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Linee guida per il controllo delle micotossine nella granella di mais (seconda edizione aggiornata 2021)

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Amedeo Reyneri1, Sabrina Locatelli2, Valentina Scarpino1, Patrizia Vaccino2

1Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) – Università di Torino

2CREA- Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali – Sedi di Bergamo e Vercelli

Il mais è una coltura chiave per il sistema agroalimentare italiano; è elemento portante per l’alimentazione del patrimonio zootecnico, essenziale per quasi tutte le produzioni DOP, simboli del made in Italy alimentare nel mondo. Nonostante ciò, si sta assistendo, da una decina di anni, ad un forte calo produttivo, sia in termini di rese che di superfici coltivate. Tra le cause che hanno provocato questa contrattura, oltre alle quotazioni poco remunerative, gioca un ruolo determinante la contaminazione da micotossine.

La granella di mais è soggetta ad infezione da parte di diverse specie fungine che provocano un accumulo di micotossine, prodotti del loro metabolismo secondario. Le micotossine che si riscontrano con maggiore frequenza nella granella di mais sono: aflatossine, prodotte da Aspergillus flavus, e fumonisine, prodotte da Fusarium verticillioides. Le micotossine, in particolare le aflatossine, la cui assunzione può avvenire tramite vegetali contaminati e alimenti di origine zootecnica, sono tossiche per gli animali e per l’uomo, con effetti cancerogeni soprattutto a livello del fegato. I rischi potenziali per la salute umana derivati dal consumo di alimenti contaminati dalla presenza di micotossine hanno indotto le istituzioni nazionali ed internazionali a stabilire i valori limite del loro contenuto in granella di mais e prodotti da essa derivati (Regolamento (UE) N. 1126-2007, Regolamento (UE) N. 0574-2011). Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha predisposto dal 2006 ad oggi una serie di Progetti coordinati dal CREA con l’obiettivo di fornire le soluzioni per ridurre le contaminazioni da micotossine. Nell’ambito dell’accordo di collaborazione “RETI2020: Consolidamento Reti nazionali qualità dei cereali come innovazione scientifica e supporto tecnico-scientifico alle filiere cerealicole e al monitoraggio delle materie prime”, stipulato tra CREA e il MASAF, è stato predisposto un aggiornamento delle Linee guida per il controllo delle micotossine nella granella di mais e di frumento, la cui prima edizione risale al 2016.

Le Linee Guida riassumono, con finalità operative, i punti critici e gli interventi volti a ridurre la probabilità di incorrere in elevate contaminazioni da micotossine nella granella di mais. A tale fine sono evidenziate le condizioni e gli interventi che permettono di contenere tali contaminanti in modo indiretto – gestione delle micotossine (mycotoxin management) – e diretto – controllo delle micotossine – (mycotoxin control). La Seconda edizione delle Linee Guida rappresenta una sintesi delle attuali tecniche di prevenzione e controllo, aggiornando e completando il quadro degli strumenti disponibili sia nella fase di campo, sia di post-raccolta. Questa Seconda Edizione inoltre affronta due temi importanti: il primo riguarda le micotossine emergenti, ovvero quelle oggetto di attenzione e in prospettiva di entrare nel quadro delle normative di settore, data la loro elevata co-presenza con le micotossine normate, causata principalmente da funghi produttori comuni; il secondo tema tratta le filiere e in particolari i percorsi produttivi destinati a rispondere alle specifiche esigenze qualitative espresse per le principali destinazioni della granella di mais. Alle Linee guida è possibile accedere alla pagina web del Progetto RETI2020 del MIPAAF, all’indirizzo https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17783 oppure digitando in un motore di ricerca le seguenti parole chiave: Reti2020, Linee guida, Micotossine.

Si sono esaminate separatamente le principali tossine distinguendo i punti critici e gli interventi rivolti alle contaminazioni da aflatossine, fumonisine, deossinivalenolo e zearalenone nonché le micotossine emergenti: (i) moniliformina e beauvericina ,principalmente prodotte da specie di Fusarium appartenenti alla sezione Liseola; (ii) deossinivalenolo-3-glucoside e 3- e 15-acetildeossinivalenolo, quali metaboliti della pianta, principalmente prodotti, da specie di Fusarium appartenenti alla sezione Discolor.

La seconda edizione delle LG è organizzata in cinque parti distinte:

  • Linee guida per il controllo delle micotossine: misure per la gestione e il controllo delle micotossine in campo e nel post raccolta, evidenziando la motivazione del rischio e le condizioni di criticità, l’efficacia e, infine, le strategie e le azioni utili;
  • Percorsi produttivi ottimali per il contenimento delle micotossine: percorsi produttivi durante il ciclo colturale, strategie e azioni di controllo, evidenziando le interazioni tra le diverse misure e la sequenza delle pratiche da porre in atto;
  • Percorsi produttivi a bassa contaminazione per filiere: soluzioni operative in campo per rispondere alle priorità sanitarie legate ai diversi impieghi;
  • Definizione del livello di rischio: livello di rischio probabile a seguito di definite condizioni agronomiche;
  • Guida all’uso dell’applicativo “Valutazione rischio micotox”: è la guida all’utilizzo di un applicativo per computer, tablet e smartphone appositamente messo a punto per prevedere il rischio di contaminazione da micotossine su mais e frumento. L’applicativo è attualmente disponibile al seguente indirizzo http://www.meccolt.unito.it/micotossine/index.html.

Un esempio relativo alle misure per la gestione e il controllo delle micotossine in campo è riportato in sintesi nella Tabella 1 per le aflatossine: si evidenzia il ruolo cruciale della gestione degli stress, sia idrico sia nutrizionale, sullo sviluppo dell’aspergillo e quindi sull’accumulo di aflatossine. Oltre al ruolo della gestione della coltura, dell’epoca di semina e dell’umidità della granella sotto-trebbia, si richiama l’efficacia dell’impiego di ceppi atossigeni, in grado di competere con quelli naturalmente presenti nell’ambiente.

Una maggiore riduzione del rischio si ottiene solo adottando una corretta combinazione delle pratiche colturali e degli interventi di gestione e controllo della muffa tossigena.

Ringraziamenti

Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito dell’accordo di collaborazione (ex art. 15 della Legge 241/90) “RETI2020: Consolidamento Reti nazionali qualità dei cereali come innovazione scientifica e supporto tecnico-scientifico alle filiere cerealicole e al monitoraggio delle materie prime”, stipulato tra CREA e MIPAAF (30 aprile 2021 prot. 198541).