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Peste suina, adottato il Piano di sorveglianza ed eliminazione per il 2023

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cinghiali_peste suina_pixabay
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Proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus della Peste suina africana (Psa) ed evitare che l’infezione si espanda oltre le regioni in cui ora già circola, ossia Piemonte, Liguria, Lazio. L’Italia corre ai ripari dopo che la malattia virale, già presente dalla fine degli anni Settanta in Sardegna, ha registrato numerosi focolai anche nella penisola. Nei giorni scorsi è stato infatti adottato il Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana per il 2023. Il documento, pubblicato sul sito del ministero della Salute, è stato trasmesso alla Comunità Europea il 31 maggio 2022 per approvazione e ammissione al cofinanziamento delle spese sostenute per l’attuazione delle misure previste.

La sorveglianza nazionale della Peste suina africana si articola in cinque fasi:

a. sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali;

b. sorveglianza passiva negli allevamenti di suini;

c. gestione della popolazione di cinghiali;

d. verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza;

e. campagna di formazione ed informazione degli stakeholders.

Il Piano ha l’obiettivo di evitare che l’infezione si diffonda e si trasmetta dai suini selvatici, dove al momento è unicamente presente, ai suini domestici. A questo scopo si vorrebbe ridurre progressivamente l’area di circolazione virale anche attraverso l’installazione di barriere artificiali o rafforzamento di barriere naturali ai fini di contenere le popolazioni di cinghiali infette che diffondono il virus con i loro spostamenti.

Il Piano contempla quindi le misure previste dalle norme europee vigenti in caso di malattia nei cinghiali selvatici e negli allevamenti di suini. Nello specifico è prevista l’applicazione di misure volte all’eradicazione nelle zone interessate dalla Psa e di misure di sorveglianza nelle zone indenni. “In particolare – si legge nel documento – le attività da intraprendere allo scopo di limitare la diffusione della infezione sono rappresentate dal rafforzamento della sorveglianza passiva, l’implementazione del monitoraggio attivo per la ricerca, la raccolta e lo smaltimento delle carcasse di cinghiali, il depopolamento preventivo dei domestici, la creazione di una linea meccanica di contenimento, la cattura e abbattimento dei selvatici e, dopo la messa in opera delle recinzioni, le attività̀ di selezione e controllo”.

Fa parte integrante del Piano la parte relativa all’eradicazione del virus in Sardegna. Sull’isola la malattia è presente da quasi cinquant’anni, pertanto era già in essere un piano di eradicazione. Nell’Italia continentale la malattia è presente solo dal 2022.

Foto: fonte Pixabay