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Indicazioni geografiche, l’Ue entra nell’Accordo di Lisbona e garantisce maggiore tutela

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Le Indicazioni geografiche europee saranno ancora più protette. Il Consiglio ha infatti siglato l’accordo per l’adesione dell’Ue all’Atto di Ginevra dell’Accordo di Lisbona, il trattato multilaterale per la tutela delle Indicazioni geografiche gestito dall’Organizzazione mondiale per la Proprietà intellettuale. L’ok del Consiglio è arrivato dopo il voto positivo del Parlamento in sessione plenaria. Dalla pubblicazione della base normativa che ha permesso l’adesione dovranno passare tre mesi prima che l’Ue entri si unisca ufficialmente all’atto. 

L’Atto di Ginevra ha aggiornato l’accordo del 1958 per la protezione delle denominazioni di origine e la loro registrazione internazionale, permettendo alle organizzazioni internazionali come l’Ue di entrarne a fare parte. Al momento all’Accordo di Lisbona hanno aderito 28 membri, tra cui sette Paesi dell’Unione europea come l’Italia, ma anche la Francia, la Spagna e la Romania. L’obiettivo è dare protezione legale ai prodotti che si fregiano dell’indicazione geografica e della denominazione di origine, difendendone la reputazione e tutelando i beni dalle contraffazioni. È sufficiente la registrazione per far valere questa salvaguardia nei confronti degli altri membri dell’accordo. Pertanto, una volta che l’Ue sarà effettivamente membro dell’accordo, tutte le indicazioni geografiche europee potranno in principio ottenere una protezione rapida, qualificata e indefinita. 

Le indicazioni geogragiche si riferiscono a quei prodotti tipici di una specifica area e che presentano una qualità o una caratteristiche collegata a questa origine territoriale. I marchi Dop, Denominazione di origine protetta, Igp, Indicazione geografica protetta, Stg, Specialità tradizionale garantita, tutelano oggi 3368 tra alimenti, vini e liquori nell’Unione europea. Sono marchi usati anche per premiare il contributo culturale e la creatività che caratterizzano determinate produzioni. L’Italia può vantarne ben 863, dallo Speck Alto Adige al Radicchio rosso di Treviso, dalla mozzarella di bufala campana al Pecorino sardo, dall’Olio di Calabria al Prosciutto di Parma e San Daniele. 

Phil Hogan, il commissario uscente per l’Agricoltura e lo sviluppo ruarale, ha salutato positivamente la decisione del Consiglio: “È un passo in avanti verso una migliore protezione delle nostre indicazioni geografiche a livello multilaterale. Queste riflettono la diversità geografica, l’autenticità e le conoscenze tecniche dell’Ue in materia di prodotti agricoli, alimenti e bevande. Questa nuova appartenenza garantirà ulteriore protezione rispetto a quella garantita attrvarso gli accordi bilaterali internazionali”.

 

Foto: Pixabay

redazione