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Capra da latte: alimentazione e benessere

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di G. Matteo Crovetto – Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano

L’allevamento della capra da latte in Italia ha fatto registrare sensibili miglioramenti produttivi e di efficienza soprattutto per il comparto “stabulato”, dove gli animali sono allevati in stalla in modo intensivo. Come sempre i miglioramenti sono dovuti a molteplici fattori: genetica, igiene e sanità, ambienti e ricoveri, tecniche di mungitura sono certamente importanti, ma non vi è dubbio che l’alimentazione giochi un ruolo preminente nel permettere livelli produttivi e un’efficienza di produzione sempre maggiori, contribuendo al tempo stesso al benessere animale.

Recentemente si è concluso un progetto (“Democapra”) finanziato dalla Regione Lombardia nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e coordinato dalla prof.ssa Silvana Mattiello, dell’Università degli Studi di Milano, che ha prodotto 90 interessanti e utili schede tecniche messe a punto da personale dell’ateneo milanese e da tecnici dell’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia. Tali schede sono scaricabili in formato pdf dal sito: https://sites.unimi.it/democapra/index.php/schede-tecniche/tutte-le-schede/ e comprendono argomenti relativi a tutti gli aspetti riguardanti l’allevamento della capra.

Lo stato corporeo e le riserve tissutali

Concentrandoci sulle schede relative all’alimentazione, segnalo quella sulla valutazione dello stato corporeo (autore il dr. Giorgio Zanatta): un bilancio corretto tra le fasi di “ricostituzione” e di “consumo” delle riserve corporee ha un effetto diretto sul benessere degli animali e conseguentemente sulla produzione quanti-qualitativa di latte. La figura 1, tratta dalla scheda citata, illustra tale fenomeno.

Fig. 1 – Andamento dell’ingestione alimentare, del fabbisogno energetico e della condizione corporea (Body Condition Score) della capra nella parte finale della gestazione e a inizio, piena e fine lattazione

La scheda spiega e illustra come effettuare una valutazione dell’animale per attribuire il BCS. A monte di tutto però deve essere applicato un piano alimentare in lattazione e in asciutta che garantisca una corretta condizione corporea associata a un soddisfacente livello produttivo. Come si evince dalla figura 1, una capra da latte di 60-70 kg di peso perde oltre il 10% del suo peso (grasso e muscoli) a inizio lattazione per compensare il deficit energetico derivante da un’ingestione alimentare insufficiente a coprire i fabbisogni soprattutto energetici e in parte proteici associati a un’elevata produzione di latte. È quindi necessario che tali riserve tissutali vengano ricostituite nella parte finale della lattazione.

I foraggi da soli non bastano

Anche se di buona qualità (e spesso purtroppo non è così…) il foraggio non è sufficiente a garantire a una capra con una produzione lattea medio/alta un adeguato apporto di energia e di proteine nella razione. Serve anche il mangime: singole materie prime concentrate (es. mais fioccato, semi di soia, crusca di frumento, ecc.) o un mangime composto contenente anche l’integrazione minerale/vitaminica.

Il mangime garantisce un rapido rilascio di energia per l’animale, derivante soprattutto dall’amido, le pectine e gli zuccheri, mentre i componenti proteici del mangime assicurano un altrettanto rapida disponibilità di azoto nel rumine per la crescita microbica e quindi la formazione di proteina microbica.

Spesso le proteine, già carenti nei foraggi, sono anche poco digeribili in quanto avvolte da lignina, e ciò determina facilmente un fattore limitante per le produzioni di latte mede/elevate. Il concomitante basso valore in energia netta (NE, UFL) della maggior parte dei foraggi aggrava la situazione e impone l’aggiunta nella dieta di mangimi adeguati.

Non dimentichiamo gli oligoelementi!

Una volta coperti i fabbisogni energetici e proteici degli animali dobbiamo sincerarci che siano soddisfatti anche i fabbisogni vitaminico-minerali. Sottolineo questo aspetto perché molto spesso l’integrazione di tali nutrienti è poco o nulla considerata. Riporto una tabella tratta dalla scheda 70 di Democapra (autore il prof. Luca Rapetti).

Tab. 2. Fabbisogni giornalieri e soglia di eccesso dei diversi oligoelementi per la capra da latte

Come riportato nella scheda citata, uno dei problemi che talvolta si riscontra riguardo la nutrizione minerale della capra è la carenza di rame. “Poiché gli ovini hanno un fabbisogno (10 mg/kg SS) e una soglia di tolleranza (15 mg/kg SS) per il rame inferiori rispetto alla capra, gli integratori minerali per ovi-caprini sono necessariamente formulati con dosaggi che talvolta non contengono una quantità di rame sufficiente per la specie caprina. Da considerare è anche l’azione antagonista verso il rame esercitata da eventuali eccessi di molibdeno e zolfo.

Il benessere degli animali, capra da latte in questo caso, è quindi fortemente condizionato dall’alimentazione: i nutrienti vanno apportati con la dieta nelle giuste quantità, evitando carenze ma anche eccessi che possono rivelarsi dannosi per la salute oltre che per l’ambiente e il portafoglio dell’allevatore.