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Dop economy, quota 20 miliardi superata per la prima volta

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di Miriam Cesta, Redazione

Il settore dei prodotti Dop (Di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) nel nostro Paese ha superato per la prima volta quota 20 miliardi di euro di valore alla produzione (dati 2022), assicurando un contributo del 20% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Il dato arriva dal XXI Rapporto Ismea-Qualivita, da cui emerge che in uno scenario macroeconomico condizionato dalla crisi energetica e climatica la Dop economy italiana mostra un quadro decisamente positivo. Più nello specifico, all’interno del settore il comparto cibo sfiora i 9 miliardi di euro, mentre quello vitivinicolo supera gli 11 miliardi. Risultati importanti, seppure in parte condizionati dalla spinta inflattiva, che testimoniano la solidità della Dop economy nazionale: un sistema che conta 296 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero dell’Agricoltura e oltre 195 mila imprese che si occupano delle filiere che riguardano i cibi e i vini, con un numero di rapporti di lavoro – stimati per la prima volta – che arrivano a 580mila unità nel settore agricolo e a 310mila nella fase di trasformazione.

Cibo a marchio Dop e Igp

Il comparto del cibo Dop-Igp sfiora i 9 miliardi di euro di valore all’origine (dati 2022; +9% la crescita annua, +33% il trend in dieci anni rispetto al 2012) per un fatturato al consumo finale che supera i 17 miliardi di euro. Numeri che testimoniano l’impegno di quasi 86mila operatori, 550mila occupati, 168 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e 41 Organismi di controllo. L’export del comparto raggiunge i 4,6 miliardi di euro (+6% su base annua e +66% sul 2012), grazie soprattutto al recupero dei mercati Extra-UE (+10%).

Vino Dop e Igp

La produzione di vino imbottigliato Dop-Igp, dopo il forte balzo nel 2021, si attesta a 26 milioni di ettolitri nel 2022, in ridimensionamento sull’anno precedente (-4%). I dati in valore indicano invece, sulla base delle stime aggiornate, una crescita per l’imbottigliato e per lo sfuso, e tra le prime 10 denominazioni per valore ben 9 fanno registrare una crescita rispetto al 2021. Risultati frutto dell’impegno quotidiano di quasi 110mila operatori che danno lavoro a oltre 340mila persone, grazie anche al coordinamento di 128 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e seguiti dall’attività di 12 Organismi di controllo. A fronte di volumi esportati simili al 2021, gli introiti crescono del 10% arrivando a sfiorare i 7 miliardi di euro nel 2022, per un trend del +80% rispetto al 2012 e risultati positivi soprattutto per i vini Dop e per gli spumanti.

Dop e Igp, balzo in avanti nelle esportazioni

Il rapporto evidenzia anche un balzo in avanti dell’export che nel 2022, grazie al contributo delle due componenti cibo e vino, raggiunge quota 11,6 miliardi di euro (+8% sul 2021), rappresentando il 19% del giro d’affari all’estero dell’agroalimentare nazionale. 

L’impatto sull’occupazione

L’impatto sull’occupazione da parte delle filiere dei prodotti Dop e Igp, stimato per la prima volta, indica nel settore agricolo un numero di rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato pari a 430mila (di cui 211mila nel vino e 219mila nel cibo) e pari a 50mila a tempo indeterminato (di cui 20mila nel vino e 30mila nel cibo), a cui vanno aggiunti poco meno di 100 mila lavoratori autonomi tra imprenditori agricoli e coltivatori diretti. 

Nella fase industriale il sistema dei prodotti Dop e Igp genera oltre 250mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato – di cui 210mila nel cibo e 43mila nel vino – e circa 60mila rapporti a tempo determinato o stagionali, di cui 45mila nel cibo e 15mila nel vino (i dati si riferiscono al numero di rapporti di lavoro che è superiore al numero effettivo di lavoratori dipendenti a causa della possibilità per un lavoratore di avere contratti con più aziende).

Prodotti Dop e Igp valore da difendere

Secondo Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, i prodotti a marchio Dop e Igp sono un valore da difendere: “Quello delle Indicazioni Geografiche – afferma – è un valore intrinseco nei nostri produttori, non solo un obiettivo di un Paese che non guarda alla quantità. L’Italia punta alla qualità e vogliamo difenderla creando sinergie e rafforzando il vero sistema Paese in tutto il mondo. Il nostro impegno è attuare anche una visione strategica che impedisca la proliferazione dei marchi di qualità pubblici e l’affermazione di etichette scorrette che disorientano il consumatore”.

Da riforma europea nuova fase per la qualità agroalimentare italiana

“Il settore delle Dop-Igp che cresce nonostante un quadro congiunturale difficile è un dato indubbiamente positivo”, afferma Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita per la valorizzazione del settore dei prodotti Dop, Igp e Stg agroalimentari e vitivinicoli e di Origin Italia, l’Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche. “Gli 890mila occupati nella fase agricola e di trasformazione esprimono un ulteriore elemento di valore della Dop economy da non sottovalutare. Permangono le criticità, a partire dalle emergenze climatiche che coinvolgono da alcuni anni tutta l’agricoltura, ma in particolare le produzioni Dop e Igp legate a micro-areali. La riforma europea apre una nuova fase per la qualità agroalimentare italiana che impone a tutti gli attori una riflessione su tre punti cardine: governance dei territori, rapporto con il consumatore e ricerca scientifica, già divenuta uno degli asset primari di investimento dei Consorzi di tutela. Possiamo lavorare insieme a un nuovo paradigma della qualità italiana anche con il sostegno delle recenti misure del Governo e del Ministero”.

Dop economy, valore etico e sociale

“Un settore in continua crescita che non sviluppa solo valore economico sui territori”: Maria Chiara Zaganelli, Direttrice Generale di Ismea, sottolinea anche il valore sociale ed etico, oltre che occupazionale, della Dop economy: “Con 890mila contratti di lavoro nel settore delle Indicazioni geografiche, la Dop economy afferma anche un valore sociale ed etico indiscutibile” .