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Ue, rinviata al 2023 la nuova Politica agricola comune

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L’attuale Politica agricola comune sarà valida fino a tutto il 2022 se al 30 ottobre non saranno pronti la sua riforma e il nuovo bilancio dell’Unione europea. La Commissione agricoltura del Parlamento di Bruxelles ha trovato l’intesa sul regolamento transitorio della Pac, con il suo quadro giuridico che sarà valido fino al 31 dicembre 2022. Un passo avanti sulla strada dei negoziati tra le istituzioni Ue. Oltre all’estensione per altri due anni, la sezione del Parlamento ha anche proposto di prorogare i fondi europei attuali “evitando tagli inaccettabili sul budget Pac”, come ricorda Paolo De Castro, coordinatore del gruppo socialdemocratico in Commissione agricoltura. 

In caso di mancata approvazione del budget 2021-2027, pertanto, i tetti di spesa della Politica agricola comune, dovrebbero restare quelli del 2020, è la proposta della commissione, senza alcuna riduzione. Il riferimento è al “4% dei tagli sui pagamenti diretti (144 milioni di euro l’anno) e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale (230 milioni l’anno)”, aggiunge De Castro.

In questo modo il Parlamento europeo punta a dare continuità al supporto per il settore agricolo: “Gli agricoltori hanno bisogno di prevedibilità, stabilità e continuità finanziaria e un chiaro orizzonte per i prossimi due anni”, avverte l’eurodeputata finlandese Elsi Katainen relatrice del dossier in commissione. 

Orizzonte prossimo giugno

Il negoziato sulla riforma della Pac post 2020 va avanti da diversi mesi. Alla fine del 2019 la Commissione aveva proposto un periodo transitorio di un anno. La richiesta degli eurodeputati è che l’entrata in vigore sia prorogata di un ulteriore anno, al 2023. La posizione della Commissione dovrà essere negoziata con i ministri competenti riuniti nel Consiglio Ue: si punta a un accordo per il termine del primo semestre europeo. “Il nostro testo – spiega De Castro – sarà la base su cui avviare i negoziati inter-istituzionali con l’esecutivo e i ministri agricoli dell’Ue, con l’obiettivo di un accordo sul testo entro la scadenza della presidenza di turno croata, il 30 giugno”.

L’estensione del periodo transitorio permetterà di “correggere gli elementi di contrasto già individuati nella proposta di riforma della Pac, ed in primo luogo il tentativo di ri-nazionalizzazione della Pac lasciando agli Stati membri, come indica la proposta, la decisione di declinare le risorse ai propri agricoltori sottraendo il ruolo essenziale svolto dalle Regioni”, prosegue l’eurodeputato.

Anche l’attuale programmazione dello sviluppo rurale viene estesa, al 31 dicembre 2022, “con la possibilità di utilizzare le risorse attualmente a disposizione fino al 31 dicembre 2025. Rafforziamo le misure di gestione del rischio in linea con quanto previsto dal regolamento Omnibus. Estendiamo di due anni i programmi operativi e i diritti di impianto. Per la riserva di crisi, chiediamo che dal 2021 venga finanziata al livello attuale con fondi extra-Pac per un ammontare pari al livello attuale, senza obbligo di restituirla se non attivata, e con la possibilità di incrementarla senza limiti”, conclude De Castro.

 

Foto: Pixabay

red.