Home Attualità Cambiamenti climatici e guerra affamano il mondo: scorte di cereali ai minimi...

Cambiamenti climatici e guerra affamano il mondo: scorte di cereali ai minimi storici

703
0
silos_campi_scorte_pixabay

I granai del mondo si svuotano. Le scorte di grano quest’anno saranno le più ristrette degli ultimi anni nonostante la ripresa delle esportazioni dall’Ucraina.  Maltempo, siccità e guerra sarebbero alla base dei magri raccolti. Entro la fine della stagione 2022/23 le scorte mondiali di mais saranno sufficienti per un consumo di soli 80 giorni, in calo del 28% rispetto a cinque anni fa. Si tratta del livello più basso dal 2010/11 e del 2012, quando ci fu l’ultima crisi alimentare globale. Le previsioni arrivano dai dati raccolti per Reuters dall’organizzazione intergovernativa, International Grains Council.

Importatori, produttori di cibo e allevatori speravano che la disponibilità dei raccolti sarebbe migliorata dopo la ripresa, quest’estate, delle spedizioni di cereali ucraini dai porti del Mar Nero e dopo che gli agricoltori statunitensi avevano seminato molto. Ma gli Stati Uniti, principale produttore mondiale di mais, raccoglierà a breve molto probabilmente il più contenuto raccolto di mais degli ultimi tre anni. La siccità ha colpito anche i raccolti europei e sta ora minacciando l’imminente stagione della semina in Sud America.

La crisi climatica tra le principali cause dei mancati raccolti

Nella regione della Mayenne, nel nord-ovest della Francia, principale Paese produttore di grano dell’Unione Europea, l’agricoltore Dominique Defay ha affermato che alcune piante di mais hanno poche spighe e si sta preparando per un raccolto del 35% inferiore alla sua media. A migliaia di chilometri di distanza negli Stati Uniti il coltivatore di mais del South Dakota Mark Gross prevede di raccogliere fino a 20 stai per acro in alcuni campi questo autunno, in calo di oltre l’80% rispetto alla media locale dell’anno scorso, dopo che la siccità e i forti venti hanno devastato la sua terra.

Le scarse forniture riflettono l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione agricola. La crescente domanda globale di bestiame che si nutre di mais consuma le scorte di questo cereale. E un clima più sfavorevole potrebbe ridurne ulteriormente le scorte globali, in particolare se l’attuale clima secco in Sud America proseguirà nella principale stagione di semina. Le previsioni sui raccolti in Argentina, il terzo esportatore mondiale di mais, sono già state ridimensionate a causa della siccità. L’India ha limitato le esportazioni di riso a causa del maltempo. Così le scorte di tutti i cereali raccolti a disposizione a livello globale raggiungeranno il valore minimo da otto anni. Le stime arrivano dall’International Grains Council.

La Banca Mondiale ha stanziato 30 miliardi di dollari per aiutare a compensare la carenza di cibo aggravata dalla guerra e la scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato quasi 3 miliardi di dollari di finanziamenti aggiuntivi per combattere l’insicurezza alimentare globale. Secondo le Nazioni Unite mezzo milione di bambini somali affronta la fame nella peggiore carestia di questo secolo. Una grave siccità attanaglia invece il Corno d’Africa.

La speranza dell’Europa nell’Ucraina

Si prevede che la produzione dell’UE raggiungerà il minimo da 15 anni. Un calo che spingerà il blocco ad aumentare le importazioni 2022/23 dall’Ucraina di circa il 30% rispetto all’anno precedente a 10,4 milioni di tonnellate, ha affermato la società di consulenza Strategie Grains. Una maggiore domanda di importazioni europee significa meno cereali per luoghi come il Corno d’Africa, colpito da siccità.

Le esportazioni ucraine di mais e grano sono aumentate da quando un accordo mediato dalle Nazioni Unite con la Russia ha consentito la ripresa delle spedizioni dai porti bloccati dall’inizio della guerra. Ma resta da vedere quanto l’Ucraina può esportare, soprattutto se il conflitto proseguirà ancora. “È una sorta di falsa speranza che l’Ucraina colmi l’attuale divario tra domanda e offerta”, ha affermato Gary Blumenthal, capo della società di consulenza agricola World Perspectives con sede a Washington.

Secondo le stime ufficiali l’Ucraina dovrebbe raccogliere da 25 a 27 milioni di tonnellate di mais nel 2022, in calo rispetto ai 42,1 milioni di tonnellate nel 2021, dopo l’invasione della Russia. Senza contare, ha affermato Kevin Hack, vicepresidente globale per il fornitore di ingredienti Univar Solutions (UNVR.N), che “la fornitura che proviene da quella zona può essere interrotta in un attimo”.

Foto: fonte Pixabay