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Benessere animale e sostenibilità ambientale: l’importanza degli additivi

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mangimi

di Miriam Cesta

Migliorano le caratteristiche dei mangimi e il soddisfacimento delle esigenze nutrizionali degli animali, nonché dei prodotti che da questi derivano. E inoltre giocano un ruolo di primaria importanza a favore della sostenibilità ambientale. A spiegare a Mangimi&Alimenti l’importanza dell’utilizzo degli additivi nell’alimentazione animale e le positive ricadute del loro impiego anche a vantaggio dell’ambiente sono Stefania Colombini e Luca Rapetti, docenti di Nutrizione e alimentazione animale dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia.

Qual è il ruolo degli additivi nell’alimentazione animale?

Per rispondere a questa domanda è opportuno fare riferimento a quanto indicato nel Regolamento (CE) N. 1831/2003 del Parlamento europeo sugli additivi destinati all’alimentazione animale. Si tratta di sostanze, microrganismi o preparati che – aggiunti agli alimenti per animali o all’acqua – possono svolgere diversi importanti ruoli. Migliorano le caratteristiche dei mangimi, dei prodotti di origine animale, favoriscono il soddisfacimento delle esigenze nutrizionali degli animali. Altro ruolo degli additivi molto importante, anche alla luce dell’attualissimo tema della sostenibilità ambientale, è quello di ridurre l’impatto che le produzioni animali hanno sull’ambiente. Inoltre sono in grado di influenzare favorevolmente non solo la produzione ma anche il benessere animale agendo, in particolare, sulla flora gastrointestinale o sulla digeribilità degli alimenti. Infine possono avere un ruolo di contrasto verso protozoi nocivi per la salute degli animali. Naturalmente un singolo additivo non è in grado di esplicare tutto ciò contemporaneamente. Poiché gli additivi sono molto diversificati tra loro, sono stati suddivisi in differenti categorie in base alle loro caratteristiche: vi sono i tecnologici, gli organolettici, i nutrizionali e infine gli additivi denominati più genericamente “zootecnici”. Ciascuna di queste categorie, poi, è suddivisa ulteriormente in relazione alle particolari caratteristiche funzionali del singolo additivo.

2) Qual è stata l’evoluzione dell’introduzione degli additivi nell’alimentazione animale?

L’utilizzo degli additivi (vitamine, oligoelementi, aminoacidi, etc.) nei mangimi è avvenuto in tempi successivi alle prime formulazioni basate sulla miscelazione di diverse materie prime, in genere di origine vegetale. Solo in tempi successivi ci si è infatti accorti che alcune sostanze presenti negli alimenti erano in grado di migliorare le riposte produttive degli animali. Tra queste le vitamine, scoperte nel 1912, rappresentano una pietra miliare nella storia dell’industria mangimistica. L’utilizzo più significativo degli di additivi è avvenuto però a partire dagli anni 1940-1950 con lo sviluppo dei primi additivi che sono ancora attualmente utilizzati: oligoelementi e vitamine. Successivamente la ricerca di nuovi additivi ha preso sempre più enfasi: tra essi va menzionata l’importanza degli aminoacidi di sintesi che hanno avuto e hanno tuttora un ruolo estremamente importante nella formulazione dei mangimi soprattutto per i monogastrici.

3) Quello degli additivi per la zootecnia è un campo in evoluzione, soggetto a continue ricerche. Ci sono linee di ricerca più promettenti di altre?

Negli ultimi anni sono state svolte numerose ricerche per la valutazione di additivi con effetto prebiotico e probiotico (lieviti, bacilli, acido benzoico, olii essenziali, etc.) per evitare l’uso di antibiotici promuovendo la salute del tratto gastro-intestinale. Tecnicamente questi additivi appartengono al gruppo degli additivi zootecnici (nello specifico stabilizzatori della flora intestinale), gruppo al quale appartengono anche i promotori della digestione (enzimi) che rappresentano un’altra categoria per la quale vi è una forte attività di ricerca. Per quanto riguarda i ruminanti vi è attualmente una forte spinta verso la ricerca di additivi che possano ridurre la produzione di metano enterico (3-NOP, alghe rosse, estratti vegetali, nitrati). Si menziona inoltre lo sviluppo di tecnologie per aumentare il by-pass ruminale di alcune “molecole” (colina, metionina, urea a lento rilascio) per migliorare le risposte produttive degli animali e la sostenibilità delle produzioni. 

4) Quali additivi vengono utilizzati nelle diverse categorie di animali?

Additivi nutrizionali quali oligoelementi (rame, ferro, manganese, etc.) e vitamine (vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina E, etc.) sono utilizzati, sotto forma di premiscela, per la formulazione di mangimi per tutte le specie di interesse zootecnico. Gli aminoacidi di sintesi (lisina, metionina, triptofano, etc.) sono utilizzati nella formulazione di diete per suini e avicoli consentendo un abbassamento del tenore proteico della dieta; alcune forme di aminoacidi ruminoprotetti (es. metionina) possono essere previste anche nelle formulazioni di mangimi per bovini. Enzimi (cellulasi, xilanasi, fitasi etc.) sono inoltre utilizzati nelle diete per monogastrici così come gli additivi ad attività prebiotica e probiotica. Additivi organolettici (esempio aromatizzanti) possono essere utilizzati nelle formulazioni di diete di giovani animali al fine di promuovere l’ingestione e il benessere di questa importante categoria e promuoverne lo svezzamento e/o le performance post-svezzamento.

5) Dalla corretta assunzione degli additivi da parte degli animali si può parlare di ricadute positive sul benessere animale e sull’ambiente?

Partiamo dall’aspetto ambientale. Ad oggi nel registro degli additivi (https://food.ec.europa.eu/system/files/2022-12/animal-feed_additives_eu-register_1831-03_0.pdf) esiste un solo additivo zootecnico che ricade nel gruppo funzionale delle sostanze che influiscono favorevolmente sull’ambiente; è stato inserito recentemente dopo che l’EFSA (European Food Security Authority) ne ha riconosciuto la sicurezza e l’efficacia per ridurre la produzione di metano enterico. Tuttavia vi sono molti altri additivi che in modo indiretto possono svolgere un effetto positivo a livello ambientale. Ad esempio gli aminoacidi essenziali di sintesi aggiunti alla dieta degli animali in produzione consentono di apportare questi importanti nutrienti in modo adeguato rispetto ai fabbisogni riducendo la quantità totale di proteina della dieta e riducendo conseguentemente l’escrezione di azoto urinario, con tutti i benefici ambientali che ne derivano. Riguardo il tema del benessere animale, nel registro degli additivi non vi è un gruppo funzionale che faccia riferimento ad esso in modo esplicito. Tuttavia anche in questo caso esistono molteplici additivi che in modo indiretto hanno ricadute positive sul benessere dell’animale: solo per fare due esempi, si pensi agli additivi stabilizzatori della flora intestinale oppure ai diversi additivi nutrizionali che consentono di somministrare agli animali una dieta più bilanciata in tutti i suoi nutrienti.