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Export agroalimentare italiano in crescita nel 2023. Ma la bilancia commerciale segna un deficit

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Nei primi nove mesi del 2023 l’export agroalimentare italiano prosegue la sua crescita superando i 47 miliardi di euro, con un aumento del 6,1% rispetto al 2022. Le importazioni mostrano anch’esse un incremento, ma in modo meno consistente rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 48,6 miliardi di euro (+7,9%). Tuttavia il saldo della bilancia commerciale rimane negativo, registrando un deficit di 1,2 miliardi di euro. A rivelarlo è un report pubblicato a inizio dicembre di ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

Incidenza ridotta rispetto al 2022

Sebbene l’effetto prezzo continui a influenzare le dinamiche di crescita in valore, l’incidenza risulta ridotta rispetto al 2022. Le esportazioni sono trainate principalmente dai mercati dell’Unione Europea, rappresentando circa il 59% del totale. I principali partner commerciali come Germania, Francia e Stati Uniti mantengono la loro importanza, nonostante una contrazione delle spedizioni verso gli Stati Uniti. La concentrazione geografica delle esportazioni è evidente, con i primi cinque Paesi di destinazione che coprono quasi la metà dei flussi totali. Per le importazioni l’UE rimane il principale partner commerciale con Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi come fornitori principali.

Prodotti e tendenze

Tra i principali prodotti esportati si evidenzia una crescita per tutti i comparti ad eccezione dei vini fermi in bottiglia che registrano una contrazione del 2,9% in valore e del 2,8% in volume. Anche altri prodotti come pasta, spumanti, olio d’oliva, prodotti trasformati del pomodoro, mele e uva da tavola mostrano una contrazione nelle quantità esportate. Le importazioni, coerentemente con il ruolo di paese trasformatore, riguardano principalmente materie prime non trasformate e prodotti semilavorati. Tra i prodotti più importati figurano caffè non torrefatto, mais, olio extravergine di oliva, bovini vivi, prosciutti e spalle suine (non disossate), frumento tenero e soia.

Prospettive e incertezze per il 2024

Sebbene il report di ISMEA non offra una previsione specifica per il 2024, sottolinea l’incertezza legata a fattori come malattie animali, instabilità economica, inflazione alimentare elevata, variazioni climatiche e crescenti importazioni di carne avicola dall’Ucraina. Le politiche “verdi” e del benessere animale potrebbero impattare negativamente sul mercato, nonostante una riduzione dei costi delle materie prime chiave. La situazione sarà monitorata attentamente, considerando anche il contesto internazionale delle quotazioni delle commodity agricole.