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Intervista a Mario Cutait, numero uno dell’Ifif: “Vinceremo la nostra sfida: produrre più cibo e di migliore qualità”

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Presidente Cutait, la popolazione mondiale cresce velocemente e la questione relativa al cibo (e all’ambiente) sta diventando il tema del secolo. Miliardi di persone sulla terra hanno bisogno di nutrirsi: l’industria alimentare è in grado (ora e nei prossimi anni) di garantire il cibo per tutti?

Sappiamo che la domanda di prodotti zootecnici continuerà a crescere nei decenni a venire. La Fao stima che tra il 2010 e il 2050 la produzione di proteine animali crescerà di circa 1,7% l’anno, con la produzione di carne prevista in crescita del 58%, quella derivante dell’acquacoltura del 90% e quella relativa ai latticini del 55%. Ciò premesso e considerando che la crescita della popolazione mondiale a circa 9 miliardi di persone prevista il 2050 si raggiungerà in anticipo, non c’è dubbio che di fronte a noi ci sia una grande sfida. Ma io credo che, se la nostra industria e l’intera filiera agricola lavoreranno insieme con tutti gli stakeholders riusciremo ad affrontare la sfida e a nutrire il mondo, ora e in futuro. Ritengo comunque che nel fare ciò la sostenibilità e il benessere animale non siano un elemento opzionale e so come questo rifletta le preoccupazioni e i desideri di molti consumatori. Allo stesso tempo, dobbiamo aprirci all’innovazione e alla tecnologia per riuscire ad affrontare la sfida per produrre più cibo e miglior cibo nei prossimi quarant’anni. Le biotecnologie, gli Ogm, l’uso responsabile degli antibiotici, l’uso dei resti animali sono possibilità già presenti e fanno parte della processo produttivo. Tuttavia non dobbiamo pensare solo al futuro, ma lavorare al presente per assicurare che più cibo sia accessibile e disponibile per il miliardo di persone che non ne ha a sufficienza. Ci sono molte ragioni per la quale esiste la fame nel mondo. E la cosa non dipende dalla disponibilità di cibo, quanto piuttosto da salari bassi, scarse infrastrutture, alta tassazione e restrizioni nelle libertà commerciali. Io credo che tutti i consumatori debbano avere cibo che sia sicuro, sostenibile e a buon mercato. Oggi purtroppo in alcuni paesi la popolazione è costretta a spendere il 60% o più dei propri guadagni per mangiare, mentre in altri manca il cibo sufficiente per tutti gli abitanti. Io sono fiero del fatto che la Federazione internazionale dell’industria mangimistica, che rappresenta oltre l’80% della produzione mondiale di mangimi, continui ad avere tra le sue priorità il tema della sostenibilità – produrre di più, usare meno e a un costo sostenibile per il consumatore – così come continui a contribuire a una produzione sostenibile di mangime sano e sicuro e conseguentemente di cibo.

 

Salute e alimentazione. C’è un vasto movimento che considera le proteine animali come qualcosa di dannoso e che gli esseri umani dovrebbero mangiare solo vegetali e cereali, non carne. È solo una moda? Qual è la posizione dell’Ifif?

L’IFIF ha una posizione molto chiara: noi siamo contro l’ideologia e a favore della scienza, che deve essere la nostra guida. Noi abbiamo sempre avuto rispetto del diritto di scelta del consumatore e credo sia vitale continuare a offrire la possibilità di scegliere ai consumatori. Bisogna però comunicare il messaggio corretto e prendere posizioni fondate su fatti concreti. Ad esempio, il cibo biologico è una scelta per il consumatore: va comunque detto con chiarezza come non sia vero che nutrirsi di cibi biologici sia implicitamente più sicuro. Credo che sia molto importante esplicitare il lato positivo del nostro apporto, di come noi contribuiamo alla sostenibilità dell’offerta di mangimi e di cibi sani e sicuri. E di come il nostro agire si basi su evidenze scientifiche, non ideologiche. Personalmente ho grande fiducia che il consumatore, che decide giornalmente di mangiare o meno proteine animali, prenda questa decisione in maniera informata. Il nostro ruolo come industria è comunque quello di informare sempre meglio i consumatori. E siamo onesti: non possiamo dimenticare che c’è un miliardo di persone malnutrite o che soffrono la fame che non hanno possibilità di scelta. Per questo penso ci sia qui un grosso rovesciamento di priorità, noi dobbiamo continuare a guardare alla globalità delle persone, per le quali la disponibilità di cibo è essenziale. Ricerca scientifica e genetica.

 

Gli Ogm sono una risorsa per l’industria alimentare? Che posizione ha l’Ifif a riguardo?

