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Ricercatori contro il Global Burden of Disease: “Sbagliato eliminare la carne rossa dalla dieta”

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Gli studi che collegano il consumo di carne rossa all’insorgenza di cancro, malattie cardiovascolari e diabete sono inaffidabili e mancano di trasparenza. A dirlo è un gruppo di ricercatori dopo la pubblicazione nel 2020 del Global Burden of Disease 2019 su The Lancet, che ha evidenziato un aumento delle malattie associate al consumo di carne rossa. L’indignazione espressa dal gruppo di scienziati è stata recentemente condivisa in un articolo dall’associazione di allevatori europei European livestock voice.

L’edizione 2017 del report Gbd ha attribuito 25.000 morti e 1,3 milioni di anni di vita inficiati dalla disabilità (disability-adjusted life years, DALYs) al consumo di carne rossa, considerata quell’anno l’alimento tra 15 con il punteggio più basso in quanto fattore di rischio dietetico, con il punteggio più alto dato all’eccesso di zucchero e alcol e a una dieta povera di frutta e verdura. Tuttavia, nell’analisi Gbd 2019, il numero stimato di decessi attribuiti al consumo di carne rossa non trasformata è aumentato di 36 volte e gli anni di vita inficiati dalla disabilità stimati attribuiti al consumo di carne rossa non trasformata sono aumentati di 18 volte. Un aumento in soli due anni che ha sollevato una certa quantità di dubbi e perplessità tra i ricercatori internazionali.

Le perplessità degli scienziati

Le ragioni dell’incremento deriva dal cambiamento dei parametri di analisi. In particolare è stato modificato il livello minimo teorico di esposizione al rischio (Tmrel), passato per la carne rossa da 22,5 g a zero. Per i ricercatori è un grave errore della metodologia di analisi dichiarare la carne rossa un alimento intrinsecamente dannoso per la salute senza considerare le quantità assunte, il suo ruolo fondamentale in una dieta varia ed equilibrata, il suo maggior valore nutrizionale e i benefici per l’organismo dovuti alla presenza di nutrienti essenziali e composti bioattivi.

Secondo il gruppo che ha messo in discussione lo studio le conseguenze potrebbero essere devastanti se i consigli sulla salute pubblica e le decisioni politiche si basassero su questi risultati errati. La principale preoccupazione dei ricercatori è per i bambini e i gruppi vulnerabili come gli anziani, nei quali un’assunzione insufficiente di carne rossa può causare grave carenza di ferro, anemia e sarcopenia – condizioni patologiche diffuse soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito nei quali si riscontra più frequentemente mancanza di carni rosse e alimenti di origine animale ad alto valore nutritivo.

“Ipotizzare un Tmrel pari a zero presenterebbe effettivamente la carne rossa come un alimento intrinsecamente dannoso”. Per questo motivo il gruppo di ricercatori chiede un’azione immediata: “Dato il significativo impatto del rapporto Gbd sul processo decisionale della politica nutrizionale globale, le stime Gbd devono essere soggette a un esame critico e rimanere rigorose, trasparenti e basate sull’evidenza”. Nello specifico i ricercatori chiedono chiarimenti sui dettagli dell’analisi, inclusa una giustificazione per l’aggiornamento delle curve dose-risposta del rischio relativo della carne rossa. Vogliono anche vedere le “prove empiriche” dietro la modifica del Tmrel della carne rossa da 22,5 grammi a 0 grammi al giorno.

Il parere del World Cancer Research Fund International

Il World Cancer Research Fund International (Wcrf) ha contestato all’ultimo studio del Global Burden Disease di ignorare l’eccellente valore nutritivo della carne rossa. Wcrf sostiene la richiesta dei ricercatori di ulteriori spiegazioni e giustificazioni per il Tmrel pari a zero: “Non solo l’aumento dell’onere stimato appare non plausibile, ma la mancanza di trasparenza delle ipotesi alla base del calcolo mina l’autorità della stima Gbd. Se le supposizioni utilizzate in uno studio non sono chiaramente dichiarate e spiegate, i risultati saranno discutibili e difficili da riprodurre”.

“Né Wcrf né altri organismi internazionali raccomandano di evitare del tutto la carne. La carne rossa è una fonte importante di diversi nutrienti in molte diete in tutto il mondo. Eliminare completamente la carne dalla dieta non è pratico e comporta rischi di gravi carenze nutrizionali. Se si assumesse il Tmrel pari a zero, la carne rossa verrebbe quindi di fatto presentata come un alimento intrinsecamente dannoso – affermano gli studiosi del Wcrf –. Questa ipotesi ignorerebbe i ben documentati benefici nutrizionali rispetto all’apporto di nutrienti essenziali”.

Foto: fonte Fotolia