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Il mais e l’Agricoltura Rigenerativa: una svolta verde

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In occasione della Giornata del Mais 2024, nello scorso gennaio, il direttore del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) Nicola Pecchioni, ha sollevato un appello urgente per una rinnovata attenzione alla cosiddetta Agricoltura Rigenerativa come strategia chiave per il settore agricolo, che mette il suolo e la fertilità dei terreni al centro dell’attenzione, sottolineando l’importanza della ricerca per garantire una crescita sostenibile nel medio periodo. Lo riporta una nota del CREA.

La campagna maidicola del 2023 ha evidenziato una situazione critica per il comparto. Nonostante le rese siano state in linea con la media degli anni precedenti, pari a circa 10,6 tonnellate per ettaro, la superficie coltivata è scesa al di sotto dei 500.000 ettari per la prima volta negli ultimi 160 anni. Questo ha portato a una produzione complessivamente insufficiente, che ha coperto meno del 45% del fabbisogno nazionale. Il costo delle importazioni di mais nel 2023/24 si è attestato intorno a 1,7 miliardi di euro, nonostante un calo rispetto agli anni precedenti. Le prospettive per il 2024 indicano un ulteriore declino delle superfici coltivate, con una stima di riduzione fino al 6%, con punte superiori al 12% nel Nord Est del Paese secondo l’indagine preliminare dell’Istat sulle intenzioni di semina.

L’Agricoltura Rigenerativa si presenta come un’opportunità per rivitalizzare il settore maidicolo. Questa approccio, basato su una visione olistica che integra pratiche sostenibili ed è aperto all’innovazione tecnologica, potrebbe rappresentare una svolta per l’agricoltura italiana. Il mais, in particolare, emerge come una coltura chiave per supportare il bilancio carbonico delle aziende agricole. Con una capacità produttiva superiore rispetto ad altre colture, come il frumento, la soia e il girasole, il mais si distingue per la sua capacità di sequestrare il carbonio e di mantenere la sostanza organica nel terreno.

Le nuove biotecnologie offrono opportunità senza precedenti per migliorare le varietà di mais in linea con i principi dell’Agricoltura Rigenerativa. Grazie al lavoro della Rete Qualità Mais, coordinata dal CREA Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo, si sono ottenuti risultati significativi nel monitoraggio delle micotossine, con una riduzione del 7% dei campioni contenenti aflatossine sopra il limite consentito, rispetto al 26% registrato nella campagna maidicola del 2022. Questo dimostra che il miglioramento genetico e la selezione delle varietà più adatte possono contribuire a ridurre gli stress ambientali e migliorare la resilienza delle colture.

In conclusione, l’integrazione dell’Agricoltura Rigenerativa nel settore maidicolo rappresenta una sfida e un’opportunità per l’agricoltura italiana. Investire in ricerca e innovazione per sviluppare varietà di mais adatte a questo approccio potrebbe non solo migliorare la sostenibilità ambientale delle aziende agricole, ma anche garantire una produzione alimentare più resiliente e di alta qualità per il futuro.