Home Economia Mais, produzione in calo: nella nuova PAC una speranza

Mais, produzione in calo: nella nuova PAC una speranza

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La campagna maidicola 2022, con il forte calo delle superfici coltivate al minimo storico (564 mila ettari) e il pessimo andamento climatico a causa della prolungata siccità estiva, ha visto ridurre fortemente la produzione italiana di mais da granella a 4,7 milioni di tonnellate, riportando indietro i volumi produttivi di 50 anni. Il mais è una delle colture che maggiormente risentono delle mutate condizioni climatiche e i dati della campagna 2022 mostrano come il futuro del mais da granella in Italia “sarà sempre più legato alla vocazione dei territori, alla disponibilità della risorsa idrica e all’agricoltura di precisione”, come sottolineato da Nicola Pecchioni, direttore del CREA Cerealicoltura e Risorse Naturali.

La Giornata del Mais CREA 2023

La Giornata del Mais CREA 2023 concentra la sua attenzione proprio sull’impatto della nuova Politica Agricola Comune (PAC) per la coltura e sui temi di redditività economica attuale e futura, aprendo così ufficialmente il quinquennio 2023-27: nuove regole, impegni aggiuntivi e pagamenti in contrazione (per il mais un taglio del 40% dei pagamenti diretti della nuova Politica agricola comune avranno certamente conseguenze per agricoltori e consumatori, aprendo a nuove prospettive per le colture di mais da granella). Un’emergenza sia in termini di stress abiotici che biotici e che pregiudica qualità e quantità della produzione italiana di mais: i risultati del monitoraggio del contenuto di micotossine in granella condotto dalla Rete Qualità Mais, coordinata dal CREA Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo, ha evidenziato che il 26% dei campioni analizzati presenta un contenuto in aflatossine superiore ai 20 µg/kg e il 65% con fumonisine maggiori di 4000 µg/kg. Lo sviluppo di resistenze e/o tolleranze agli stress passa necessariamente attraverso il miglioramento genetico e la scelta delle varietà più idonee a tali scopi.

Calo di 21 milioni di tonnellate nella sola Unione Europea

Un problema che è comune: l’andamento negativo della campagna maidicola ha coinvolto tutti i maggiori produttori europei di mais, con un calo complessivo pari a 21 milioni di tonnellate nella sola Unione Europea (-29%), con riduzioni che, tra i principali fornitori del mercato italiano, arrivano al 50% in Romania, al 57% in Ungheria e al 75% in Moldavia, mentre in Ucraina le ultime stime segnalano un calo superiore al 50%. Solo la Spagna presenta rese superiori a 10 t/ha, mentre la produzione è aumentata, grazie all’incremento delle superfici, soltanto in Polonia, facendo segnare un +16%. La dimensione del problema va oltre i confini nazionali, rappresentando un consistente aggravio di costi: a fronte di una produzione nazionale di 6,1 milioni di tonnellate, il 2022 ha fatto registrare un nuovo massimo storico nell’import netto con 6,3 milioni di tonnellate e oltre 1,7 miliardi di euro, con prezzi medi unitari all’importazione aumentati del 45% e stabilmente sopra i 300 euro per tonnellata a partire da aprile 2023. Una situazione che ha ripercussioni, a cascata, sul mercato mangimistico e sulla filiera zootecnica.