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Rete Qualità Mais: monitoraggio micotossine, campagna 2022

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mais

di Sabrina Locatelli*, Stefania Mascheroni, Nadia Lazzaroni, Chiara Lanzanova, Nicola Pecchioni

CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo.

*e-mail: sabrina.locatelli@crea.gov.it

La granella di mais è soggetta ad infezione da parte di diverse specie fungine in grado di accumulare micotossine, prodotti del loro metabolismo secondario. Le micotossine che si riscontrano con maggiore frequenza nella granella di mais sono: aflatossine, prodotte da Aspergillus flavus, e fumonisine, prodotte da Fusarium verticillioides. Le micotossine sono tossiche per gli animali e per l’uomo; in particolare le aflatossine, la cui assunzione può avvenire tramite vegetali contaminati e alimenti di origine zootecnica, sono cancerogene, con effetti soprattutto a livello del fegato. I livelli massimi ammessi di tali sostanze sono regolamentati come riportato in Tabella 1.

MicotossineUso alimentare direttoMaterie prime per mangimi U12%
Aflatossina B1220
Fumonisine400060000*
DON17508000*
Tabella 1: Limiti massimi delle principali micotossine in mais (µg/kg) come da Regolamenti (2007, 2011) e Raccomandazioni (*2006) CE.

Passaggi fondamentali per lo sviluppo dei funghi responsabili della produzione delle micotossine sono le condizioni climatiche che caratterizzano le fasi di fioritura e di maturazione della granella.Come riportato da Mazzinelli et al.,2023, la stagione 2022 è stata la peggiore degli ultimi vent’anni, superando anche il 2003, il 2012 e il 2015, finora rivelatesi le più critiche. Già a metà marzo erano evidenti le condizioni di siccità, sia per l’assenza di precipitazioni sia per l’inverno estremamente siccitoso appena trascorso che aveva seriamente compromesso le riserve idriche. Le semine sono quindi iniziate a metà mese in un clima di grande incertezza da parte degli operatori, anche per i rincari dei prezzi energetici e dei fertilizzanti. Il prosieguo della campagna maidicola è stato caratterizzato da condizioni di clima torrido e deficit idrico, che ha costretto il ricorso alla razionalizzazione o addirittura alla sospensione dell’acqua irrigua in molti areali, tra cui il comprensorio servito dal consorzio di bonifica della media pianura bergamasca. L’andamento termico ha iniziato ad attestarsi ben al di sopra della media di riferimento poliennale già in maggio, ed è proseguito per tutta la stagione, con temperature massime a metà luglio che hanno raggiunto i 38 °C. Per evidenziare la situazione di grave stress a cui la coltura è stata sottoposta, basti ricordare che da giugno ad agosto (92 giorni) per ben 80 giorni si è avuta una temperatura massima superiore a 30 °C, temperatura cardinale massima per il mais, al di sopra della quale si arresta l’attività fisiologica della pianta. Nel periodo marzo-ottobre 2022 la sommatoria dei GDD (Growing Degrees Days o gradi di calore utili per lo sviluppo della pianta) è stata pari a 2.597, superiore di 457 unità rispetto a quella del 2021. La piovosità totale del periodo è stata di 398 mm, contro i 729 mm del 2021. Il periodo di accumulo nel 2022 (numeri di giorni tra la fioritura e la maturazione fisiologica) è stato di circa 56 giorni, 8 in meno del 2021. L’accumulo di SSD (Stress Degrees Days) nei mesi estivi è stato di 259, ben 177 in più dello scorso anno (elaborazioni sui dati della stazione meteo del CREA di Bergamo). Le raccolte sono iniziate precocemente, già a fine luglio o inizio di agosto per il trinciato, mentre per la granella delle prime semine si è iniziato a trebbiare già a fine agosto.

