Home Attualità ISMEA, il settore lattiero-caseario si sta trasformando

ISMEA, il settore lattiero-caseario si sta trasformando

22
0

L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato i primi di agosto il suo rapporto “Tendenze – Lattiero Caseario” per il mese di luglio 2024, fornendo una panoramica dettagliata delle dinamiche di produzione, dei prezzi e del commercio nel settore lattiero-caseario sia in Italia che a livello europeo.

Nel suo rapporto, ISMEA evidenzia un settore lattiero-caseario in trasformazione, con una produzione in aumento sia a livello europeo che in Italia, prezzi relativamente stabili e una vivace attività commerciale internazionale. Tuttavia, il calo della domanda interna per alcuni prodotti tradizionali, come il latte fresco, suggerisce un cambiamento nelle preferenze dei consumatori italiani. Il settore dovrà continuare a monitorare queste tendenze per adattarsi alle nuove dinamiche di mercato e alle sfide future.

Il contesto europeo

Nel contesto europeo, la produzione di latte vaccino è in crescita nell’UE-27, con un incremento dell’1% nel periodo gennaio-maggio 2024. Questo aumento è stato sostenuto da alcuni dei principali paesi produttori come Francia (+1,1%), Germania (+0,3%), Polonia (+4,8%) e Spagna (+2,3%). Nonostante l’incremento della produzione, i prezzi del latte alla stalla sono rimasti sotto i livelli record dello scorso anno, stabilizzandosi intorno ai 46 euro per 100 kg nel primo semestre del 2024. Questo suggerisce una stabilità nel mercato del latte europeo, influenzata sia dalla maggiore produzione che da una domanda costante.

Il contesto in Italia

In Italia, la produzione di latte ha mostrato segnali di ripresa, con un incremento dell’1,5% nel periodo gennaio-maggio 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati di Agea citati da ISMEA. Il prezzo del latte alla stalla in Italia è rimasto relativamente stabile dall’inizio dell’anno, attestandosi a 51,6 euro per 100 litri nel mese di giugno. Questa stabilità dei prezzi è il risultato di un equilibrio tra la pressione al ribasso causata dalla concorrenza con i principali fornitori europei e la pressione al rialzo determinata dalle elevate quotazioni dei formaggi della tradizione italiana.

Il Grana Padano, uno dei prodotti di punta del mercato nazionale, ha visto un aumento significativo nei prezzi della stagionatura minore, raggiungendo una quotazione record di 9,63 euro al kg a giugno. Questo rappresenta un aumento di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainato da una forte domanda estera. Al contrario, altri derivati del latte hanno mostrato andamenti diversi: il prezzo della mozzarella vaccina è diminuito del 5,5% su base annua a giugno, mentre il prezzo del burro è quasi raddoppiato rispetto all’anno scorso, superando nuovamente i 4 euro al kg per lo zangolato di creme fresche.

I consumi

Nel periodo gennaio-aprile 2024, le esportazioni italiane di formaggi e latticini sono aumentate del 13,2% in volume e dell’8,4% in valore. Questo trend positivo è stato particolarmente evidente nelle destinazioni europee, che hanno registrato variazioni a doppia cifra rispetto all’anno precedente. D’altro canto, le importazioni di latte in cisterna sono aumentate dell’11% in volume nel primo quadrimestre del 2024, favorite da prezzi di fornitura competitivi. Questi dati indicano una dinamica commerciale vivace nel settore lattiero-caseario italiano, con un aumento della domanda sia interna che esterna.

Nonostante la crescita delle esportazioni, il mercato domestico ha mostrato segnali di contrazione. Nei primi sei mesi del 2024, la spesa delle famiglie italiane per latte e derivati è diminuita del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo dei volumi di vendita dell’1,6%. Tuttavia, alcuni prodotti hanno fatto eccezione: lo yogurt ha registrato un aumento del 3% in volume, mentre i formaggi freschi e quelli industriali hanno visto crescite rispettivamente dello 0,7% e del 2,7%. In netto contrasto, il latte fresco ha continuato a perdere quota, con una contrazione del 7,5% in volume, segnando la diminuzione più consistente di tutto il settore.