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La Dichiarazione di Anversa al premier belga e alla Commissione UE, verso un accordo industriale europeo

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Lo scorso 20 febbraio, la European Feed Manufacturers’ Federation (FEFAC, la più grande organizzazione dei produttori del settore della mangimistica in Europa) ha annunciato la presentazione della “Dichiarazione di Anversa per un accordo industriale europeo“, un documento sottoscritto da 73 leader industriali di quasi 20 settori industriali diversi, che di recente è stata presentata al primo ministro belga Alexander De Croo e alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Lo si apprende da una nota di FEFAC, in cui si dice i leader del settore hanno sottolineato, attraverso la dichiarazione, l’importanza cruciale della chiarezza, della prevedibilità e della fiducia nella politica industriale europea: per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e il nuovo obiettivo del 2040, la dichiarazione elenca 10 azioni concrete necessarie per rendere l’Europa “competitiva, resiliente e sostenibile”. E questo piano d’azione, integrato nell’Agenda Strategica Europea 2024-2029, conferma la necessità di un’Autonomia Strategica Aperta per rafforzare la resilienza del settore industriale europeo in un panorama geopolitico in continua evoluzione. La proposta evidenzia anche la necessità di aumentare la sicurezza delle materie prime nell’UE attraverso l’espansione dell’estrazione mineraria domestica, la lavorazione sostenibile e la capacità di riciclaggio delle materie prime cruciali. Fondamentale è anche l’incremento delle risorse di carbonio rinnovabile e circolare e la stipula di accordi di libero scambio per aprire nuovi mercati e aumentare le esportazioni.

La dichiarazione chiede inoltre “un nuovo spirito legislativo” che eviti misure regolatorie che ostacolino gli obiettivi del Green Deal, misure come l’incoraggiamento dello sviluppo di scienza all’avanguardia, innovazione tecnologica e politiche cooperative che priorizzino la trasparenza e soluzioni praticabili, accogliendo anche idee innovative come i “regulatory playgrounds”.