Home Legislazione Carni suine, introdotto l’obbligo in etichetta dell’indicazione del Paese di origine

Carni suine, introdotto l’obbligo in etichetta dell’indicazione del Paese di origine

1021
0

Prosciutti e salumi dovranno presto recare l’origine della carne suina dalla quale sono stati ottenuti. È prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto che obbliga i produttori a indicare in etichetta il Paese di provenienza dei suini, dove sono stati allevati e macellati. È scaduto infatti il periodo di novanta giorni nei quali la Commissione europea avrebbe potuto opporsi alle disposizioni contenute nel decreto ministeriale. L’atto è ormai alla firma dei ministeri delle Politiche agricole, della Salute e dello Sviluppo economico. Si tratta però di una sperimentazione, con norme in vigore fino al 31 dicembre 2021. 

L’obbligo in capo ai produttori richiede l’indicazione del Paese di nascita, allevamento e macellazione degli animali. L’origine in questi tre ambiti può essere la stessa e quindi si potrà leggere “Origine:(nome del Paese) e “100% italiano” se l’intero processo si sarà svolto in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati Ue o extra-Ue, si potranno leggere queste formule: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”. 

“Firmiamo un decreto importante che sono convinta possa aiutare tutta la filiera suinicola a valorizzare le produzioni 100% italiane”, ha detto la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che ha anche ricordato la partita che si sta giocando sullo stesso tema anche in Europa: “Ci batteremo a Bruxelles perché si estenda l’obbligo a tutti gli alimenti. La strategia Farm to Fork va attuata anche per l’etichettatura obbligatoria a livello Ue”. 

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle carni suine nei prodotti trasformati va nella direzione della tutela della trasparenza del mercato. Nel decreto si ricorda l’importanza che i consumatori riservano a questo tipo di informazioni. Secondo una recente consultazione di Ismea, l’83% dei partecipanti ha indicato l’utilizzo dell’ingrediente italiano come l’elemento prioritario da considerare nella scelta di un alimento, mentre più del 95% ha richiesto la chiara e leggibile indicazione in etichetta dell’origine della materia prima. Un riferimento a tutta la filiera agroalimentare nella quale l’Italia ha già adottato provvedimenti simili: “La firma del decreto è un ulteriore passo compiuto dall’Italia, dopo quelli sul pomodoro, la pasta e il riso, che ci pone all’avanguardia in Europa dove è sempre più necessario procedere con l’attuazione della Strategia Farm to Fork”, ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Stefano Patuanelli. 

Il fine ultimo è la più completa protezione del consumatore, come ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza: “Questo decreto è un passo avanti nel garantire sempre maggiore trasparenza e sicurezza su prodotti alimentari molto diffusi. In questo modo si tutela meglio la salute dei cittadini”.

 

Foto: Pixabay

redazione