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Efsa, tecniche genomiche: nuovi criteri per la valutazione del rischio

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foto pixabay

Sei criteri per la valutazione del rischio delle tecniche di ingegneria genetica. Le nuove linee guida sono state elaborate dagli scienziati dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per aiutare i decisori politici a valutare i rischi nella produzione di piante attraverso la mutagenesi mirata, la cisgenesi e l’intragenesi. Il parere scientifico è stato sollecitato dalla Commissione europea.

    Cosa sono la mutagenesi mirata, la cisgenesi e l’intragenesi?

Sono tecniche di ingegneria genetica, processi che alterano la struttura genetica di un organismo modificando, rimuovendo o introducendo il Dna.

    La mutagenesi mirata è un termine generico usato per descrivere le tecniche che inducono mutazioni specifiche in posizioni selezionate del genoma. I cambiamenti avvengono senza inserire materiale genetico.

    La cisgenesi si riferisce alla modifica del materiale genetico di un organismo con una sequenza della stessa specie o strettamente imparentata. La nuova sequenza contiene una copia esatta della sequenza già presente nel pool genetico dei riproduttori, che è l’insieme di tutte le informazioni genetiche per una determinata specie che è disponibile per l’uso da parte dei riproduttori di piante.

    L’intragenesi si riferisce alla modifica del materiale genetico di un organismo con una combinazione di diverse sequenze della stessa specie o strettamente correlate. La nuova sequenza contiene una copia riorganizzata di sequenze già presenti nel pool genetico del cotivatore.

    In che modo le piante prodotte con le nuove tecniche genomiche sono diverse da quelle prodotte con tecniche Ogm consolidate o con l’agricoltura tradizionale?

Alcune piante prodotte con le nuove tecniche genomiche possono presentare solo piccole modifiche che potrebbero verificarsi anche in natura o attraverso la coltivazione convenzionale. Altre possono subire modificazioni multiple ed estese che possono essere simili a quelle delle piante prodotte con tecniche consolidate di modificazione genetica utilizzate negli ultimi due decenni.

    Quali criteri i nostri esperti propongono di utilizzare per valutare i rischi delle piante prodotte da mutagenesi mirata, cisgenesi e intragenesi?

I primi quattro dei sei criteri proposti dagli scienziati dell’Efsa riguardano la caratterizzazione molecolare della modificazione genetica introdotta nella pianta ricevente. Questi criteri valutano:

    Se è presente una sequenza di Dna estraneo (“esogeno”).

    Se sì, se la sequenza proviene dal pool genetico dei coltivatori

    Come viene integrata la sequenza (ad esempio è casuale o mirata?)

    Se un gene della pianta ospite è stato “interrotto” (diviso) dalla sequenza appena introdotta

I criteri 1-4 sono progettati per stabilire se le sequenze cisgeniche e intrageniche hanno alterato i geni della pianta ospite. In caso contrario, o se non viene identificato alcun rischio quando un gene estraneo è stato colpito, si applicano due ulteriori criteri:

    Ha una storia di utilizzo?

    In caso contrario, la struttura e la funzione delle versioni modificate della sequenza del Dna (“allele”) devono essere valutate attentamente.

Questi ultimi due criteri si applicano anche alle piante prodotte da mutagenesi mirata.

    A cosa si riferisce la “storia d’uso” e come può essere valutata?

La valutazione della storia dell’uso dovrebbe essere una parte importante della valutazione proporzionata del rischio delle piante cisgeniche, intrageniche e con mutagenesi mirata, poiché le versioni del Dna recentemente modificato (“allele”) potrebbero essere già presenti in natura. Il concetto è ben consolidato nella valutazione degli Ogm sviluppata prima del 2001. La dimostrazione di una storia di utilizzo si basa sull’evidenza che parte di una pianta o tutta è stata consumata nella dieta (alimenti e/o mangimi e prodotti derivati) per molto tempo senza prove di effetti nocivi per il consumatore e che l’esposizione a un nuovo uso rientrerà nell’intervallo di quello dell’uso “storico”. Approcci simili sono utilizzati nella valutazione dei rischi per l’ambiente.

Quando la storia di utilizzo della sequenza di Dna appena modificata (allele) non può essere sufficientemente dimostrata, la sua struttura e funzione devono essere valutate attentamente (fase 6 dei criteri proposti).

    La dichiarazione affronta la questione degli effetti “fuori bersaglio”?

Gli effetti “fuori bersaglio” sono mutazioni non intenzionali che vengono introdotte in posizioni dei genomi diverse da quelle previste. Per le piante in cui la sequenza di Dna appena modificata viene mirata con successo ci saranno casi in cui il potenziale di effetti non intenzionali, come effetti fuori bersaglio, è significativamente ridotto rispetto agli inserimenti casuali o alla coltivazione convenzionale.

    Qual è il ruolo dell’Efsa in relazione alle nuove tecniche genomiche?

Il compito dell’Efsa è valutare la sicurezza degli alimenti per le persone, gli animali e l’ambiente. La dichiarazione sui criteri per la valutazione del rischio riassume un corpus di lavori che è il primo passo nella creazione di un solido quadro scientifico. Ciò include l’elenco in cui è possibile applicare le metodologie di valutazione del rischio esistenti e anche l’evidenziazione delle lacune negli approcci attuali e nei requisiti in materia di dati. L’Efsa continuerà a fornire assistenza tecnica e consulenza scientifica. L’obiettivo è di supportare i gestori del rischio nel settore dell’ingegneria genetica per garantire che gli alimenti siano sicuri per i consumatori dell’Ue.

    I cittadini dell’UE sono consapevoli o preoccupati dell’uso di nuove tecniche genomiche nella produzione alimentare?

Due recenti sondaggi dell’EFSA – un sondaggio lampo del 2021 e l’Eurobarometro del 2022 sulla sicurezza alimentare – hanno rivelato una scarsa consapevolezza delle nuove tecniche genomiche tra i cittadini dell’Ue. L’Eurobarometro ha indicato che l’uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare non è una preoccupazione citata frequentemente dai cittadini, con solo l’8% di coloro che sono a conoscenza della questione che la indicano anche come una delle loro cinque principali preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare. Tuttavia, il sondaggio flash ha rivelato “Quali sono i possibili rischi” come un importante divario informativo per i cittadini, con circa due terzi (69%) che desiderano saperne di più.

Per questo il 12 dicembre 2022 l’Efsa terrà una riunione aperta con le parti interessate interessate a questo argomento. L’evento prevede una tavola rotonda interattiva che si concentrerà esclusivamente sulla valutazione del rischio e sugli aspetti scientifici delle nuove tecniche genomiche.

Foto: fonte Pixbay