La Rete Qualità Mais, coordinata dal Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo, effettua ogni anno il monitoraggio delle caratteristiche igienico-sanitarie del mais nelle fasi di stoccaggio e conservazione, valutando il contenuto delle principali micotossine (aflatossine, fumonisine, deossinivalenolo). Il monitoraggiodella Rete Qualità Mais, nel 2022, ha coinvolto 28 centri di essiccazione – stoccaggio dislocati nel Nord Italia. Per una organizzazione logistica dei dati i campioni sono stati suddivisi in 5 aree: Ovest, Est, Centro, Sud Po e Adriatica, caratterizzate da differenti andamenti climatici e diverse pratiche agronomiche in particolare l’irrigazione (figura 1). I campioni ricevuti e analizzati mediante test ELISA immunoenzimatici specifici per aflatossina B1, fumonisine, deossinivalenolo sono stati 193.

Fumonisine (FBs)

Nel 2022 le coltivazioni hanno subito una forte pressione di attacchi da fitofagi quali piralide e diabrotica. Lo sviluppo di Fusarium verticillioides è strettamente legato alla presenza della piralide le cui lesioni, create a livello della spiga, creano una delle vie di accesso preferenziale del fungo. Le temperature più alte, soprattutto nelle ore notturne, hanno favorito la presenza di piralide che danneggia i fusti ma prevalentemente la spiga rendendola maggiormente soggetta all’attacco da parte di Fusarium verticillioides, fungo responsabile della produzione di fumonisine. Complice la siccità e le temperature roventi si è assistito inoltre a una fortissima pressione di diabrotica: questo coleottero ha compromesso tantissimi campi di mais; le sete mangiate dall’insetto adulto hanno ridotto fortemente la fecondazione delle cariossidi (Locatelli et al., 2023).

Come illustrato nel grafico 1, le micotossine prodotte da Fusarium verticillioides sono state ritrovate nel 65% dei campioni a un tenore superiore ai 4000 µg/kg (valore limite per l’utilizzo della granella di mais a uso alimentare diretto, Regolamento CE, 2007), un valore non molto distante da quello del 2019: in quell’annata era stato riscontrato che l’81% dei campioni presentavano un tenore così alto (Locatelli et al., 2020).

Aflatossina B1 (AFB1)

Le condizioni drammaticamente siccitose e le elevate temperature della campagna 2022 hanno favorito lo sviluppo di Aspergillus flavus e questo trova riscontro dai dati ottenuti nel monitoraggio del contenuto in aflatossine. La percentuale di campioni con un tenore di aflatossina B1 superiore a 20 µg/kg, valore limite per la granella di mais destinata a materia prima nei mangimi (Regolamento CE, 2011) è stata del 26%. Inoltre, il 16% dei campioni si è collocato nella fascia 5-20 µg/kg, valori ritenuti “a rischio” per la vicinanza al limite, in fase di accettazione del prodotto (grafico 2).

Deossinivalenolo (DON)

Deossinivalenolo è una micotossina prodotta da funghi del genere Fusarium, favoriti nella crescita da basse temperature e precipitazioni frequenti in fase di maturazione delle cariossidi. La totalità dei campioni analizzati per la campagna maidicola 2022 è risultato avere valori di DON inferiori a 1750 µg/Kg, valore limite per l’utilizzo della granella di mais a uso alimentare diretto (Regolamento CE, 2007).

Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare ai centri di essiccazione – stoccaggio aderenti alla Rete Qualità Mais.

Bibliografia:

Mazzinelli et al., 2023. Ibridi di mais da granella di classe Fao 500, 600 e 700. L’Informatore Agrario 2: 38-46

Locatelli S. et al., 2023. Il 2022 è annata nera per le aflatossine nel mais.L’Informatore Agrario 7: 46-47

Locatelli S. et al., 2020. Rete Qualità Mais: monitoraggio micotossine, campagna 2019. Mangimi e Alimenti. Anno XII, 2: 27-29.

Regolamento (CE) N. 574/2011 della Commissione del 16 giugno 2011.

Regolamento (CE) N. 1126/2007 della Commissione del 28 settembre 2007.

Raccomandazione (CE) N. 576/2006 della Commissione del 17 agosto 2006.