Prezzi dei generi alimentari in discesa. Ad agosto il barometro dei prezzi internazionali ha registrato una flessione per il quinto mese consecutivo in seguito a un calo delle quotazioni della maggior parte dei prodotti di riferimento. È quanto si legge in un nuovo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che è attentamente monitorato, ha raggiunto in agosto un valore medio di 138,0 punti, in calo dell’1,9% rispetto a luglio, pur rimanendo per il 7,9% al di sopra del valore dello scorso anno. L’Indice rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di generi alimentari comunemente oggetto di scambi commerciali.
Cereali
Rispetto al mese precedente l’Indice FAO dei prezzi dei cereali si è contratto dell’1,4%, una flessione trainata da una diminuzione del 5,1% dei prezzi internazionali del grano, a sua volta riconducibile a prospettive di produzione più favorevoli nell’America settentrionale e nella Federazione russa, nonché a una ripresa delle esportazioni dai porti del Mar Nero in Ucraina. Nel corso del mese i prezzi del riso sono rimasti in media invariati. Le quotazioni dei cereali secondari sono aumentate marginalmente (+0,2%), controbilanciati da un abbassamento dei prezzi di orzo e sorgo. Più stabili i prezzi del mais a livello mondiale, che non subiscono variazioni in ragione delle condizioni di crescente siccità e caldo torrido nell’Unione europea e negli Stati Uniti.
Prodotti lattiero-caseari
Nel mese di agosto l’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è sceso del 2%, pur attestandosi su un valore superiore del 23,5% rispetto ad agosto 2021. Per il decimo mese consecutivo è scattato l’aumento sui prezzi mondiali del formaggio. Le quotazioni del latte subiscono invece una battuta di arresto. Ad incidere sul presso le forniture dalla Nuova Zelanda, nonostante il calo di produzione nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti d’America.
Carne
Segno meno anche per l’Indice FAO dei prezzi della carne, che è diminuito dell’1,5% da luglio, continuando tuttavia a rimanere per l’8,2% al di sopra del valore dello scorso anno. Agosto riporta in basso l’asticella delle quotazioni internazionali della carne avicola, complici le elevate disponibilità di esportazioni a livello mondiale, mentre i prezzi globali della carne bovina hanno perso valore in risposta a un indebolimento della domanda interna di alcuni paesi leader nell’esportazione. In controtendenza sono in aumento i prezzi della carne suina.
Oli vegetali e zucchero
L’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è sceso del 3,3% da luglio, raggiungendo un livello leggermente inferiore al valore registrato nell’agosto 2021. I prezzi mondiali dell’olio di soia hanno subito un moderato incremento riconducibile alle preoccupazioni suscitate dagli effetti di condizioni meteorologiche svantaggiose sulla produzione negli Stati Uniti d’America. Tale rincaro, tuttavia, è ampiamente compensato dalla frenata delle quotazioni per gli oli di palma, girasole e colza. A fare la differenza è un contesto di accresciuta disponibilità di olio di palma dall’Indonesia, grazie alla riduzione delle tasse applicate sull’esportazione, e di graduale ripresa delle spedizioni di olio di semi di girasole dai porti ucraini.
L’indice FAO dei prezzi dello zucchero ha registrato una diminuzione del 2,1%, fino a raggiungere il livello più basso dal luglio 2021, indotto prevalentemente da un record delle esportazioni in India e dalla contrazione dei prezzi dell’etanolo in Brasile.
Stime di produzione di cereali in negativo per il 2022
La FAO ha anche pubblicato la sua previsione aggiornata sulla produzione di cereali per il 2022, fornendo un quadro significativamente rivisto verso il basso. Il nuovo Bollettino sull’offerta e la domanda dei cereali ipotizza un possibile calo della produzione mondiale di cereali dell’1,4%, pari a 38,9 milioni di tonnellate rispetto allo scorso anno.
Gran parte di questa revisione al ribasso interesserebbe i cereali secondari con una prevista strozzatura della produzione di mais nell’Unione europea del 16% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, da attribuire, in particolare, alle eccezionali ondate di caldo e siccità. Rispetto al rapporto dello scorso luglio, invece, la FAO ha corretto in positivo le stime concernenti la produzione mondiale di grano, fissandola a 777 milioni di tonnellate, il che rappresenterebbe un calo poco significativo rispetto al 2021; tale situazione sarebbe il frutto di raccolti record attesi nella Federazione russa e delle condizioni atmosferiche favorevoli registrate nell’America settentrionale. Per la produzione mondiale di riso si prevede una flessione del 2,1% rispetto al record assoluto toccato nel 2021.
Sul fronte dell’utilizzo di cereali a livello mondiale nel 2022/2023, si stima un volume di 2 792 milioni di tonnellate, mentre le riserve mondiali di cereali, al termine della stagione 2023, sembrerebbero destinate a contrarsi del 2,1%, scendendo a un volume di 845 milioni di tonnellate. Di conseguenza, nel biennio 2021/2022, si avrà un lieve decremento del rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali, che dal 30,9 percento scenderà al 29,5%: un livello che, a giudizio della FAO, sarà ancora relativamente alto, se considerato in una prospettiva storica.
La stima degli scambi commerciali di cereali indica nel 2022/2023 (luglio/giugno) una contrazione dell’1,9% rispetto al valore raccolto lo stesso anno, fino a raggiungere un volume di 469,6 milioni di tonnellate.