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Allevamento: confinazione o libertà? Un dibattito complesso

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Il dibattito sull’allevamento e sull’uso delle gabbie per gli animali da allevamento è il tipico dibattito che tende a polarizzare le opinioni: da un lato del dibattito troviamo le associazioni per i diritti degli animali, che ritengono che il benessere degli animali possa essere garantito solo nei sistemi di allevamento a libero pascolo poiché solo tali sistemi possono consentire comportamenti naturali, mentre dall’altro abbiamo quelle degli allevatori, che invece indicano come “benessere” una tutela più complessa dell’animale.

Come evidenzia la European Livestock Voice, il collettivo di associazioni europee che si occupano di salute degli animali, mangimi, selezione e allevamento, sebbene il comportamento naturale sia importante per il benessere animale, è preoccupante semplificare concetti complessi con frasi del tipo “il libero pascolo è buono, la confinazione è cattiva”, anche perché i cosiddetti “comportamenti naturali” degli animali includono istinti come l’espressione della dominanza: l’aspetto gerarchico delle galline ovaiole, ad esempio, è la ragione per cui il tasso di mortalità è due volte più alto nei sistemi di allevamento a libero pascolo rispetto al sistema delle gabbie arricchite. Per l’animale che può essere beccato dai membri dominanti del gruppo, un sistema di allevamento a libero pascolo non garantisce il benessere. Questo è un esempio di come approcci semplicistici al benessere animale, magari basati su pensieri e sentimenti umani, possano diminuire anziché migliorare il livello di benessere animale.

I sistemi di libero pascolo non sono per definizione i migliori: secondo la scienziata Marian Stamp Dawkins la guida per un buon benessere animale passa attraverso le conoscenze che la ricerca sul benessere animale può fornirci: “Gli animali in cattività vogliono fare tutte le cose che fanno i loro simili selvatici, o trovano preferibile avere cibo abbondante senza doverlo cercare? Il legame tra ‘naturale’ e ‘benessere’ diventa qualcosa che deve essere stabilito con fatti osservando gli animali stessi, non solo facendo assunzioni romantiche su come potrebbe essere la vita in natura”.

Attraverso i cosiddetti test di scelta, in cui la motivazione degli animali per le diverse risorse viene misurata attraverso il lavoro che sono disposti a svolgere per accedervi, si può ottenere una conoscenza scientifica molto valida sulle preferenze degli animali. Tali test hanno documentato l’alta importanza dei bagni di polvere per le galline e la costruzione di nidi per le donnole, entrambi comportamenti riscontrati nei loro simili selvatici. Tuttavia, gli stessi test hanno dimostrato che l’accesso all’acqua per nuotare non è particolarmente importante per le donnole allevate, dimostrando che, per quanto è possibile chiedere agli animali stessi, i comportamenti naturali possono essere sia importanti che non importanti.

L’uso di gabbie o altre tecniche di confinamento temporaneo nell’allevamento è un argomento molto dibattuto nell’Europa di oggi, e questo dibattito carico di emozioni è riuscito a inserirsi nella revisione della legislazione europea sul benessere animale. Le argomentazioni sull’uso delle gabbie, sulla libertà di movimento e sul diritto degli animali di avere una propria vita continuano a concentrarsi su punti di vista e valori umani molto personali. Sebbene questi valori siano legittimi, non offrono un pensiero oggettivo sulla definizione di “benessere animale” basata sulle realtà specifiche delle specie e dei sistemi di allevamento e sulla conoscenza scientifica.

Il continuo uso della confinazione per alcune specie in Europa non significa che gli allevatori siano restii a effettuare cambiamenti laddove ci siano evidenze scientifiche più recenti e dove tali cambiamenti siano praticamente e finanziariamente fattibili.