 

Come detto prima, la scienza va rispettata e noi siamo aperti nei confronti del progresso scientifico e tecnologico per il contributo che da esso può provenire alla sfida di produrre più cibo e miglior cibo nei prossimi quarant’anni. Come parte del mondo biotecnologico, gli Ogm, l’uso responsabile di antibiotici, l’uso dei resti animali sono tutti elementi che fanno parte della filiera. Per noi il messaggio chiave è che l’intera catena alimentare deve continuare a investire in innovazione e tecnologia. Bisogna ricordare che la filiera agricola, che include la mangimistica, è composta da una filiera molto segmentata: agricoltura e genetica animale, semi, fertilizzanti, agenti agrochimici, salute animale, additivi per mangimi, pre-miscele, mangimi composti, preparati personalizzati, pollai e tutte le forme di acquacoltura, di integratori avicoli o per suini fino a quelli per gli animali da compagnia. Dobbiamo anche iniziare a parlare degli aspetti positivi e del progresso della nostra industria, per esempio nel miglioramento nella conversione del mangime, nell’uso più efficiente degli ingredienti, nella gestione degli allevamenti e nel miglioramento genetico che ha permesso, insieme a una maggiore precisione nell’alimentazione animale, di produrre di più con meno. Devono essere anche gli scienziati a parlare di più alle persone al di fuori della filiera produttiva, ad esempio, ai medici, comunicando quanto siano sicuri i nostri prodotti e su come li produciamo In questo periodo di rallentamento della crescita economica,il cibo è la priorità per molte famiglie.

 

Le fluttuazioni delle materie prime agricole sono una minaccia per la produzione mondiale di mangimi?

Oggi abbiamo mangimi, cibi, fibre, benzina, coltivazioni agricole, farmaceutica (le sei “F” in inglese) che competono tutte per le stesse risorse: terra, acqua e lavoro. Quindi è una questione di priorità. In alcuni paese la produzione di cibo è la priorità numero uno, in altri è quella del petrolio. Il cibo rappresenta meno del 5% di spesa sulle entrate di una famiglia nei paesi ricchi, mentre invece, come dicevo prima, in Africa e in aree dell’Asia il cibo rappresenta più del 60% delle entrate familiari. Dobbiamo lavorare tutti per assicurare a tutti i consumatori che il cibo sia sicuro, sostenibile e a buon prezzo. Le tre azioni che il mondo deve mettere in pratica per migliorare la qualità (e la quantità) della produzione di cibo. Innovazione! Accesso al mercato! Riduzione dei sussidi! La protezione dei mercati e i sussidi non portano vantaggi ai consumatori. IFIF supporta con convinzione un commercio aperto, libero da dazi ed equo. Pensiamo che il commercio internazionale svolga un ruolo importante nel miglioramento della sicurezza alimentare e permetta di mitigare il problema della volatilità dei prezzi. Il futuro dell’industria mangimistica: le tre sfide più importanti Come sa, nulla è più complicato che predire il futuro, ma se si guardo al tasso di crescita annuale nel consumo di proteine animali negli ultimi quarant’anni e lo si proietta nei prossimi quaranta, fino al 2050, si può vedere come l’incremento sia di otto volte. Per esempio, l’acquacoltura crescerà da circa 60 milioni di tonnellate nel 2010 a 1770 nel 2050. Non c’è dubbio quindi che produrremo più cibo e vedo in particolare tre sfide decisive per la nostra industria: 1. Strutture regolatorie nazionali e internazionali: la nostra industria innova e sviluppa nuovi prodotti rapidamente – possiamo dire che andiamo a 180 all’ora, ma spesso gli organi regolatori rimangono indietro, andando a 50 all’ora. Stante la domanda di prodotti e le sfide davanti a noi non possiamo ridurre la nostra velocità, gli enti regolatori ci devono raggiungere 2. Regole armonizzate: il commercio di mangimi, degli ingredienti dei mangimi e delle proteine animali continuerà a crescere e non c’è paese al mondo che sia indipendente dalle importazioni. IFIF lavora già con gli enti preposti per la riduzione delle barriere al commercio e a favore di un reciproco riconoscimento di regole e procedure standard, tuttavia bisogna fare di più per arrivare a regole chiare a livello mondiale. In fin dei conti regole globali favorirebbero il commercio internazionale e da ciò trarrebbero beneficio non solo le industrie, ma anche i consumatori. 3. Consumatori informati: come produttori, noi siamo chiamata a guidare la questione sul tema della sicurezza alimentare. Abbiamo le conoscenze, con l’aiuto della scienza, e siamo quelli che lavorano per un commercio internazionale equo e libero da dazi. Ciò favorisce non solo la nostra industria ma soprattutto i consumatori, fornendo prodotti di qualità, sicuri e a un prezzo accessibile in molte parti del mondo. È arrivato il tempo di parlare all’esterno. Si svolgono centinaia di conferenze sull’agricoltura che ogni anno veicolano lo stesso messaggio alle stesse persone. Noi dobbiamo parlare ai consumatori, ai media, ai medici, solo per fare qualche esempio.

Salvatore Patriarca