografiche, De Castro: “In etichetta oltre al logo IG anche nome e cognome del produttore”

860
0

La Commissione europea ha pubblicato una proposta legislativa per la revisione del Sistema delle Indicazioni Geografiche (IG) dell’Unione europea. Le nuove misure dovrebbero aumentare l’adozione delle indicazioni geografiche in tutta l’Unione a vantaggio dell’economia rurale e ottenere un livello di protezione più elevato, soprattutto online. L’obiettivo è mantenere la qualità e gli standard alimentari elevati, preservando il patrimonio culturale, gastronomico e locale, e certificando i prodotti tipici europei.

Mangimi&Alimenti ha raccolto il punto di vista dell’eurodeputato Paolo De Castro, relatore della riforma. De Castro, eletto membro del Parlamento europeo per la prima volta nel maggio 2009 e diventato presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale, è stato confermato per le successive legislature nel 2014 e nel 2019. Attualmente è coordinatore del Gruppo dei Socialisti e Democratici in Commissione agricoltura.

Quanto è importante la riforma e come migliorerà il lavoro dei produttori Dop Igp Stg italiani?

La riforma del Sistema delle Indicazioni geografiche è importante e necessaria per più motivi. Il regolamento Ue che norma il settore risale a dieci anni fa e nel frattempo molte cose sono cambiate: sul mercato sono moltiplicati gli alimenti che hanno ottenuto il riconoscimento, ma sono aumentati anche i tentativi di imitazione che tendono a squalificarli. E questo non possiamo accettarlo. L’obiettivo è proprio quello di tutelare il lavoro dei produttori e i consumatori consapevoli, comunitari e italiani in particolare.

Nella valutazione d’impatto citata nella proposta legislativa si fa menzione di una carenza in materia di controllo e applicazione della legge (mercato a valle) e differenze di attuazione che comportano difficoltà nell’applicazione dei Diritti di proprietà intellettuale (Dpi) dei produttori al di fuori dello Stato membro di produzione. Quale strada sta prendendo l’Europa per migliorare questi aspetti?

Il problema non risiede tanto nella carenza di controlli, ma nel rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela che devono essere più autorevoli, dentro e fuori il mercato Ue, facendo leva sulla semplificazione, su una maggiore trasparenza e programmazione dell’offerta. L’Europa e le sue istituzioni, come il Parlamento, non possono che tracciare un percorso di legge che agevoli il sistema nell’interesse di tutti.

Come si intendono contrastare le imitazioni diffuse nel mondo e le frodi su internet?

Il contrasto a prodotti falsi e privi di qualità deve passare dalla possibilità di accertare, misurare lungo le filiere produttive determinati standard. Le frodi, direttamente in campo come su internet, richiedono un continuo e rigoroso lavoro di monitoraggio da parte di tutti gli operatori.

Tra le modifiche già annunciate e richieste a gran voce dal settore agroalimentare c’è un potenziamento del ruolo dei Consorzi. Come pensa potrà essere implementata la riforma da questo punto di vista?

I Consorzi rappresentano lo snodo del sistema e la riforma deve puntare, ripeto, a un loro rafforzamento a prescindere dai numeri: quelli più grandi e strutturati non potranno che proseguire la strada percorsa negli anni, con credibilità e rigore; quelli di dimensioni più piccole o di recente costituzione, per essere ugualmente autorevoli ed efficienti, potrebbero essere supportati nella gestione dagli Stati membri o enti territoriali. E questa è un’ipotesi sulla quale stiamo ragionando”.

Infine, si registra una scarsa conoscenza del logo IG da parte dei consumatori e anche una limitata comprensione delle qualità di questi prodotti. Come si possono rendere i cittadini più consapevoli?

I cittadini e consumatori devono essere informati in modo semplice e chiaro su cosa sono i prodotti a Indicazione geografica ed essere messi nella condizione di scegliere senza condizionamenti al momento dell’acquisto. Tra le proposte che stiamo valutando, c’è anche quella di indicare in etichetta, oltre al logo IG, anche nome e cognome del produttore. Una sorta di ‘patente’ che eviti equivoci sulla provenienza di quel prodotto e prevenga ogni tentativo di imitazione.

di Anna Roma