È stato approvato lo scorso mese di novembre il nuovo Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza, documento che contiene le indicazioni operative per affrontare l’emergenza dell’antibiotico-resistenza (AMR) nei prossimi anni. Il Piano, redatto promuovendo un costante confronto in ambito internazionale e facendo al contempo tesoro dei successi e delle criticità del precedente piano nazionale, intende affrontare un fenomeno che avviene naturalmente nei microrganismi, come forma di adattamento all’ambiente, ed è dovuto alla capacità di questi ultimi di mutare e acquisire la capacità di resistere a molecole potenzialmente in grado di ucciderli o arrestarne la crescita.
L’eccessivo, e spesso improprio, uso ed abuso di antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico ha esercitato una pressione selettiva, dando al fenomeno dell’antibiotico-resistenza le caratteristiche di un’emergenza sanitaria.
Tra il 2016 e il 2020 le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici in Europa sono aumentate di oltre 100.000 unità, determinando un numero annuo stimato di decessi attribuibili in aumento, da 30.730 nel 2016 a 38.710 nel 2019, con una lieve diminuzione nel 2020 (35.813 decessi).
Un problema che va oltre la morte e che rappresenta anche un aggravio in termini di costi, di tempi e, nel settore veterinario, di efficienza: ricoveri prolungati, ritardi nella somministrazione di terapie o nell’effettuazione di interventi, aumento delle infezioni postchirurgiche e post-terapiche a causa dell’inefficacia dei protocolli di profilassi comunemente impiegati, sono alcuni degli effetti farfalla provocati dagli impatti dell’AMR.