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L’Indice dei Prezzi FAO cala ancora a giugno

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indice dei prezzi pixabay

L’indice di riferimento dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) è diminuito nuovamente nel mese di giugno, guidato da riduzioni dei prezzi per tutti i principali cereali e per la maggior parte dei tipi di oli vegetali. Lo riporta una nota ufficiale FAO.

L’Indice, com’è noto, segue le variazioni mensili dei prezzi delle materie prime alimentari più scambiate a livello globale, facendo registrare a giugno una media di 122,3 punti, in calo dell’1,4 % rispetto a maggio e del 23,4% rispetto al picco raggiunto a marzo 2022.

Relativamente ai cereali l’indice mostra un calo del 2,1% rispetto a maggio. Le quotazioni internazionali dei cereali grossolani sono diminuite del 3,4% a giugno grazie alle maggiori forniture di mais provenienti dai raccolti in corso in Argentina e Brasile e alle prospettive di produzione migliorate nelle principali aree produttive degli USA. I prezzi internazionali del grano sono diminuiti del 1,3% con l’inizio dei raccolti nell’emisfero boreale e grazie alle ampie scorte e alla riduzione delle tasse sulle esportazioni in Russia. I prezzi internazionali del riso sono diminuiti del 1,2%.

Un calo si è registrato anche per l’Indice dei prezzi degli oli vegetali, diminuito del 2,4%: i prezzi degli oli di palma e di girasole hanno superato gli aumenti delle quotazioni per l’olio di soia e colza. L’Indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari FAO, con un -0,8% a giugno, è stato guidato da prezzi internazionali più bassi dei formaggi. Stesso discorso per l’Indice dei prezzi dello zucchero, in calo del 3,2%.

L’Indice dei prezzi delle carni FAO è rimasto praticamente invariato nel mese di giugno.

Secondo l’ultimo rapporto sull’Approvvigionamento e la domanda di cereali, pubblicato a inizio luglio, la produzione mondiale di cereali è prevista raggiungere un livello record nel 2023/24: la previsione FAO è oggi a 2.819 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente.

La revisione al rialzo riflette principalmente le migliori prospettive per la produzione globale di grano, ora stimata a 783,3 milioni di tonnellate, sostenuta da prospettive migliorate in diversi paesi, tra cui Canada, Kazakistan e Turchia. Tuttavia la produzione mondiale di grano dovrebbe comunque diminuire dell’2,3% rispetto alla scorsa stagione.