Home Attualità Deforestazione UE: sì a collaborazioni più forti, ma manca la tracciabilità

Deforestazione UE: sì a collaborazioni più forti, ma manca la tracciabilità

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A seguito del voto della commissione ENVI sul regolamento per le materie prime prive di deforestazione, COCERAL, FEDIOL e FEFAC sostengono il ruolo più forte che il comitato ha assegnato ai partenariati tra l’UE e i paesi produttori per facilitare l’attuazione dei requisiti del regolamento. Per le associazioni di settore, questa scelta sarà fondamentale per migliorare la tracciabilità. Molti ostacoli dovranno essere infatti rimossi – spiegano i rappresentanti degli agricoltori – cosa che può verificarsi solo se la Commissione, gli Stati membri, i governi dei paesi produttori, gli operatori, i piccoli proprietari e altri attori economici locali nella fornitura catena e le ONG lavorano insieme in sinergia.

La posizione di COCERAL, FEDIOL e FEFAC

Sebbene la commissione ENVI abbia rafforzato così parte del regolamento, COCERAL, FEDIOL e FEFAC contestano il mancato mantenimento della tracciabilità dell’area di produzione per consentire agli operatori il tempo di affrontare le sfide legate all’obbligo di geolocalizzazione delle coordinate di appezzamenti di terreno. Le associazioni ritengono che la tracciabilità dell’area di produzione dovrebbe essere il punto di partenza, in quanto questa forma di tracciabilità, unita al monitoraggio satellitare e ai controlli a terra, è sufficiente a dimostrare un rischio trascurabile di deforestazione legato alla filiera di un operatore, soprattutto se verificata annualmente.

“A nostro avviso, è essenziale affrontare le sfide prima di rendere necessaria la geolocalizzazione di appezzamenti di terreno, poiché un ritardo nell’affrontare gli ostacoli creerà incertezza, soprattutto per quanto riguarda il rischio di approvvigionamento da piccoli proprietari e la loro potenziale esclusione al fine di essere conforme al regolamento”, è quanto si legge nella nota congiunta di COCERAL, FEDIOL e FEFAC. “È evidente che tali sfide sono state sottovalutate. Lo dimostra il breve lasso di tempo per l’attuazione rispetto al numero di anni necessari per compiere progressi in questo settore. È altrettanto preoccupante che l’impatto sui piccoli proprietari e l’eventuale necessità di sostegno sia proposto per non oltre 2 anni dopo l’entrata in vigore. Dato che le sfide specifiche per settore e paese variano e sono complesse, siamo delusi dal fatto che una tale valutazione non sia prevista prima dell’entrata in vigore degli obblighi di informazione”.

Benchmarking nazionale

Per quanto riguarda il sistema di benchmarking nazionale, le associazioni tornano ad evidenziare l’impatto dannoso della classificazione dei paesi che può comportare la stigmatizzazione delle aree ad alto rischio. L’abbandono di tali aree avrebbe un effetto distruttivo sugli impegni e sugli sforzi liberi dalla deforestazione del settore privato che hanno ridotto al minimo e impedito la deforestazione fino ad oggi. La proposta originale dell’eurodeputato Hansen per un sistema a due livelli ha almeno avuto il merito di ridurre al minimo la stigmatizzazione che deriva dall’essere etichettato come “ad alto rischio”.

COCERAL, FEDIOL e FEFAC esamineranno ulteriormente le altre disposizioni mantenute nella posizione della commissione ENVI e mireranno a impegnarsi in un dialogo con tutte le parti interessate per garantire che la posizione del parlamento sia praticabile e raggiunga l’obiettivo della riduzione globale della deforestazione.

Foto: fonte Pixabay