Un passo in avanti per la tutela dell’agroalimentare italiano. Il Consiglio dei ministri dello scorso 25 febbraio ha approvato il disegno di legge contro il falso Made in Italy, per proteggere il cibo e le bevande italiane che nei mercati interni e internazionali sono oggetto dell’attività illecita della criminalità organizzata. Un costo di centinaia di miliardi di euro che ha reso indispensabile l’intervento delle autorità con la messa a punto di nuovi strumenti normativi per la difesa dei prodotti, a cominciare dalle indicazioni geografiche protette, e dei consumatori.
Il ddl contenente ‘Nuove norme in materia di illeciti agroalimentari’ è stato proposto dal ministro della Giustizia Bonafede e dalla ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali Bellanova. L’impulso nasce dalla Commissione presieduta da Gian Carlo Caselli e insediatasi nel 2015 per elaborare proposte di riforma della materia.
Il testo approvato interviene sul codice penale e sulla legislazione speciale del settore agroalimentare e delle frodi nel commercio dei prodotti alimentari. Con queste disposizioni il legislatore si occuperà, tra l’altro, della riorganizzazione dei reati in materia alimentare e della rielaborazione delle sanzioni contro le frodi. In particolare l’intervento è indirizzato al contrasto delle attività delle organizzazioni complesse e delle persone giuridiche, i principali attori criminologici.
Frodi anche online
L’ultimo resoconto sui crimini agroalimentari è contenuto nel sesto Rapporto Agromafie, riferito al 2018, redatto da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. Il giro di affari denunciato è ormai di 24,5 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 12% rispetto all’anno precedente. Sono molti i reati che arricchiscono le agromafie, lungo tutta la filiera, dai furti di mezzi agricoli al racket, all’abigeato, alle estorsioni, dal caporalato alle frodi alimentari fino alle indebite percezioni di contributi dallo Stato e dall’Unione europea. Di queste – ha rilevato il rapporto – è stato vittima il 17% degli italiani con l’acquisto di cibi avariati, falsi e alterati e anche con effetti sulla salute.
Sul fronte internazionale, invece, un aspetto molto critico è quello del falso Made in Italy che supera di gran lunga il valore dell’export agroalimentare pari a 42 miliardi. Le stime del Rapporto Agromafie parlano infatti di oltre 100 miliardi di euro di fatturato per l’agropirateria internazionale e il settore più colpito risulta essere quello dei prodotti caseari. E con lo sviluppo delle vendite online del comparto – pari a 812 milioni di euro (+37%) nel 2017 – anche il web è diventato una nuova frontiera per l’Italian Sounding. La falsificazione online a livello mondiale cresce ormai a un ritmo sostenuto, circa il 16% l’anno.
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