di Helga Cassol, Chiara Lanzanova, Stefania Mascheroni, Mirko Carrara, Andrea Bossi, Sabrina Locatelli, CREA-Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo
La campagna maidicola 2022 verrà certamente ricordata per essere stata una delle stagioni più calde e siccitose di sempre. La resa della granella nell’anno 2022 è scesa a 8,3 t/ha, situazione ulteriormente aggravata dall’alta presenza di aflatossine. Non per niente è stata ridenominata Annus horribilis del mais! Dopo un’annata da dimenticare e quindici mesi consecutivi di siccità alla vigilia delle semine, la partenza della campagna 2023 è stata tutta in salita.
I dati meteorologici della stagione 2023 sono stati raccolti dai siti ARPA delle regioni delle principali regioni a vocazione maidicola. I dati riguardano il periodo compreso tra il primo di aprile e il venti di settembre, considerando la temperatura media massima mensile e le precipitazioni mensili cumulate. I dati rappresentati nella figura 1 (temperature) e nella figura 2 (precipitazioni) provengono da due stazioni metereologiche per ogni regione.
Le semine sono state effettuate in buona parte nella seconda metà di marzo, inizio aprile. Il dato ISTAT relativo alle intenzioni di semina indicava un valore di -6,2% rispetto al 2022, con un calo diversamente distribuito nelle aree: -3% nord-ovest e -12,3% nord-est. La carenza di risorse idriche ha sicuramente influito sulle scelte degli agricoltori dato che, già a marzo, venivano indicati turni di irrigazione ridotti per la campagna che stava iniziando.
Il mese di aprile ha registrato bassa piovosità e temperature nella norma, specialmente se rapportato al mese di maggio che è stato caratterizzato da alta piovosità e temperature massime che non sono mai salite sopra i 25 °C in tutte le regioni del nord Italia. Non dimentichiamo la devastante alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna in un’area particolarmente vocata al mais. Nel centro-nord le basse temperature hanno rallentato la crescita e le piogge hanno reso difficoltose le attività di lavorazione post semina (rincalzatura, urea, trattamenti con AFX1, diserbi). Nel nord-ovest alcune aree hanno subito disastrose grandinate che hanno compromesso le prime fasi d’emergenza e in Friuli-Venezia Giulia alcune aree non sono state seminate a causa di piogge ininterrotte. Diffusa la presenza di ferretto in post emergenza.
Durante il mese di giugno si è vista una buona presenza di precipitazioni nelle regioni del nord-ovest mentre in Emilia-Romagna, in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto le precipitazioni sono state più modeste. Queste piogge “salva-raccolto” hanno permesso di posticipare le prime irrigazioni garantendo un risparmio idrico per i mesi successivi, fondamentale considerato che sull’arco alpino abbiamo avuto un accumulo di neve del -30% rispetto alle annate precedenti. Il ciclo era ritardato: i mais in alcune zone erano disformi per ristagni e per la variabilità nelle date di semina (campi con spighe alla fase lattea ed alcune aree in cui stavano iniziando a fiorire). Giugno ha registrato un moderato innalzamento di temperatura non avendo superato di molto i 30 °C e, mediamente, l’umidità nelle fasi di crescita della coltura è stata buona.
Le precipitazioni sono diminuite nel mese di luglio tranne in alcune località della Lombardia e del Friuli-Venezia Giulia che hanno registrato piogge intense e devastanti fenomeni temporaleschi con vento e grandine. Le ultime fasi di sviluppo e maturazione della spiga sono state caratterizzate da ridotte precipitazioni in tutte le regioni; piralide e diabrotica sono risultate poco presenti. I mesi di luglio e agosto hanno registrato valori alti tra i 30 e i 35 °C; nella regione Piemonte si è osservato un maggiore innalzamento della temperatura tra luglio e agosto.
Il ciclo colturale si è concluso con temperature stazionarie per il mese di settembre.
Oggi le trebbie sono ancora in campo. Ad esclusione delle aree colpite da grandine e da forti allettamenti, i primi dati raccolti, per fortuna, registrano rese in linea o addirittura leggermente superiori alla media dei cinque anni precedenti e con buona qualità del prodotto. Si prevede comunque una diminuzione della disponibilità di granella, che nel 2023 scende rispetto alla media del quinquennio precedente per il continuo calo delle superfici interessate: a conclusione della campagna possiamo ipotizzare una contrazione del 10%. Si è osservata una maggiore tenuta per il mais da insilato con la conferma di una tendenza consolidata che vede negli ultimi anni aree a granella spostarsi verso quelle a mais da destinare alle trincee per l’alimentazione animale o i biogas. Nel suo insieme la stagione è stata caratterizzata da prezzi dei mezzi di produzione elevati, oltre alle nuove e più difficili prospettive di una Pac più complicata e quasi dimezzata, a fronte di un’iniziale tenuta delle quotazioni del mais.
Dal punto di vista sanitario, al momento non sembra presentarsi un’elevata presenza di micotossine a differenza di quanto accaduto nel 2022; sono pervenute però numerose segnalazioni di contaminazione da fumonisine e deossinivalenolo nell’area ad est colpita dalla grandine. Il monitoraggio della Rete Qualità Mais del CREA è attualmente in corso e potrà fornire i dati definitivi durante la consueta Giornata del Mais che si svolgerà a Bergamo il 26 gennaio 2024.
Ringraziamenti
Un ringraziamento a tutti gli operatori della filiera che hanno fornito le informazioni raccolte, in particolare a: AIRES (Associazione Italiana Raccoglitori Essiccatori Stoccatori di Cereali e Semi oleosi) e AMI (Associazione Maiscoltori Italiani)