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Blocco traffico Brennero, anche i cereali tra le categorie colpite

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Dal primo gennaio sono entrate in vigore in Austria delle nuove limitazioni al traffico veicolare sull’autostrada che porta al valico del Brennero, quindi al confine con l’Italia. I divieti sono settoriali, quindi è stato imposto il blocco al trasporto su tir di determinate categorie di prodotti. Tra queste anche i cereali, con probabili ricadute per l’economia italiana. Il caso è stato portato anche all’attenzione dell’Unione europea. A dicembre, prima che entrassero in vigore le nuove norme, il ministro Paola De Micheli ha incontrato il neocommissario Ue ai Trasporti Valean per ribadire il rispetto delle regole comuni sulla concorrenza e la libera circolazione delle merci. E si è detto pronto a incontrare il suo omologo austriaco il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in risposta a un’interrogazione della senatrice altoatesina Unterberger. 

Le nuove disposizioni sono state adottate dal presidente della Regione Tirolo in difesa dell’ambiente. Da anni, come lamentano le autorità locali, nelle autostrade Inntal A12 e Brennero A13 i limiti della quantità di biossido d’azoto presente nell’atmosfera vengono regolarmente superati. Il contributo del traffico veicolare ha inciso notevolmente, in particolare l’apporto di emissioni da parte dei furgoni è stato di circa il 20%. 

Ecco che, per tutelare la qualità dell’aria, è stato imposto il divieto di trasporto con mezzi pesanti di determinate categorie di beni su un tratto dell’autostrada Inntal A12, tra Langkampfenn e Ampass e in entrambi i sensi di marcia. I settori interessati sono carta e cartone, prodotti a base d’oli minerali fluidi, cemento, calce e gesso, tubi e profilati cavi, cereali, che vanno ad aggiungersi ad altre categorie (dai rifiuti ai minerali ferrosi e non, dal legname in tronchi al marmo e travertino). Le uniche deroghe valgono per determinate classi Euro, comunque immatricolate dopo il 31 agosto 2018, e per veicoli elettrici o a idrogeno.

Cresce l’import di cereali

Il valico del Brennero è uno degli snodi centrali dell’asse commerciale tra il Mediterraneo e il Centro-Nord Europa e di tutta la rete del commercio estero nazionale. Secondo Confcommercio-Conftrasporto i blocchi voluti dal Tirolo sono deleteri: “Il 70% dei flussi import/export Italia-Europa passa per le Alpi, e il Brennero, da solo, assorbe un quarto dei transiti, per 2,4 milioni di tir all’anno”, ha ricordato il vicepresidente dell’associazione Paolo Uggè.  

Di ‘misure protezionistiche’ ha parlato Anita, l’Associazione nazionale Imprese trasporti automobilistici. L’interscambio commerciale dell’Italia con i solo Paesi disposti lungo il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, ovvero Austria e Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, pari nel 2018 a oltre 212 milioni di euro, potrebbe dunque subire forti ripercussioni. 

Uno dei settori nei quali l’importanza degli scambi commerciali è evidente è proprio quello cerealicolo. L’Italia, infatti, dipende ampiamente dall’approvvigionamento estero. Secondo gli ultimi dati diffusi da Anacer la quantità di cereali importata è cresciuta del 2% tra i primi dieci mesi del 2019 e lo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare sono incrementati gli arrivi di grano duro e mais con Ungheria, Ucraina e Francia come principali fornitori di cereali in granella. Restringendo l’area di interesse ai Paesi Ue, proprio l’Austria è uno dei principali esportatori di cereali verso l’Italia con oltre 988 mila tonnellate, più del doppio delle spedizioni provenienti dalla Germania (dati Ismea riferiti al 2018). 

Foto: Pixabay