Secondo il report 1/2024 dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), la spesa per i consumi alimentari domestici nel 2023 ha registrato un aumento significativo, pari all’8,1%, rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, ISMEA ha osservato un leggero alleggerimento nei volumi degli acquisti: tra i diversi canali distributivi il supermercato rimane il principale punto di acquisto, con una quota di mercato del 40% e un aumento del fatturato del 9,5%. Anche il discount ha mantenuto una buona performance, con un aumento del fatturato del 9,3%, mentre gli ipermercati hanno registrato un incremento del 7,8%. È in netta ripresa il “libero servizio”, con affari in crescita del 9,1% rispetto al 2022.
ISMEA sottolinea come nonostante l’aumento dei prezzi alimentari la spesa domestica sia cresciuta, evidenziando comportamenti differenziati delle famiglie acquirenti e cambiamenti nei loro modelli di consumo. La tendenza verso un maggiore ricorso ai canali distributivi convenzionali e all’acquisto di prodotti a marchio del distributore sembra consolidarsi, delineando scenari interessanti per il mercato alimentare nel prossimo futuro. In generale, la spesa è aumentata per tutti i comparti alimentari, con particolare rilievo per le uova (+14,1%), i prodotti lattiero-caseari (+11,7%) e i derivati dei cereali (+11,7%). Inoltre, si è osservato un incremento della quota di prodotti a marchio del distributore, che a dicembre 2023 ha coperto oltre il 33% dei prodotti confezionati.
In termini di comportamento di mercato, ISMEA evidenzia che le coppie e i single over 55 hanno registrato volumi di acquisto superiori a quelli del 2022 per la maggior parte dei prodotti principali, nonostante gli esborsi siano aumentati del 13% circa rispetto all’anno precedente. Le famiglie con figli adolescenti, al fine di contenere la spesa, hanno ridotto i loro acquisti in modo più significativo rispetto ad altri gruppi, sebbene la spesa complessiva sia rimasta superiore del 2,8% rispetto al 2022.
Attenzione al paniere
Tra i derivati dei cereali l’incremento della spesa è stato trainato dal riso (+20,9%), mentre sono stati registrati aumenti significativi anche per i prodotti per la prima colazione (+15,6%) e il pane e sostituti (+13,9%). La spesa per la pasta ha registrato un aumento del 7,5%, mentre quella per le farine è cresciuta del 4,5%, con volumi in contrazione dell’1,7%.
La spesa per i prodotti lattiero-caseari è aumentata del 11,7%, principalmente a causa dell’incremento del 14,9% del prezzo del latte UHT e dei formaggi. Per le carni avicole, nonostante un aumento del valore del 7,4%, si è registrata una crescita dei volumi acquistati (+5,3%). La spesa per le altre carni è aumentata invece in misura minore.
Infine, per quanto riguarda gli ortofrutticoli, la spesa per gli ortaggi freschi e trasformati è cresciuta dell’8,8%, trainata dall’aumento dei prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. Tuttavia, l’incremento è risultato inferiore alla media.