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Antibiotici veterinari, Ema: vendite in calo del 47% in 10 anni

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Le vendite annuali di antibiotici nell’Unione Europea, in Svizzera e nel Regno Unito si sono quasi dimezzate in dieci anni, dal 2011 al 2021. A dirlo sono gli ultimi dati del rapporto annuale dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) sulla Sorveglianza europea del consumo di antimicrobici veterinari (Esvac). La notizia è stata ripresa in un articolo dall’associazione degli allevatori europei, European livestock voice. Tuttavia, dicono dall’associazione, l’ultimo sondaggio Eurobarometro sulla resistenza antimicrobica dipinge un quadro piuttosto preoccupante della comprensione da parte del pubblico di questa riconosciuta sfida per la salute globale.

La scarsa conoscenza dei consumatori europei riguardo l’uso degli antibiotici sugli animali

Secondo i dati dell’Eurobarometro quasi 3 europei su 5 non sono a conoscenza del divieto dell’Ue di utilizzare antibiotici per promuovere la crescita degli animali da allevamento. Solo 1 intervistato su 2 sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus e solo 3 europei su 10 sanno che l’uso non necessario di antibiotici li rende inefficaci, aumentando il rischio di resistenza agli antibiotici.

Per questo motivo, sottolineano da European livestock voice, è importante aumentare la consapevolezza dell’uso appropriato di antibiotici e della necessità di affrontare la resistenza antimicrobica attraverso l’approccio One Health, riconoscendo le interconnessioni tra salute umana, salute animale e ambiente. All’inizio di quest’anno sono state emanate nuove norme europee per garantire che gli antimicrobici cruciali per la medicina umana rimangano efficaci, vietandone l’uso nella medicina veterinaria.

Le buone pratiche adottate dai Paesi europei

Secondo i dati dell’Ema dal 2011 i 25 Paesi europei presi in esame dal rapporto hanno sostanzialmente ridotto le vendite complessive di antibiotici veterinari negli animali. Per l’intero periodo 2011-2021 si è osservata una diminuzione del 47%, raggiungendo il valore più basso mai registrato.

In termini di buone pratiche per garantire la trasparenza nel 2019 l’Italia ha implementato un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari con dati reali provenienti dagli allevamenti. Questo è un “passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica”, ha scritto l’Ema. L’agenzia Ue ha sottolineato che “i dati mostrano progressi verso il raggiungimento degli obiettivi” del Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici adottato nel 2017.

Il Regno Unito è un esempio di lavoro continuo per migliorare l’uso responsabile degli antibiotici, ottenendo riduzioni significative del loro uso. Come evidenziato in un rapporto della Fao le chiavi del successo includono lo sviluppo di solide relazioni tra produttori, veterinari e governo, l’apprendimento intersettoriale e la condivisione di esperienze: ciò ha creato un senso collettivo di responsabilità che si traduce in un effettivo cambiamento di comportamento.

Questo rapporto dell’Esvac includeva, per la prima volta, informazioni sui progressi verso l’obiettivo della strategia Farm to Fork della Commissione europea per ridurre la vendita di antimicrobici per gli animali d’allevamento e d’acquacoltura. In soli tre anni, tra il 2018 e il 2021, i 27 Stati membri hanno ottenuto una riduzione del 18%, circa un terzo dell’obiettivo di riduzione del 50% fissato per il 2030.

Che cos’è il progetto Esvac?

L’Ema ha lanciato il progetto Esvac nel settembre 2009 e tutti i Paesi partecipanti hanno fornito volontariamente informazioni sulle vendite di antimicrobici veterinari. Alcuni Paesi hanno descritto le loro principali misure per affrontare la resistenza antimicrobica e come queste attività contribuiscono ai cambiamenti osservati: le misure comprendono piani d’azione nazionali, campagne nazionali per l’uso prudente degli antimicrobici negli animali, restrizioni sull’uso di determinati antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti o misure per controllare la prescrizione di antimicrobici negli animali.

Foto: fonte Pixabay